Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2085991
Anno: 
2020
Abstract: 

La proposta è intesa quale prosecuzione e approfondimento degli studi intrapresi con la Ricerca 2019 (Roma Capitale della Repubblica. Città, cittadini e istituzioni fra gestione dello Stato e progetto della metropoli), il cui quadro tematico ruota attorno al rapporto fra sedi istituzionali e sviluppo urbano, alla revisione e decentramento del sistema degli apparati di governo, agli studi progettuali sulle centralità periferiche per un rilancio del rapporto quartieri/istituzioni.
Degli ambiti della "città direzionale", vorremmo qui affrontare più puntualmente le porzioni all'aperto, contigue e complementari, oltreché di servizio, collegamento e interfaccia tra sedi istituzionali, arricchire il ragionamento in corso sul recupero spaziale-organizzativo e progettazione ex-novo delle architetture e relative pertinenze, aprendone una sessione specifica, avente come primo piano il tessuto dei vuoti interposti, i pubblici in primis. Considerando le consistenze edilizie in gioco, pensiamo che la progettazione integrata e proattiva degli spazi aperti del direzionale meriti un capitolo di sperimentazione da onorare più ampiamente.
Il tema, in sé già rilevante, appare oggi impellente, alla luce dell'emergenza sanitaria. Dopo la pandemia, il plein air urbano invocherà precise azioni di soccorso. Occorrerà ricomporre l'attuale disgregazione del tessuto sociale. Occorreranno spazi di rinnovata concezione, che incoraggino la ripresa dello spirito comunitario, che rimettano in moto la fisicità delle manifestazioni interpersonali, cuore della vita urbana.
Il sistema delle rinnovate sedi dello Stato rappresenta, per l'obiettivo che si impone, un nodo cruciale. Dalla loro rigenerazione e integrazione con le sedi della direzionalità privata, potranno scaturire opportunità molteplici. Tutt'attorno alla città governativa potrà rinascere un amàlgama sociale di nuova specie, facente leva sull'attrattività esercitabile dalle architetture autorevoli, simboliche e di grande dimensione.

ERC: 
SH2_9
SH2_6
SH5_7
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2637361
sb_cp_is_2657110
sb_cp_is_2638029
sb_cp_es_348095
sb_cp_es_348096
sb_cp_es_348097
sb_cp_es_348098
sb_cp_es_348099
sb_cp_es_348100
sb_cp_es_348141
Innovatività: 

Per il direzionale di Pietralata, la sfida riguarderà ipotesi di ricostruzione del tessuto degli spazi di interconnessione che hanno subito, o sono in procinto di subire, un danno di "secondarietà". Sarà nel progetto delle migliori forme assumibili da quella parte di "città pubblica" che ha assunto, nel tempo, sempre più il ruolo di solo servizio, o semplice ambito intercompreso, se non di risulta; sarà nel progetto che ancora si deve agli spazi rimasti "in attesa" per far largo all'eclatanza e nel progetto a venire, dati gli ingenti pesi previsionali che insistono sul settore.
L'accordo FS - Roma Capitale (2000), prevede circa 160.000 mq di nuovi diritti edificatori. Oltre ai già compiuti, c'è il realizzando Lotto C1, la ricollocazione della nuova Autostazione Tibus, aree parcheggio, nuova viabilità di alto e basso scorrimento, i neo-laboratori e aule Sapienza, il nuovo HQ di FS, l'entro-comparto SDO che vedrà crescere nuove sedi ministeriali oltre alla nuova ISTAT e al Campus Sapienza.
Entrando nelle maglie di uno tra i più consistenti accentramenti di Sedi Istituzionali, si cercherà di cogliere le possibili sinergie tra fatti maggiori, con specifiche azioni rivolte alle piccole operazioni che fanno tessuto, di formulare un'altrettanto forte rete di spazialità sostenibili dal punto di vista della vita urbana, della fruizione agevole, invitante e "in sicurezza". Tra gli obiettivi, il trarne indicazioni progettuali esportabili in contesti consimili, non ultimi quelli del circuito delle CUM, lungo il GRA. Il comparto di Pietralata potrà farsi misuratore del gradiente di abitabilità sociale di un distretto direzionale ad alta densità di funzionalità dirigenziali e istituzionali pubbliche e private, farsi esemplificativo delle attrezzature necessarie alla sua vivibilità, delle predisposizioni utili.
La scala d'osservazione sarà quella dell'abitante urbano, del fruitore che, di quel brano di città, incontra vantaggi e svantaggi. Sarà il punto di vista del "city user", che della città vuol fare "cosa propria", poterne disporre senza esclusioni.
L'abitante urbano di oggi desidera una "città-casa", più che un contesto sbalorditivo. In questo è "de_modernizzato" (vedi Touraine, Dubet, Giddens e le molte voci della "sociologia ricostruttiva"), ha rimosso le ideologie. Non si attiene, dice la sua. Siamo nei contesti delle autorità, ma diversamente che nel passato, una nuova rete di vite li attraversa. Al verticismo fa riscontro una società meno osservante e più esigente: una società "orizzontale", che chiama alla ribalta gli spazi minori. Il bisogno di sicurezza e di accortezza relazionale che il post-pandemia introduce come fatto nuovo, conferisce risalto alla disciplina della Prossemica, che ne arricchirà lo scenario.
È un processo già largamente in corso: Italia, Europa, Mondo.
Inoltre, la minore scala delle cose è foriera di partecipazione delle scelte. L'architettura della "città a grana fine" è contesto plasmato tutto sugli usi, respira vivacità, molteplicità d'interpretazione, adattività; prende le mosse e apprende dalle "azioni urbane", rivelando il volto smart della città "alta".
Dall'incontro tra cittadini e istituzioni il Progetto Urbano potrà derivare un'"affordable dimension": contro le rigidità dell'Urban Design di matrice moderna, il recupero, del "mental mapping" di Kevin Lynch, dell'"intuitive design" di Nikos Salingaros, la ripresa delle fila del Social Design, un modo di pensare lo spazio come appartenente soprattutto alla vita e all'azione umana, una filosofia centrata sulla sinergia tra individui, che la prossemica indaga come distanza positiva.
Sarà sfida sperimentale l'intendere il progetto urbano (P.U.):
- come visione ravvicinata nell'ottica binaria piccolo-grande come parti di una medesima poetica unitaria
- come intervento terapeutico, di cura delle condizioni ambientali, di dedizione puntuale
- come micro_ingegneria territoriale. A Pietralata la frattura città-campagna non è del tutto avvenuta. Il quartiere vale come brano di "città aperta" ove, tra le densità costruite, affiorano preesistenze ambientali, i cui margini si offrono come interfacce inesplorate: profili da modellare, percorsi/risalite da confermare e/o tracciare ex novo... «In tale direzione, lo spazio pubblico va inteso non solo come rete della socializzazione, ma come rete infrastrutturale-ambientale (...)» (R. Pavia, Tra suolo e clima. La terra come infrastruttura ambientale, 2019)
- come progetto di una "grande casa". "Pour qui construire?" "Pour l'homme ou pour le jeux?" si chiedeva Le Corbusier, invocando una "cité humaine" contro l'imperante statalismo (La Maison des hommes, 1942) e contro l'appiattimento delle visioni spaziali "dall'alto"
- come disegno delle solidarietà attivabili scalzando i grandi campi d'azione, per farsi strumento di ricostruzione societaria (Touraine) divenendo disegno dei mutui soccorsi, delle sinergie virtuose tra abitanti, in una dimensione comunitaria spontanea e liberale.

Codice Bando: 
2085991

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