Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2497023
Anno: 
2021
Abstract: 

Nell'ambito degli studi medievistici sulla cultura materiale, gli spunti di riflessione e le possibili declinazioni della ricerca sono molteplici, in particolare riguardo alla definizione degli spazi sociali e del quotidiano. Lo studio approfondito dei materiali provenienti, in questo caso, dalla città medievale di Cencelle, ha portato a un arricchimento delle conoscenze sulla funzionalità e sulle caratteristiche tecnologiche dei recipienti, attraverso una moltitudine di approcci differenziati. La ceramica e i prodotti finiti frutto della lavorazione argillosa sono stati sottoposti, in parte, ad un'approfondita analisi tracceologica effettuata allo stereomicroscopio, che ha portato all'individuazione non solo di tracce di lavorazione e usure, ma anche di vere e proprie impronte lasciate dagli artigiani durante il processo produttivo. La presenza di questo tipo di informazioni ha suggerito dunque l'idea di un diretto parallelismo con il mondo delle moderne indagini forensi e criminologiche, in cui lo studio delle impronte digitali rappresenta uno dei fattori di riconoscibilità più utilizzato. Allo stesso modo, l'indagine su una città medievale può ricalcare una moderna scena del crimine, in cui archeologi e antropologi si affiancano a esperti forensi per far luce sulle impronte del passato. Lo studio dei dermatoglifi, fin ora per nulla sperimentato nella sfera degli studi medievistici, si può rivelare fondamentale per approfondire questioni di genere, determinando, se ben conservate, sesso ed età di colui o colei che le ha tracciate e aprendo numerose questioni in merito al lavoro artigiano e all'organizzazione delle botteghe, alla suddivisione del lavoro tra uomini, donne e giovani e sul legame che intercorre tra prodotto e produttore.

ERC: 
SH6_3
SH6_6
SH6_12
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3535782
sb_cp_is_3558652
Innovatività: 

L'impatto fortemente interdisciplinare della ricerca è alla base della sua stessa innovatività. Leggere le tracce e le impronte che provengono da un manufatto archeologico, con il molteplice approccio dell'archeologo, dell'esperto forense e dell'antropologo, rappresenta un'utilissima occasione di confronto e unione di metodi ed esperienze differenziate. La ricerca archeologica, d'altronde, si basa su principi molto simili a quelli delle scienze forensi, cercando di ricostruire le vite e l'identità degli uomini del passato, come su una moderna scena del crimine. In questo caso la precisione analitica delle progredite tecniche di indagine legate alla dattiloscopia e all'avanzare degli studi antropologici, messi al servizio della ricerca storica, possono fornire un quadro scientifico unico nel suo genere. Il campione di impronte proveniente dalla città medievale di Cencelle offre difatti un punto di partenza privilegiato per un progetto di questo tipo, grazie alla possibilità di comparare e unire i dati provenienti da un'intera popolazione vissuta in un determinato range cronologico e in un areale definito.
A differenza degli studi finora citati, che fanno riferimento ad altri periodi storici e afferiscono soprattutto all'archeologia orientale (Aostrom 1980) e all'archeologia classica (A. Gottarelli, L. Proietti, D. Vitali, Analisi delle impronte digitali e della strategia di presa sulla ceramica a vernice nera, in T. Mannoni, A. Molinari, Scienze in archeologia. II Ciclo di Lezioni sulla Ricerca applicata in Archeologia Certosa di Pontignano, Siena 7-19 novembre 1988, Firenze 1990, pp. 425-450; A. Lichtenberger, K. Moran, Ancient fingerprints from Beit Nattif: studying Late Roman clay impressions on oil lamps and figurines, in Antiquity, 92, 361, 2018, pp. 1-6; T.S. Agtürka, K. Moran, From Beazley to Forensic Labs: Investigating Ancient Fingerprints in Classical Archaeology, in Arkeoloji Bilimleri Dergisi. Turkish. Journal of Archaeological Sciences, 1, 2021, pp. 95-108) in cui i campioni analizzati provengono da collezioni museali o da una selezione di oggetti operata in base a criteri più logistici che funzionali, in questo caso abbiamo la possibilità di mettere in luce le caratteristiche degli abitanti di una città medievale, inaugurando uno studio sulle impronte antiche in ambito medievista e comparando i dati con le fonti scritte, le evidenze archeologiche e l'analisi antropologica sulle sepolture. Gli studi e le conoscenze sulle questioni di genere e di suddivisione del lavoro, in particolare per il periodo bassomedievale, si basano in prevalenza sull'analisi delle fonti scritte (statuti normativi e atti notarili che regolamentano i possedimenti e le attività svolte dalla popolazione) e sulle fonti iconografiche, che difficilmente riescono però ad avere un corrispettivo nell'ambito dei ritrovamenti archeologici. Una ricerca, dunque, che riesca a trarre informazioni riguardanti il lavoro e le attività di uomini, donne e bambini a partire da un manufatto archeologico, sintetizza pienamente l'esigenza dell'archeologo di interrogare gli oggetti del passato, ponendoli in dialogo diretto con il contesto da cui provengono.
Una minuziosa mappatura, inoltre, delle tracce e delle impronte presenti sugli oggetti ritrovati, può rappresentare un punto di partenza per diversi altri studi in merito alle produzioni artigianali, alle decorazioni, alla fattura e soprattutto in riferimento all'archeologia del gesto e all'archeologia sperimentale. La realizzazione di un database di impronte e caratteristiche associabili alle unicità degli individui può portare alla creazione di un vero e proprio contenitore digitale di uomini dell'antichità.
A questo proposito, inoltre, un'interessante prospettiva di ricerca, può essere quella derivante dall'analisi non solo dei dermatoglifi ma anche dalle tracce lasciate, ad esempio, dal passaggio delle dita per modellare alcuni manufatti. Lo studio tracceologico svolto attraverso l'uso dello stereomicroscopio ha permesso ad esempio di intercettare su dei recipienti provenienti da Cencelle, atti alla cottura del pane, i cosiddetti testelli, delle tracce del passaggio delle dita esercitato dall'artigiano durante la modellazione a mano del manufatto, in cui pur non rimanendo alcun segnale dell'impronta digitale possiamo comunque cogliere la distanza tra le creste epidermiche e la loro grandezza attraverso i solchi paralleli formati sull'argilla dall'azione modellante dei polpastrelli. Uno studio che approfondisca, con i metodi antropologici, anche il campionamento e l'utilizzo di tracce di questo tipo per dedurne questioni in merito al sesso e all'età di chi l'ha prodotto, potrebbe ampliare di gran lunga lo spettro di indagine, integrando i campioni utilizzabili con altri oggetti archeologici realizzati o rifiniti a mano, fornendo uno quadro sulla popolazione e sulla produzione artigianale ancora più vasto e completo.

Codice Bando: 
2497023

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