Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2228518
Anno: 
2020
Abstract: 

Il progetto aspira ad approfondire il concetto di "solidarietà" nel contesto dell'Unione Europea e, in particolare, si propone di indagare quale sia il suo valore giuridico e a quali condizioni possa essere invocato dagli Stati membri. A questo scopo, verranno presi in considerazione soprattutto il "principio di solidarietà" ed "equa ripartizione della responsabilità" ai sensi dell'art. 80 TFUE in materia di immigrazione e asilo e la "clausola di solidarietà" attivabile ai sensi dell'art. 222 TFUE in circostanze eccezionali come strumento di ultima istanza. In tal senso, saranno esaminate le modalità di applicazione di queste previsioni durante due crisi recenti che hanno colpito duramente l'Unione, ossia quella che a partire dal 2014 ha registrato un notevole incremento di richieste di asilo e quella causata dalla pandemia di Covid-19 attualmente in corso. Nello specifico, in primo luogo verrà ricostruito l'iter tramite cui le suddette norme sono state implementate nell'impianto giuridico dell'Unione. Successivamente, saranno valutate le misure di carattere legislativo adottate dalle istituzioni europee nell'ambito dei due casi selezionati alla luce dei limiti tracciati dal diritto primario e derivato dell'Unione. Infine, un focus sarà dedicato all'impatto determinato dalla possibile mancanza di "solidarietà" a livello eurounitario sulle risposte politiche e normative fornite internamente dall'ordinamento giuridico italiano, dal momento che questo è stato uno dei Paesi membri maggiormente investiti da entrambe le emergenze. Il lavoro concernerà, oltre la legittimità o meno della decretazione d'urgenza utilizzata dal Governo al fine di contenere gli effetti delle crisi, il potenziale restringimento di diritti fondamentali appartenenti sia ai cittadini italiani ed europei che agli stranieri extracomunitari.

ERC: 
SH2_4
SH2_1
SH2_5
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2856385
Innovatività: 

Si ritiene che la ricerca possa essere innovativa grazie a tre principali elementi che sono illustrati di seguito.

Il primo consiste nella volontà di confrontare la gestione la "crisi dei rifugiati" con la "crisi da Covid-19" negli ambiti del diritto dell'UE e del diritto costituzionale italiano, specificatamente con riferimento all'implementazione di misure connesse al principio di solidarietà e all'impatto arrecato da una potenziale mancanza o insufficienza di queste sul godimento di diritti fondamentali degli individui. Infatti, una simile comparazione, pur essendo stata ritenuta appropriata dalla dottrina e vi sia stato fatto cenno in alcuni saggi recenti, non è stata ancora oggetto di uno studio approfondito.
In tal senso, nonostante le materie dell'immigrazione irregolare e della protezione internazionale facciano riferimento a disposizioni sovranazionali e nazionali certamente distinte rispetto al settore della sanità pubblica e implichino problematiche differenti, è possibile rintracciare similitudini significative tra i due eventi emergenziali. In altre parole, il filo rosso che pare accomunare queste due situazioni sembra potersi rilevare, da una parte, nella vaghezza definitoria e solo parzialmente vincolante o, comunque, di difficile applicazione delle disposizioni di diritto dell'UE che consentirebbero di implementare azioni di forte segno "solidaristico", e, dall'altra, nelle conseguenze di tipo politico e legislativo che simili lacune avrebbero prodotto o potrebbero generare nell'ordinamento giuridico italiano.

Il secondo, strettamente connesso al precedente, verte sul fatto che, data l'attualità dei fenomeni, le crisi suddette si configurano come questioni ancora in evoluzione, le quali necessitano di essere monitorate da un punto di vista scientifico e in modo organico.
In questa prospettiva, la "crisi dei rifugiati", sebbene sia stata osservata sotto varie lenti nel corso degli ultimi anni, merita sicuramente di essere indagata anche alla luce delle ultime riforme approvate in materia di politiche di integrazione e asilo in Italia. Inoltre, esaminare il "Sistema di Dublino" che, dopo un tentativo di revisione avviato nel 2016 a cui è seguito un periodo di sostanziale stallo, è tornato ad occupare le agende della Commissione nel 2020, pare cruciale proprio in vista della realizzazione di un'Unione maggiormente "solidale". Mentre, invece, circa gli effetti di natura giuridica della "crisi da Covid-19", pur essendo state sviluppate considerazioni preliminari su vari nodi critici, attualmente non è presente un lavoro che indaghi esaustivamente l'impatto dell'attuazione di azioni più o meno "solidali" a livello eurounitario sulle soluzioni adottate sul piano interno e la loro legittimità costituzionale relativamente sia ai diritti e libertà dei cittadini europei che degli stranieri extracomunitari.

Il terzo concerne la potenziale originalità del progetto in un'ottica futura, ossia l'utilità che potrebbe apportare la valutazione dei punti deboli dell'amministrazione delle emergenze selezionate affinché vi siano implementazioni positive per eventuali nuove crisi nell'UE. L'analisi presentata, dunque, prendendo in esame l'applicabilità pratica di clausole di "solidarietà" che per lungo tempo sono rimaste semplici principi teorici, per di più in settori che, oggi, costituiscono terreni fortemente dibattuti tra ed entro gli Stati membri dell'Unione, potrebbe avere un valore innovativo anche per la sua chiave programmatica di medio-lungo periodo. Di fatto, sviluppare una solida consapevolezza dell'incidenza delle risposte eurounitarie in fasi di emergenza sull'orientamento normativo nazionale, potrà essere di ausilio per identificare "trend politici" e dibattere approcci alternativi e presumibilmente più "solidaristici".

Dunque, la somma di questi fattori, i quali includono scelte di carattere metodologico, così come sostanziale, potrebbe essere in grado di operare un avanzamento del presente stato dell'arte su un tema che urge essere esplorato utilizzando dati aggiornati.

Codice Bando: 
2228518

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