Il progetto di ricerca si propone una ricognizione complessiva della riflessione filosofica sulla natura e sull¿essenza del mito condotta dal filologo tedesco Georg Friedrich Creuzer (1771-1858), approfondendo in particolare il complesso carteggio epistolare che lo studioso marburghese ha intrattenuto con Johann Gottfried Hermann (1772-1848). Nell¿opera Symbolik und Mythologie der alten Völker, besonders der Griechen Creuzer prende le mosse da una fondazione dell¿analisi mitologica di carattere grammaticale e recupera la distinzione procliana tra discorso di tipo ¿orfico¿ (proprio del contesto dell¿interpretazione religiosa), in cui i segni costituiscono un¿indicazione verso qualcosa di racchiuso in un involucro e presentano un carattere sempre velato, dal discorso di tipo ¿pitagorico¿, in cui il linguaggio semiotico costituisce un¿argomentazione palese e apodittica, quindi non celata o occultata da altro. Il mito viene concepito da Creuzer come strutturato sulla base di espressioni e figure immaginose e archetipiche e viene differenziato dal simbolo, che rimane sul piano descrittivo e linguistico. Secondo Hermann, invece, l¿apparato mitologico si sviluppa dalla descrizione fantastica e poetica di filosofemi e contenuti concettuali e naturalistici, cui va ricondotto lo stesso carattere significante dei nomi delle divinità. La critica hermanniana alla teoria mitologica di Creuzer si può evincere dall¿epistolario pubblicato nel 1818 col titolo di Lettere su Omero ed Esiodo, che ha esplicitato l¿importante dibattito sul ruolo dello studio del mito classico e orientale e sulle sue implicanze. La concezione creuzeriana, che si pone nel solco di Vico e del coevo Schelling, sarà recuperata e sviluppata da un autore del Novecento italiano come Luigi Pareyson. Appare allora proficuo indagare la relazione reciproca tra razionalità concettuale e figure simboliche che emerge dallo studio e dalla riflessione di Creuzer intorno all¿origine e all¿essenza del mito.
Il presente progetto di ricerca si propone anzitutto di offrire risorse per delineare le modalità e le direttive dei tentativi di fondazione scientifica e filologico-linguistica del mito classico, in stretta relazione con lo studio della connessione tra estetica e religione che caratterizza la Grecia e l¿Oriente antico. Tracciare il dibattito sull¿origine del linguaggio simbolico e della narrazione mitica nel primo Ottocento europeo significa tracciare l¿interesse per il mondo antico che caratterizzò la stagione del Romanticismo tedesco ed inglese e che consentì di ripensare il rapporto tra società e simbolica, arte e culto. In tal senso Creuzer pone il tema fondamentale della differenza tra l¿interpretazione meramente allegorica del mito classico, inteso come insieme di contenuti concettuali descritti attraverso il codice immaginifico rapsodico, e l¿affermazione dell¿autonomia della significazione del linguaggio simbolico, la sua irriducibilità a semplici dottrine naturalistiche o cosmogoniche. Le nozioni di simbolo e metafora vengono interpretati da Creuzer a partire dall¿orizzonte teorico della Einbildungskraft, ossia l¿immaginazione produttiva, che consente di mediare tra il determinato, sensibile e finito da un lato e l¿indeterminato, meta-sensibile e infinito dall¿altro; il rapporto simbolico tra l¿uomo e il mondo, caratteristico della Weltanschauung dell¿antichità classica, acquista nel discorso di Creuzer caratteri naturali e spontanei, rispetto al quale le religioni antiche costituiscono dei «monumenti della maniera figurale» e «riposano sulla personificazione di forze agenti».