Il presente progetto è volto alla pubblicazione della monografia che risulterà dall'elaborazione della tesi di dottorato in Scienze documentarie, linguistiche e letterarie (curriculum in studi storico-letterari e di genere). La stesura della tesi è attualmente in corso e terminerà per l'inizio di ottobre 2019 (la discussione è prevista per l'inizio del 2020). Il lavoro di ricerca che ho sviluppato in questi tre anni indaga la presenza di un immaginario coloniale nelle rappresentazioni visuali della nerezza femminile nell'Italia contemporanea, attraverso l'analisi di prodotti culturali di massa quali immagini pubblicitarie e fotografiche. L'obiettivo è quello di mostrare come alcuni meccanismi di razzializzazione di origine coloniale siano messi in atto nell'Italia contemporanea nei confronti delle donne nere (migranti e italiane), producendo di loro immagini stereotipate da una prospettiva di genere e razza. Se gli immaginari proposti quotidianamente nella cultura dominante sono fortemente razzializzanti, al contempo esistono eloquenti contro-narrazioni - alcune delle quali sono analizzate nella tesi - che artiste italiane afrodiscendenti oppongono a tali immaginari e che esprimono l'urgenza di rendere il concetto di "identità italiana" maggiormente inclusivo. La tesi è strutturata in tre capitoli nei quali, a partire da una disanima circa lo stato dell'arte del dibattito su razza e razzismo in Italia da una prospettiva storica, vengono analizzate prima le fonti visuali selezionate e poi le interviste svolte con le artiste italiane afrodiscendenti, utilizzando gli strumenti teorici e metodologici illustrati di seguito. Il lavoro di tesi e la successiva monografia, attraverso un approccio transdisciplinare e intersezionale, intendono offrire un contributo nell'ambito degli studi di genere, degli studi critici sulla razza, degli studi postcoloniali e di quelli sulla cultura visuale applicati al contesto italiano.
Il lavoro qui presentato intende offrire un contributo nel campo della storia nella sua intersezione con gli studi di genere e gli studi critici sulla razza applicati al contesto italiano. L'Italia ha mostrato una certa resistenza, quando non aperta opposizione, allo sviluppo di una riflessione circa i processi di razzializzazione in relazione con la storia italiana - in particolare con i periodi liberale e fascista e con l'esperienza del colonialismo -, attraverso un approccio che utilizza la razza come categoria d'analisi critica. In area accademica tale resistenza viene espressa da una parte di antropologi che nel 2014 hanno sottoscritto un appello per richiedere l'eliminazione del termine "razza" dalla Costituzione. Una rimozione simbolica e istituzionale, questa, che si andrebbe a sommare a quella culturale e sociale già operata a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando l'identità italiana si è (ri)costruita sul mito degli "italiani brava gente" e del colonialismo dal volto umano, estromettendo dalla memoria pubblica le politiche razziali fasciste, le violenze coloniali, la razzializzazione degli emigranti italiani. Nonostante la sua apparente scomparsa, la razza opera ancora, sebbene in modo meno visibile, nei processi di definizione delle differenze sociali e il razzismo continua a essere un fenomeno ben presente nella società italiana a livello politico, culturale e sociale. Ignorare l'esistenza della razza come costruzione sociale non solo non favorisce, ma impedisce una rielaborazione critica dei processi attraverso i quali si è strutturata l'identità italiana in relazione/opposizione a identità altre. Tale processo impedisce anche un'analisi strutturale del razzismo contemporaneo, che esca dalla logica per la quale esso è considerato un fenomeno emergenziale e/o estraneo all'Italia. L'approccio proprio degli studi critici sulla razza - che costituisce la base teorico-metodologica del presente lavoro - è finalizzato a invertire questa tendenza, nominando la razza e considerandola come un asse di dominio che, nella sua intersezione con il genere, la classe, la nazionalità, l'orientamento sessuale, la cittadinanza, colloca i soggetti in specifiche posizioni all'interno della gerarchia sociale. In questo senso, dunque, la razza è funzionale alla comprensione delle differenze sociali e delle modalità attraverso le quali il razzismo agisce oggi.
Considerato lo scarso spazio (culturale e accademico) offerto a tali approcci in Italia, ritengo che il presente progetto possa costituire un contributo per un¿area di studi che in altri Paesi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Olanda) già da molti anni conduce ricerche assolutamente innovative e che, a partire dagli anni Duemila, ha iniziato a svilupparsi anche in Italia.