Anno: 
2017
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_460683
Abstract: 

Durante lo svolgimento di attività molto lunghe, monotone e poco impegnative gli esseri umani non sono in grado di mantenere un livello di attenzione costante e si osserva un decremento della prestazione. La Mindlessness Theory, una delle principali teorie che spiegano questo fenomeno, suggerisce che il calo della performance sia dovuto principalmente alla noia, uno stato interno difficile da misurare direttamente. Un tentativo di risolvere questo problema è misurare indirettamente la noia attraverso un suo indicatore comportamentale. Diversi studi hanno indagato la relazione tra noia e fidgeting, inteso come l¿insieme di movimenti spontanei e involontari del corpo. In questo senso, la possibilità di usare il fidgeting per misurare la noia potrebbe offrire nuove prospettive per studiare il calo della prestazione in compiti monotoni. Tuttavia, i risultati preliminari presentano delle limitazioni dal punto di vista metodologico, in quanto si riferiscono a una tendenza generale al fidgeting, raccogliendo informazioni unicamente attraverso misure self-report. Per risolvere questo problema, il progetto si propone di fornire indicazioni molto accurate sull¿entità dei movimenti dei singoli arti, consentendo di studiare i movimenti che rientrano nella definizione di fidgeting. Per farlo, sarà condotto uno studio basato su un compito di vigilanza nel quale saranno misurati i movimenti degli arti. La possibilità di avere una stima indiretta della noia basata su una misura obiettiva del fidgeting comporterebbe diversi benefici sia dal punto di vista euristico, sia dal punto di vista applicativo.

Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_705582
Innovatività: 

Il fidgeting è definito come la tendenza a emettere movimenti corporei brevi, ripetitivi e in modo involontario, come tamburellare con le dita della mani o con il piede. Questi movimenti sembrano essere associati a un calo di attenzione che si verifica durante attività poco stimolanti, ad esempio in compiti di vigilanza. In queste situazioni risulta importante prevenire il calo nella prestazione per evitare che si verifichi un errore e in questo senso il fidgeting potrebbe essere un utile indicatore. Il principale limite degli studi che hanno indagato questa ipotesi è relativo la metodologia utilizzata. In assenza di una chiara definizione di fidgeting inoltre, i risultati attualmente disponibili non sono facilmente confrontabili e non consentono di essere generalizzati. Le misure che sono state usate finora per misurare il fidgeting fanno riferimento a due strumenti: questionari e video-analisi. Nel primo caso, si richiede ai soggetti di riportare la loro tendenza al fidgeting mentre nel secondo si ricava un indicatore generale di movimento. Uno dei primi strumenti per analizzare la tendenza è il Fidgeting Tendency Questionnaire, sviluppato da Mehrabian e Friedman nel 1986. Lo strumento è composto da 40 item e raccoglie una vasta gamma di movimenti che riguardano ad esempio, gli arti superiori, inferiori, la bocca, la testa, il torace e la manipolazione di oggetti. Lo Spontaneous Activity Questionnaire (SAQ) è un altro strumento self-report proposto nel 2013 da Carriere e colleghi e composto da 8 item, nel quale si chiede di indicare la propria propensione al fidgeting in diversi contesti (durante il tempo libero, quando sono annoiati, durante la lettura di email). In entrambi casi si ricava una misura che non è relativa al compito specifico e quindi non può essere messa direttamente in relazione con la prestazione. Inoltre, devono essere considerati i limiti inerenti l¿utilizzo di una misura di self-report nel riportare la propria tendenza ad agitarsi. Diversamente, Farley, Risko e Kingstone hanno usato la tecnica della video analisi, classificando i movimenti come ¿macro¿ e ¿micro¿. In questo caso, nonostante la rilevazione sia riferita all¿attività svolta nel contesto sperimentale, l¿aspetto più problematico è relativo ai criteri usati per classificare i movimenti, che rendono lo studio difficile da replicare.
In questo contesto, il progetto si propone di risolvere alcuni di questi problemi metodologici, fornendo uno strumento in grado di misurare con elevata precisione i movimenti corporei. A questo scopo saranno utilizzati sensori di movimento Arduino per rilevare la direzione e l¿intensità degli spostamenti degli arti, consentendo di ottenere informazioni estremamente accurate sui movimenti del soggetto durante lo svolgimento di un¿attività in un contesto di laboratorio. Un punto di forza di questa ricerca è la natura obiettiva della rilevazione, elemento che ne aumenta l¿affidabilità. Inoltre, uno studio basato su questa misura sarebbe perfettamente replicabile e i risultati ottenuti potrebbero essere sottoposti a verifica. Questo è possibile grazie all¿uso della piattaforma hardware di Arduino, che consente di costruire uno strumento a basso costo e in grado di confrontare direttamente la quantità di movimento e il tipo di attività. Una misura comportamentale del fidgeting non è attualmente presente in letteratura. Considerando la relazione tra fidgeting e noia, la possibilità di avere una stima indiretta della noia basata su una misura obiettiva del fidgeting comporterebbe diversi benefici sia dal punto di vista euristico, sia dal punto di vista applicativo. In primo luogo, renderebbe possibile verificare la relazione tra movimenti corporei e noia confrontando una misura obiettiva con una misura self-report. Se questa relazione fosse confermata, il fidgeting potrebbe essere usato in compiti di vigilanza per sottoporre a verifica la mindlessness theory, ipotizzando una relazione positiva tra time on task, fidgeting e decremento della prestazione. Inoltre, la stima in tempo reale di questo indicatore potrebbe essere utilizzato per monitorare lo stato funzionale di un operatore impegnato nell¿interazione con un sistema complesso e agire da trigger per implementare in maniera adattiva cambiamenti nel funzionamento del sistema.

Codice Bando: 
460683
Keywords: 

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