Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1223014
Abstract: 

Per rispondere efficacemente all'ambiente esterno, le specie animali, uomo incluso, hanno evoluto la capacità di rispondere a differenti tipi di segnali sensoriali. Recepire e integrare le informazioni veicolate simultaneamente dai differenti organi di senso è, infatti, una caratteristica fortemente ecologica e adattativa della percezione. Fin dalla loro comparsa, circa 60 milioni di anni fa, i Primati si differenziano dagli altri mammiferi per un insieme di caratteristiche morfologiche e comportamentali. Tra queste, l'integrazione delle informazioni visive con quelle tattili provenienti dalle mani rappresenta un aspetto cruciale nell'evoluzione di queste specie. Il presente progetto rientra nell'ambito della ricerca di Dottorato che sto conducendo e che si prefigge di analizzare e comparare l'integrazione delle informazioni provenienti dalla vista e dal tatto nell'uomo e nei primati non umani. L'ipotesi alla base della ricerca è che la possibilità di acquisire una memoria sia visiva sia tattile di un oggetto, durante la sua esplorazione, possa rafforzarne il successivo riconoscimento visivo. Lo studio include un campione di bambini (di età compresa fra i 3 e i 10 anni) e di primati non umani (cebi dai cornetti, Sapajus spp.). Tramite un finanziamento per "Progetti per Avvio alla Ricerca" mi prefiggo di presentare i risultati più recenti della mia ricerca al congresso della Federazione Europea di Primatologia (European Federation for Primatology, EFP). Lo studio si avvale di una metodologia non invasiva mai usata prima per valutare se il passaggio di informazioni tra la modalità tattile e quella visiva determina un potenziamento nel riconoscimento degli oggetti. Inoltre, lo studio rappresenta la prima ricerca sistematica in cui il contributo delle informazioni tattili nel riconoscimento visivo è comparato in diverse specie di primati e in diverse classi d'età di una stessa specie.

ERC: 
LS8_9
LS5_4
SH4_7
Innovatività: 

Complessivamente, questo progetto si avvale di una metodologia non invasiva per valutare se il passaggio di informazioni tra tatto e vista determina anche un potenziamento nel riconoscimento visivo degli oggetti. L'innovatività di questo studio consiste nella possibilità di analizzare in maniera sistematica i dati ottenuti dalle diverse specie di primati e da diverse classi d'età di una stessa specie, con l'intento di compararli e fare luce sul contributo delle informazioni tattili nel riconoscimento visivo degli oggetti. In particolare, la metodologia adottata in questo studio permette di (i) identificare differenze nella Fase di riconoscimento fra gli oggetti esplorati nelle due condizioni sperimentali (Vista, Vista e Tatto), differenze che potrebbero variare in base alle caratteristiche degli oggetti, alla specie di primati e, nel caso dei bambini, alla fascia di età; (ii) descrivere specifici pattern di manipolazione degli oggetti in funzione delle loro caratteristiche, della specie di primati e, nei bambini, della fascia di età; (iii) valutare se la durata dell'interazione tattile con un oggetto influisca sul suo successivo riconoscimento. Tutti questi fattori potrebbero essere cruciali per il comportamento e la cognizione delle specie analizzate.
Per il graduale sviluppo e perfezionamento dei processi di integrazione tra vista e tatto, i bambini nelle fasce di età in esame costituiscono un eccellente modello di studio. Lo studio nei bambini prevede una collaborazione tra Sapienza Università di Roma, Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e laboratorio di Neuroscienze dello Sviluppo dell'Università Campus Bio-Medico di Roma. La raccolta dati ha luogo presso le scuole d'infanzia e le scuole primarie che aderiscono al progetto di ricerca o presso il domicilio del bambino. Attualmente hanno aderito al progetto due scuole d'infanzia (scuola Petranova e scuola Rio de Janeiro) e due scuole primarie (scuola Rio de Janeiro e scuola Cristo Re) di Roma. La raccolta nelle scuole Petranova e Rio de Janeiro è stata conclusa. La raccolta dati sui cebi dai cornetti, invece, prevede una collaborazione tra Sapienza e Unità di Primatologia Cognitiva dell'ISTC-CNR di Roma, struttura che ospita una colonia di questa specie. Attualmente la raccolta dati è conclusa per 8 dei 14 cebi nel campione. Fra i primati non-umani, i cebi dai cornetti costituiscono un eccellente modello di studio per quest'analisi in quanto, nonostante la distanza filogenetica di circa 40 milioni di anni, essi possiedono molte caratteristiche che li accomunano alla nostra specie. Hanno un'ottima acuità visiva e una spiccata propensione alla manipolazione. Inoltre, sono foraggiatori estrattivi e, in quanto tali, mostrano un complesso repertorio di comportamenti legati alla manipolazione del cibo. Infine, sono noti per le loro abilità cognitive avanzate, come per esempio la capacità di utilizzare strumenti in natura e in cattività [10]; proprio per questo, sono primati studiati da diversi gruppi di ricerca nel mondo. Il fatto che lo studio dell'integrazione visuo-tattile nei primati non umani sia ancora poco approfondito rende l'indagine nei cebi altamente informativa. Inoltre, recenti studi da me condotti in parte nel corso del mio dottorato, confermano che questa specie di primati trae vantaggio dalle informazioni tattili poiché queste gli permettono di riconoscere accuratamente e rapidamente gli oggetti, quando presentati in seguito [11, 12]. Tuttavia, questi studi non hanno potuto valutare i pattern manipolativi attraverso l'uso di una telecamera ad alta definizione. Nel complesso, quindi, questo studio contribuisce a fare luce su come i primati usano le mani per interagire con l'ambiente circostante e a chiarire il ruolo di alcuni fattori che hanno contribuito a modellare l'uso coordinato della vista con le informazioni tattili provenienti dalle mani, una sinergia cruciale nell'evoluzione dell'uomo e degli altri primati.
Sulla base di queste premesse, la possibilità di divulgare i risultati di questa ricerca a un congresso europeo come quello organizzato nel 2019 dall'European Federation for Primatology (EFP, http://www-3.unipv.it/webbio/efp/efp.htm) sarebbe importante, oltre che una grande opportunità di aggiornamento e crescita professionale. Infatti, in occasione delle ultime due edizioni di questo congresso sono stati organizzati simposi focalizzati proprio sullo studio delle funzioni manuali nell'uomo e nei primati non umani. In particolare, negli ultimi due congressi dell'EFP (2015 a Roma, 2017 a Strasburgo) ci sono stati simposi dedicati, tenuti da esperti in queste tematiche.

10. Truppa, Carducci & Sabbatini (submitted). In Grasping and manipulation, special volume, Biological Journal of the Linnean Society. 11. Carducci et al. (2018). Animal Behaviour, 135:199-207. 12. Carducci et al. (2017). Folia Primatologica 2017; 88:191. DOI:10.1159/000479129.

Codice Bando: 
1223014

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