Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2160501
Anno: 
2020
Abstract: 

La progressiva esternalizzazione della cura non sembra aver incrinato il modello familista italiano. A fronte della carenza di servizi pubblici e privati, le esigenze domestiche e di cura continuano ad essere gestite dalle famiglie prevalentemente tramite il ricorso a lavoratori stranieri. Il passaggio dal ¿family model of care¿ al ¿migrant in the family model of care¿, ha consentito di mantenere la cura dentro la famiglia, cristallizzando le divisioni di genere, e di ridurre i costi utilizzando lavoro a basso costo. L¿emergenza Covid, ha però reso evidente sia la nostra dipendenza da questo tipo di professioni, sia la mancanza di diritti e tutele per i lavoratori contribuendo ad inserire queste tematiche nel dibattito pubblico e mediatico. L¿obiettivo del progetto, seguendo sia lo sviluppo mediatico, sia analizzando gli esiti in termini di policy, è quello di cercare di capire in che termini è stata affrontata la questione, quali gli interessi in campo e chi si è fatto portavoce e di quali istanze. L¿attività di ricerca, attingendo alla Teoria delle Rappresentazioni Sociali analizzerà il ruolo chiave svolto dai media in questo processo. La ricerca si articolerà in due fasi. Nella prima si analizzerà la comunicazione e la copertura giornalistica sulle questioni del lavoro domestico e di cura con l¿obiettivo di comprendere come è stato declinato il tema, quali sono i soggetti che si sono fatti interpreti di questo dibattito e con quale posizione, cercando di identificare quelle componenti specifiche delle rappresentazioni sociali che sono difficili da far emergere con interviste o altri strumenti. Sarà applicato un approccio socio-linguistico per integrare la linguistica computazionale e la statistica linguistica, lessicale e testuale. La seconda parte sarà dedicata alla realizzazione di interviste in profondità a testimoni privilegiati per capire se e in che modo la retorica ha influenzato la messa a punto di prassi di azione concerete.

ERC: 
SH3_7
SH3_12
SH3_8
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2732591
sb_cp_is_2731560
Innovatività: 

Quello del lavoro domestico e di cura è un tema raramente affrontato nel dibattito pubblico italiano. Le storiche carenze del sistema di welfare nazionale hanno alimentato un modello in cui sono soprattutto le famiglie a doversi far carico delle attività di cura relegando nella sfera privata una questione che è invece fondamentale per la tenuta anche del nostro sistema economico. L¿emergenza Covid amplificando tutte le storiche debolezze del nostro sistema sociale ed economico ha anche portato il tema dentro il dibattitto pubblico. I media hanno senza dubbio svolto un ruolo chiave in questo processo, contribuendo in veste di autorità epistemica a diffondere informazioni, selezionarle e orientare il pubblico. Partire dall¿analisi del dibattito pubblico e mediatico rappresenta quindi un punto di osservazione privilegiato per capire come e se iniziano a innescarsi approcci maggiormente orientati ad una presa in carico, non solo privata, dei bisogni delle famiglie e dei lavoratori. In questo senso individuare quali sono gli stakeholders e quali istanze portano è cruciale per capire in che direzione ci si muove anche in considerazione del fatto che si tratta di un comparto il cui peso anche economico è destinato ad aumentare. Questa emergenza sembra poter essere dunque un momento di analisi privilegiato anche per capire se e in che modo anche nel nostro paese iniziano ad essere recepite le suggestioni già presenti nel dibattito internazionale e che evidenziano come i deficit nel lavoro di cura sono anche lo specchio di un deficit democratico più ampio. La cosiddetta ¿democrazia della cura¿ (Joan Tronto, 2013), propone di collocare la cura al centro delle preoccupazioni degli stati democratici oggi dominati dal mercato e dall¿economia. Mettere la cura al centro significa riconoscere (ma anche redistribuire) il lavoro di chi quotidianamente si ¿prende cura¿ per promuovere benessere individuale e collettivo. Richiede perciò di investire nelle linee di difesa e promozione di una vita dignitosa per tutti, sia attraverso la diffusione e il potenziamento dei servizi alla persona, sia attraverso le tutele occupazionali, il reddito di base, e il riconoscimento.
Del resto si tratta di un comparto rilevante anche dal punto di vista economico. Guardando i dati sul lavoro domestico sono circa 2 milioni le persone impiegate nel comparto con circa un milione e mezzo che però svolge questa attività a livello informale. Nonostante si tratti di un settore dove è ampissima la diffusione del lavoro sommerso è possibile calcolarne l¿impatto sul PIL pari all¿1,2% e che genera in valore aggiunto circa 19 miliardi di euro. Allo stato attuale l¿Italia nel confronto europeo è il paese in cui i datori di lavoro sono quasi esclusivamente le famiglie mentre in altri Stati sono soprattutto le agenzie, le imprese o pubbliche e private ad impiegare i lavoratori del comparto, con una possibilità più ampia di qualificare il settore, generare ricchezza e garantire migliori condizioni di lavoro. In questo senso capire se e come l¿arrivo nel dibattito di queste questioni possa contribuire a rilanciare la necessità di una maggiore regolazione del comparto potrebbe essere strategico anche in vista delle stime sui fabbisogni di cura inevitabilmente destinati ad aumentare nel prossimo futuro.

Codice Bando: 
2160501

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