
Il tempo, come lo spazio, non è categoria giuridica, ma fenomeno neutro entro cui opera la giuridicità.
I rapporti giuridici sono naturalmente proiettati nella dimensione temporale al punto che il decorso del tempo si intreccia, inevitabilmente, con esigenze di giustizia, certezza ed effettività di tutela.
La riflessione sulla rilevanza del tempo nel diritto è tema di portata sistematica, che si estende ben oltre i tradizionali confini del diritto civile, incidendo finanche sulla dicotomia tra realtà sostanziale e realtà processuale.
Da questa consapevolezza nasce l'idea di un ripensamento degli istituti della prescrizione e della decadenza, che, muovendo dalle tradizionali differenze in termini di disciplina, oggetto, funzione ed efficacia, indaghi l'esistenza di una ratio nella diversificazione dei due fenomeni, tra cui, al contrario, si avverte omogeneità funzionale.
Il tema si apre a questioni di teoria generale, di cui si vuole superare i preconcetti, che, ad esempio, hanno reso restii a ravvisare ipotesi di nullità soggette a decadenza, e affronta poi nel dettaglio le prescrizioni brevi o brevissime e il moltiplicarsi dei termini di decadenza, di cui si proverà a sviscerare, ove esistente, il razionale fondamento.
L'obiettivo non è di mera speculazione scientifica, ma, al contrario, di concreto valore applicativo, proponendosi di individuare soluzioni nuove e razionali che, in un'ottica di logica semplificazione, contribuiscano ad un'opera di riordino della disciplina, in una prospettiva di riforma dell'intera materia con evidenti ricadute in ambito processuale. D'altronde, se la finalità del processo è il soddisfacimento di interessi concreti, un serio tentativo di deflazione del contenzioso non può limitarsi al piano procedimentale, richiedendo necessariamente un intervento sulle regole sostanziali, al fine di limitare a monte i contrasti, anzitutto proponendo norme ragionevoli nel reciproco coordinamento ed uniformi per fattispecie sostanzialmente simili.
L'analisi dei fenomeni giuridici non può rimanere imbrigliata nella concezione tradizionale e strutturale della fattispecie, ma deve svolgersi attraverso una concezione dinamica, non soltanto procedimentale, ma funzionale e teleologica, idonea a realizzare interessi e valori apprezzabili da parte dell'ordinamento.
Il contributo innovativo che la ricerca propone si rintraccia anzitutto nel suo carattere trasversale, che scaturisce dall'osservazione dei fenomeni e dall'elaborazione degli stessi in una riflessione che si vuole scevra da pregiudizi sulla struttura, sulla definizione e sull'articolazione degli istituti.
Ciò richiederà un'analisi sistematica, che faccia anzitutto chiarezza sull'impianto terminologico e concettuale e poi ne consideri i profili più rilevanti, come la discrezionalità dell'organo giudicante in punto di dies a quo, soprattutto con riferimento al diritto al risarcimento del danno extracontrattuale (ex multis Cass., SS.UU., 576/2008, più recentemente Cass., SS.UU., 23763/2011), alla valutazione dell'inerzia del titolare (Cass., SS.UU., 10955/2002) e ai fatti interruttivi della prescrizione (cfr. Cass., SS.UU., 15661/2005, ma anche Cass., SS.UU., 5872/2011).
Lo studio, tenendo anche conto delle istanze volte al superamento dell'intangibilità del termine prescrizionale in favore di una concreta tutela delle situazioni giuridiche, si concentrerà, in particolare, sui rapporti con l'autonomia privata e sul ruolo dell'interprete che, onerato della qualificazione nel silenzio della legge, si trova a fronteggiare il moltiplicarsi dei termini, determinati di volta in volta da singole disposizioni, talora prive di ragionevole fondamento e sistematico coordinamento.
In definitiva, l'obiettivo della ricerca sarà valutare, anzitutto, se le soluzioni adottate costituiscano il miglior bilanciamento possibile tra le esigenze di certezza e quelle di effettività di tutela, garantita dall'azionabilità dei diritti, per poi riflettere sull'opportunità di un sistema che moltiplica i termini, operando diversificazioni, di cui non di rado sfugge l'utilità.
L'innovatività sarà offerta, quindi, da una visione sistematica che, esplorando finanche il senso stesso della distinzione tra prescrizione e decadenza, indaghi criticamente moltiplicarsi dei termini, tenendo anche conto dei rapporti con l'autonomia contrattuale, ad esempio in tema di valutazione di meritevolezza dei termini inseriti all'interno di rapporti di lavoro, di garanzia personale, aleatori.
Il tema si sviluppa su questioni di teoria generale, spesso viziate da rassicuranti preconcetti che si fatica ad abbandonare, e in generale da classificazioni e scelte di diritto positivo, dettate -sempre più- da esigenze contingenti.
In tal senso, utile angolo di osservazione, come spesso avviene nelle vicende dell'autonomia privata, potrà essere, tra gli altri, quello della patologia, in cui si è tradizionalmente restii a riconoscere nullità soggette a decadenza (cfr. art. 2379 c.c.). Affrontando temi più specifici si scenderà, ad esempio, nel dettaglio delle prescrizioni brevi o brevissime (peraltro applicabili anche ai casi non previsti, ma che abbiano la stessa ratio, secondo Cass. 6846/2000), di cui si proverà a sviscerare, ove esistente, il razionale fondamento.
Il carattere interdisciplinare sarà garantito dall'apporto e dall'approfondimento delle soluzioni normative, dottrinarie e giurisprudenziali attinte dal settore penalistico, ove la trattazione della prescrizione, connotata da forti ricadute in termini di diritti fondamentali dell'uomo, garanzia del diritto costituzionale di difesa, principio di legalità ed esigenze di giustizia sostanziale, esorta da tempo il legislatore ad una riforma della disciplina.
Pur valorizzando la ricostruzione teorica, l'obiettivo non appare di mera speculazione scientifica: le conclusioni raggiunte troveranno un'applicazione pratica in quanto, per i profili presi in esame, serviranno a valutare la normativa vigente, nella prospettiva di revisione della stessa disciplina codicistica e di suggerimenti utili per l'armonizzazione.
Lo studio guarderà al contenzioso processuale come punto di partenza e punto di arrivo: ponendo al centro della riflessione l'interesse di volta in volta tutelato, si considereranno le ipotesi che maggiormente causano litigiosità, cercando soluzioni nuove e razionali, ispirate ad una logica di tutela e semplificazione.
Il tutto sarà affrontato nella consapevolezza che un serio tentativo di deflazione del contenzioso non può limitarsi ad operare su un piano procedimentale, richiedendo necessariamente un intervento sulle regole sostanziali, che consenta di limitare a monte i contrasti, anzitutto proponendo norme che siano anzitutto ragionevoli nel reciproco coordinamento ed uniformi per fattispecie sostanzialmente simili.