Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1188245
Abstract: 

Attualmente viviamo nell'era dell'Antropocene, termine divulgato dal premio Nobel per la chimica atmosferica Paul Crutzen, per identificare il periodo geologico durante il quale l'uomo ha definitivamente compromesso con la sua attività l'equilibrio ambientale, sia a scala locale che globale. Proprio per questo, non è più possibile distinguere come entità separate il "naturale" dall' "artificiale" e il rapporto dicotomico natura/cultura appare superato perché nulla può oramai essere considerato esente da conseguenze o mutazioni derivanti dallo svolgersi dell'attività umana. La dissertazione si propone quindi di approfondire e analizzare questa prospettiva di interdipendenza tra i binomi, focalizzandosi sul tema dell'ibridazione tra sistemi architettonici e
sistemi naturali ed utilizzando l'apporto tecnologico come medium attraverso cui sfocare la dualità tra naturale ed artificiale. Ciò porta alla produzione di un nuovo ibrido sintetico complesso, in cui l'interazione ed integrazione dei processi naturali all'interno della progettazione architettonica diventano atti fondativi di una pratica progettuale realmente radicata al suo contesto.
Interessa in particolare indagare il rapporto di convivenza e coevoluzione tra componente naturale-vivente e componente artificiale per diffondere un nuovo concetto di Hyper Natura, quale sintesi finale del progetto. L'obiettivo è quello di aprirsi alla possibilità di costruire ibridi architettonici "viventi" e più performanti, che ridefiniscano in maniera ecologica il nostro rapporto con la Natura ed il rapporto tra quest'ultima e l'Architettura.

ERC: 
SH2_6
SH2_7
PE6_7
Innovatività: 

Abbracciare l'era dell'Antropocene non modifica solo il modo in cui percepiamo ed interagiamo con l'ambiente naturale, ma anche il modo in cui lo progettiamo. L'architettura bio-digitale rappresenta infatti una nuova frontiera per il design sistemico, incorporando un approccio complesso che porta ad un paradigma bio-orientato in cui l'evoluzione del pensiero ecologico si intreccia con la computazione digitale, spesso ibridando materia organica e non organica nel processo di progettazione. Imparando come si evolvono e funzionano gli ecosistemi naturali, l'architettura può essere capace di radicarsi al sistema esistente non interferendo con i suoi cicli vitali, piuttosto collaborando per generarne di nuovi in una virtuosa relazione tra le parti. Il paradigma bio-informatico ci porta quindi a riflettere sull'adattività dell'architettura, che può così contribuire e raggiungere un bilanciamento omeostatico ri-modellando alcuni dei suoi elementi per entrare in risonanza positiva con imput esterni, senza produrre inquinamento ma promuovendo cicli chiusi di riciclo (orizzonte autopoietico).
Il nuovo paradigma natura-architettura viene descritto come un continuum tra sistemi che generano entità
sintetiche in cui vi è uno scambio benefico continuo e multistratificato, a discapito di un semplice rapporto
parassitario. Per questo il paesaggio viene associato ad un organismo simbiotico, distaccandosi dai
semplicistici concetti di "eco-friendly" o di "smart" e ponendo l'accento sulle sue prerogative relazionali e su un
approccio narrativo.

Codice Bando: 
1188245

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