Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1601744
Anno: 
2019
Abstract: 

Secondo la prospettiva cognitivo-comportamentale, le distorsioni cognitive giocano un ruolo centrale nell'esordio e nel mantenimento dei disturbi mentali. Diversi studi, confermando ciò che emerge a livello clinico, hanno evidenziato una correlazione significativa tra tali processi e molti disturbi mentali. Ad esempio, i soggetti con Disturbo di Panico esasperano il significato delle loro esperienze interne (catastrofizzazione) e ciò è predittivo del successivo attacco di panico (Gellatly e Beck, 2016). Dall'analisi della letteratura, tuttavia, si evidenzia una carenza di paradigmi sperimentali e longitudinali capaci di indagare il ruolo causale delle distorsioni cognitive nell'esordio e/o nel mantenimento dei diversi disturbi mentali. In merito a ciò, secondo la prospettiva funzionalista (Gross, 2016), le credenze, e quindi anche le distorsioni cognitive, assolvono funzioni ed obiettivi diversi. Oltre ad avere una funzione rappresentativa (Kruglanski, 1980), rivestono una funzione edonica (Kunda, 1990), ossia hanno un ruolo nella regolazione degli stati affettivi. In linea con questa prospettiva, nel presente studio viene ipotizzato che le distorsioni cognitive agiscano come strategie response-focused di regolazione emotiva. Nel nostro studio ipotizziamo che lea distorsioni messa in atto dalle persone vadano a modellare le emozioni esperite, aumentandone o diminuendone l'intensità, o ancora, modificandone la natura. Per verificare tale ipotesi, il progetto prevede tre fasi in cui sono coinvolti due gruppi di soggetti (SANI vs PATOLOGICI): a) valutazione clinica e addestramento iniziale in laboratorio; b) automonitoraggio ecologico degli episodi emotivi; c) induzione emotiva e manipolazione sperimentale in laboratorio. La seconda fase rappresenta un paradigma longitudinale della durata di due settimane svolto attraverso misure self-report. L'ultima fase è costituita da un paradima sperimentale in cui è direttamente manipolata l'attività di pensiero dei soggetti.

ERC: 
SH4_2
SH3_4
LS5_8
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2051520
sb_cp_es_308283
Innovatività: 

Come precedentemente accennato, gli studi presenti in letteratura, sebbene mettano in evidenza una chiara associazione tra la tendenza a mostrare distorsioni del pensiero e la presenza di specifiche sintomatologie, sono prevalentemente di tipo correlazionale e basati esclusivamente su misure self-report. Notoriamente, questo tipo di studi pongono dei limiti alla comprensione dei meccanismi causali e alla validità dei risultati evidenziati. Appare quindi centrale avviare programmi di ricerca sperimentali e longitudinali che si pongano l¿obiettivo di comprendere se le distorsioni di pensiero siano causa o piuttosto una conseguenza di tali condizioni patologiche, o ancora quale sia il ruolo delle distorsioni nelle dinamiche a circolo vizioso che spesso caratterizzano i disturbi psichici. Oltre a questo, coerentemente con i modelli cognitivo-comportamentali di terza generazione (Acceptance and Commitment Therapy-ACT, Hayes 1986), è opportuno valutare la rilevanza delle distorsioni del pensiero rispetto ad altri processi psicopatologici (ad. es. l¿evitamento esperienziale. ACT, Hayes 1986) nella spiegazione dello sviluppo, del mantenimento e della gravità dei disturbi mentali.
Il presente progetto, prevedendo l¿implementazione di uno paradigma longitudinale e sperimentale in cui sono utilizzate sia misure soggettive sia misure fisiologiche, rappresenta un primo tentativo di superamento di tali limiti. Il progetto, infatti, si pone l¿obiettivo di indagare la natura e la rilevanza di questi processi di pensiero tipicamente riportati dai pazienti durante colloqui diagnostici e psicoterapeutici. Un avanzamento delle conoscenze in questa direzione permetterebbe lo sviluppo di modello di intervento maggiormente mirati al cambiamento dei processi psicopatologici.

Codice Bando: 
1601744

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