La pianificazione e la progettazione ambientale non possono prescindere dal contributo fondamentale dell'Ecologia vegetale, della Floristica e della Tassonomia. Le politiche ambientali attuali indirizzate verso la salvaguardia della diversità enfatizzano come biomi e formazioni vegetali ma anche i più piccoli microecosistemi, o addirittura l'estremamente multidisciplinare "Paesaggio" necessitano dell'esatta identificazione delle specie e della definizione del loro ruolo nelle comunità vegetali. Le comunità forestali sono ecosistemi pluristratificati dove le specie arboree influenzano qualitativamente e quantitativamente la composizione specifica e l'ecologia del sottobosco. Le caratteristiche bioclimatiche della Penisola italiana fanno sì che la quasi totalità del territorio presenti una vocazione forestale. Il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici recenti mettono a rischio il funzionamento degli ecosistemi forestali e spingono verso la ricerca di tipologie capaci di resistere alla sempre crescente aridità. Nella Penisola italiana il genere Quercus svolge un ruolo predominante tanto in termini di diversità specifica quanto di copertura globale sul territorio. L'Italia è il paese europeo con la più alta biodiversità specifica di querce ospitando un numero di specie che varia da 11 a 18. L'indeterminatezza del numero complessivo risiede nel fatto che alcune entità, quali ad esempio Quercus pubescens (roverella) o Quercus petraea (rovere) mostrano una elevata variabilità morfologica per cui all'interno dei loro gruppi collettivi sono state proposte numerose altre specie. Il presente lavoro è finalizzato ad uno studio sulla diversità genetica, tassonomica e d ecosistemica delle querce caducifoglie di alcune aree protette dell'Appennino finalizzata alla stesura della carta della vegetazione potenziale e della qualità ambientale, strumenti questi necessari ai fini di una pianificazione territoriale realmente sostenibile.
La ricerca si presenta come fortemente innovativa perchè coniuga discipline diverse tra loro quali la tassonomia, l'ecologia e la pianificazione del paesaggio. Questo discorso è particolarmente valido considerato il tema di studio. Le querce sono infatti tra gli alberi culturalmente ed ecologicamente più importanti ovunque siano originarie ed in Italia rappresentano un simbolo identitario della nostra storia e un segno tangibile del primato di diversità forestale detenuto dalla nostra Penisola. In relazione a ciò le applicazioni del progetto potranno svilupparsi su diverse scale spaziali e diversi livelli amministrativi.
La misurazione precisa dell'identità e della diversità delle specie è della massima importanza per invertire il declino della biodiversità ed è uno degli obiettivi fondamentali dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Tracciare l'identità delle specie, di un gruppo attualmente cruciale per far fronte al cambiamento climatico quali le querce decidue xerotemiche, valutarne la variabilità morfologica, la diversità genetica e l'evoluzione rappresenta una grande opportunità per far progredire l'ecologia applicata e la gestione del territorio. La strategia congiunta e multidisciplinare che proponiamo consentirà di ampliare le nostre conoscenze sui querceti oggetto di studio e definire linee guida precise per il loro corretto utilizzo nella pianificazione del paesaggio.
L'IUCN ha recentemente dedicato una lista rossa specifica per le querce che stima che circa il 40% di tutte le specie appartenenti al genere Quercus siano di interesse per la conservazione (Carrero et al., 2020).
In questa prospettiva è stata costituita una rete globale coordinata, il Global Conservation Consortium for Oak (GCCO). Tale Consorzio coinvolge l'Orto Botanico Conservazione Internazionale di cui l'Orto Botanico di Roma della Sapienza è un membro attivo e può essere incluso tra le ulteriori infrastrutture di ricerca utilizzabili in questo notro progetto di ricerca. Anche gli Erbari rappresenteranno una risorsa importante per questo progetto e in particolare l'Herbarium Flaminio (HFLA) che possiede importanti collezioni di querce relazionate a recentissime pubblicazioni. Esemplari digitalizzati ad alta risoluzione resi pubblicamente disponibili sul web porteranno ad implementare un solido database di riferimento per risolvere future ambiguità nella ricerca tassonomica/ecologica e promuovere applicazioni adeguate. I dati genetici saranno invece depositati in archivi pubblici internazionali di nucleotidi (NCBI).
Essendo Quercus un genere tassonomicamente impegnativo ogni piccolo contributo che si sviluppi grazie alla cooperazione tra discipline apparentemente diverse (ma operativamente connesse) consentirà di elaborare linee guida per la gestione dei querceti a livello di gene, specie, popolazione, comunità e paesaggio. Tutti questi dati e informazioni sui boschi di querce in questione saranno integrati a livello europeo nella piattaforma Bottoms-Up, in cui vengono raccolte e condivise informazioni armonizzate sulla biodiversità forestale europea tra un'ampia rete di ricercatori europei. Oltre al contributo all'infrastruttura di ricerca globale ed europea, l'attuale progetto supporterà anche linee guida di gestione da applicare su scala locale. In quest'ottica, i risultati della ricerca saranno pubblicizzati tra i gestori di Natura 2000 e l'amministrazione regionale responsabile della gestione forestale in Italia.
Un altro sviluppo ipotizzabile in termini scientifici e socio-economici potrebbe essere quello della creazione di riserve biogenetiche per le foreste di querce xerotermiche decidue nell'Italia peninsulare. Tali riserve forniranno alle amministrazioni locali e regionali e agli enti di gestione delle aree protette materiale scientifico fondamentale per future proposte finalizzate alla pianificazione e alla progettazione ambientale. In questo modo, le stesse istituzioni sosterranno i principi base della conservazione attiva. La riproduzione vivaistica delle entità selezionate può essere sviluppata in termini commerciali e messa a disposizione di strutture pubbliche o private. In questo caso, la scelta consapevole e strategica di un utilizzo mirato nell'interazione uomo-paesaggio sarà accompagnata da un ritorno economico derivante dalla produzione e vendita di semi e piante. La diffusione del progetto e la sua disponibilità consentirà di avvicinare un maggior numero di persone alla definizione dei futuri assetti territoriali, mettendo a loro disposizione il materiale biologico in modo efficiente, economicamente produttivo e socialmente utile. Il rispetto dell'identità dei luoghi e dei paesaggi, che è uno degli obiettivi del progetto, renderà le stesse popolazioni locali consapevoli e protagoniste affinché esse si affezionino al proprio territorio e partecipino alla sua tutela e crescita.