Le analisi isotopiche dello stronzio effettuate sui tessuti duri dello scheletro hanno guadagnato un posto centrale nello studio della mobilità delle popolazioni umane antiche, offrendo un notevole ampliamento delle fonti storiche. Esiste, infatti, una stretta relazione tra la composizione chimica dei tessuti duri dello scheletro e le dinamiche di mobilità di un individuo. L'isotopo dello stronzio, elemento chimico in traccia, viene ingerito e immagazzinato dal corpo umano fissandosi nei tessuti duri attraverso l'alimentazione. La struttura chimica di questi è, quindi, influenzata da quella del cibo e dell'acqua ingerita, riflesso dell¿ambiente occupato. Scopo di questo progetto è quello di esplorare le dinamiche di mobilità della popolazione longobarda, nello specifico quella sepolta presso il sito de La Selvicciola (VT). Tale necropoli, composta da 100 sepolture e datata tra la metà del IV e gli inizi dell'VIII sec. d.C., è uno dei pochi insediamenti longobardi in Italia centrale con materiale scheletrico. Uno studio parallelo sugli isotopi dello stronzio della necropoli di Povegliano Veronese (VR), condotto durante il mio primo anno di dottorato grazie alla vittoria dell¿assegno per l¿Avvio alla Ricerca (i cui risultati sono in corso di pubblicazione), ha fatto emergere interessanti risultati sulla composizione della popolazione. Nello specifico è stato possibile distinguere la presenza di due gruppi: alloctoni e autoctoni. Le informazioni ricavate sulla mobilità di questi individui hanno trovato riscontro nella tipologia dei corredi rinvenuti nelle sepolture, dove le sepolture datate alle prime fasi della necropoli erano occupate da individui alloctoni. Questa indagine è inquadrata nel Grande Progetto di Ateneo 2018: "Population biology, diseases and mobility: Romans and Longobards in the post-classical era" (resp. Prof. G. Manzi).
L'analisi dello stronzio per lo studio della mobilità fu introdotta nella letteratura bioarcheologica già negli anni '80. Tuttavia, questa linea di ricerca è marginalmente applicata allo studio delle collezioni scheletriche
tardoantiche, nonostante la sua grande potenzialità. Infatti, la conoscenza della cultura materiale, nonostante sia ricca e dettagliata, tuttavia non fornisce dati più specifici sull'individuo studiato. Gli intensi fenomeni migratori, in un periodo caratterizzato dai processi di etnogenesi, come l'età tardoantica, sono solo parzialmente interpretabili dai dati archeologici. Gli elementi di corredo tipici longobardi rinvenuti in una sepoltura, potrebbero celare una diversa provenienza (i.e. un fenomeno riscontrabile soprattutto nelle donne, interessate da una maggiore mobilità individuale per esogamia, come testimoniato proprio nella necropoli presso del lago di Balaton, in Baviera e nella necropoli di Collegno). È evidente come, in contesti molto ampi come quelli delle necropoli longobarde con più di 100 sepolture, ottenere dei dati facilmente confrontabili, come i valori ottenuti dalle analisi isotopiche, è un notevole aiuto nella comprensione delle dinamiche di mobilità. La reale possibilità di implementazione delle informazioni è stata già riscontrata con lo studio pilota condotto a Povegliano Veronese. Il riconoscimento di due gruppi (autoctoni vs alloctoni) ricalca la situazione riscontrata presso le necropoli longobarde in Italia e all¿estero, riflettendo a pieno la presenza di gruppi intra-popolazione in un insediamento fondato dalla prima generazione di migranti e occupato dalle generazioni successive. L'esiguità dei siti indagati limita tuttavia le potenzialità interpretative del contesto storico, non ultimo sul piano statistico. Ampliare il numero delle analisi isotopiche, in questo caso a Selvicciola, rappresenta dunque l'evoluzione naturale delle ricerche in questo senso e può essere l'inizio di una serie di indagini sul rapporto 86Sr/87Sr nelle necropoli longobarde in Italia. Tale opportunità di approfondimento garantirebbe una conoscenza molto più dettagliata degli individui interessati dai fenomeni di mobilità, offrendo al contesto storico una inedita mole di conoscenze, altrimenti non implementabile.