L'iperaldosteronismo primario (PA) rappresenta la forma più frequente di ipertensione arteriosa secondaria, con prevalenza superiore all'11% nei pazienti con neodiagnosi di ipertensione arteriosa, fino al 20-30% nei pz con ipertensione resistente o precoce danno d'organo. In circa il 30-40% PA deriva da un adenoma surrenalico aldosterone secernente (APA), forma suscettibile di un trattamento chirurgico, mentre nel restante dei casi da una iperplasia bilaterale delle ghiandole surrenaliche (IHA), sottoposta a trattamento farmacologico. Numerosi studi hanno dimostrato che importanti danni a carico degli organi bersaglio, come la cardiopatia ischemica, gli eventi cerebrovascolari, aritmie, fibrillazione atriale, così come un incrementato danno ossidativo, alterazioni metaboliche con significativa insulino-resistenza ed una accelerata progressione del danno aterosclerotico sono più prevalenti nel PA rispetto ai pazienti con ipertensione essenziale (EH), indipendentemente dai valori pressori, e il trattamento specifico (specialmente chirurgico) è associato a benefici a lungo termine.
Tuttavia, non tutti i PA, dopo trattamento specifico, presentano una completa regressione del quadro ipertensivo e delle complicanze cardio-metaboliche, raggiungendo una completa risoluzione dell'ipertensione in circa 50%, e fino al 70% in quelli sottoposti a surrenectomia. Plausibili motivi di questo fenomeno sono diversi e risulta, pertanto, fondamentale la valutazione dei fattori predittivi l'esito del trattamento eziologico del PA, in particolar modo nei pazienti affetti da APA sottoposti a surrenectomia.
Ad oggi non sono stati identificati affidabili modelli predittivi della risposta terapeutica (farmacologica ed in particolar modo chirurgica) al PA, per cui diviene opportuno indentificare elementi predittori del miglioramento del quadro ipertensivo e del rischio cardiovascolare globale nei pazienti affetti da PA.
Precedenti studi condotti dal Gruppo di Ricerca dello studio proposto hanno evidenziato come l'iperaldosteronismo primario sia una causa frequente e rilevante dell'ipertensione arteriosa, associata non solo ad un quadro di ipertensione moderata-severa e spesso complicata da eventi cardiovascolari e danno d'organo clinicamente manifesti già in età giovanile, ma caratterizzata da importanti alterazioni fisiopatologiche a carico sia del sistema cardio-vascolare così come significative alterazioni metaboliche, favorenti alterazioni del metabolismo glucidico, lipidico e patologie correlate all'obesità.
Inoltre tali studi, condotti su un modello fisiopatologico di eccessiva produzione di aldosterone, hanno consentito anche un miglior inquadramento delle alterazioni fisiopatologiche secondarie all'eccessiva produzione di aldosterone, alterazioni presenti anche in differenti condizioni patologiche caratterizzate da un eccessiva attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RSAA) (scompenso cardiaco, cardiopatia ischemica, cirrosi epatica, patologie renali croniche).
La maggior parte dei pazienti affetti da PA mostra un miglioramento dal trattamento specifico (farmacologico o chirurgico), ma non tutte le alterazioni cardio-vascolari e metaboliche mostrano una completa regressione e normalizzazione, per cui lo studio delle alterazioni fisiopatologiche di base presenti in questa malattia e le variazioni post-trattamento posso aiutare nell'identificare fattori predittivi prognostici di risposta al trattamento specifico.