
L¿India - forse la civiltà tradizionale per eccellenza ¿ ha sempre assegnato una fondamentale importanza alla modalità della trasmissione del sapere, finalizzata alla perpetuazione di un progetto egemonico posto in essere dalla casta dotta-sacerdotale (br¿hma¿a) in sinergia con la classe politicamente e militarmente dominante (k¿atriya). Il contatto diretto maestro-discepolo (guru-¿i¿ya), unito a un¿accentuatissima quanto sospetta valorizzazione dell¿oralità (Torella 2011), diventa uno strumento essenziale per il controllo della trasmissione del sapere. Sapere mondano e sapere spirituale sono dunque nelle mani del guru, talvolta ritenuto addirittura più importante delle scritture rivelate stesse (Rigopoulos 2009). Il rapporto col guru tende a essere totalizzante e solcato da componenti fortemente emozionali; il guru è l¿incarnazione terrena del dio e, una volta scelto, non può essere essere giudicato su basi intellettuali o etiche (Hara 1980). Il guru dispensa una conoscenza trasformativa attraverso la parola o anche con la sua sola presenza: la scuola tantrica del Krama prevede un maestro talmente eccelso con cui basta incrociare lo sguardo per essere liberati. La saggezza popolare mostra una piena consapevolezza dell¿importanza e insieme del pericolo del guru in un ben noto `proverbio¿ (subh¿¿ita): ¿Ci sono tre entità rispetto alle quali non è consigliabile stare né troppo lontano né troppo vicino: la donna, il re, il maestro¿. Al ruolo centrale del guru nella civiltà indiana si affianca, già dagli ultimi decenni dell¿800, il fenomeno della migrazione di guru indiani verso paesi occidentali nonché di adepti occidentali verso guru indiani basati in India. Appare dunque evidente che per affrontare il tema del guru nelle sue varie declinazioni si rendono necessari strumenti interpretativi non solo di carattere filologico e storico-culturale, ma anche antropologici e psicoanalitici.
Il progetto qui proposto si inserisce nell¿allargamento del tradizionale ambito della materia da me insegnata (Lingua e Letteratura Sanscrita), come da me sistematicamente praticato negli ultimi anni in particolare per quanto riguarda gli studi sulla letteratura del Tantrismo e del Dharma¿¿stra, l¿immenso repertorio delle norme che descrivono/regolano il comportamento sociale e religioso dell¿hindu ortodosso. Per comprendere il mondo culturale e sociale dell¿India premoderna è necessaria un¿indagine che integri la pur fondamentale dimensione testuale con strumenti forniti dall¿antropologia, in particolare nelle sue varietà cognitive, simboliche e psicologiche; e questo vale a maggior ragione anche per l¿India moderna. Con questo obiettivo ho avviato da alcuni anni un dialogo fra indologia e antropologia, che ha portato ad es. a due percorsi di dottorati, recentemente conclusi, in cotutela con antropologi francesi all¿interno della Sezione Asia Meridionale, da me coordinata, del Dottorato in Studi sull¿Asia e l¿Africa della Sapienza: I. Majo Garigliano, ¿The Brahmans of the Kamakhya¿ temple complex (Assam). Customary rights, relations with pilgrims and administrative power.¿ (tutor Sapienza: R. Torella; tutor Paris-Nanterre: G. Tarabout); D. Bevilacqua ¿A Past for the Present: The Role of the Sri Math and the Jagadguru in the Evolution of the Ramanandi Sampradaya¿ (tutor Sapienza: M. Prayer; tutor Paris EHESS : V. Bouillier).
I riflessi di questa nuova apertura disciplinare si possono scorgere anche in miei recenti lavori, quali ¿Passions and emotions in the Indian philosophical-religious traditions¿ e ¿Purity and impurity in nondualistic ¿aiva Tantrism¿, sopra citati. Campo principale di indagine sono stati gli studi sul Tantrismo, in cui la Sapienza ha una posizione di assoluto prestigio internazionale. Anche in questo campo l¿approccio della scuola di Roma, fondata da Giuseppe Tucci e Raniero Gnoli, e da me e dai miei allievi attualmente rappresentata, incentrato sulla dimensione filologico-filosofica, è qui proficuamente integrato dall¿approccio storico-religioso, antropologico e psicoanalitico. In India i testi sono estremamente importanti, ma non sono tutto. Per converso, è impossibile un tentativo di comprensione della realtà culturale, sociale e psicologica dell¿India moderna e contemporanea senza mettere in luce il suo radicamento nell¿India tradizionale, che appunto in una tradizione testuale enormemente estesa si è espressa.