La proposta di ricerca qui presentata si pone l¿obiettivo di individuare e di offrire una prima rassegna organizzata topograficamente di materiali archivistici (corrispondenze, bozze manoscritte contenenti annotazioni e appunti, opere a stampa rare ecc.) prodotti da orientalisti gesuiti attivi tra Otto e Novecento. Se l¿attività dei missionari gesuiti dal Levante al Sud-Est Asiatico in epoca moderna è riccamente documentata e oggetto di numerosi studi sul piano internazionale, il diretto impegno accademico di studiosi gesuiti in ambito indologico e iranologico rimane ancora un capitolo sconosciuto, al pari dei percorsi biografici e intellettuali dei suoi protagonisti. A partire dalla seconda metà dell¿Ottocento, nuovi paradigmi interpretativi e nuove categorie epistemologiche formulate in Europa si impongono nel panorama globale, all¿interno di un contesto denso di cambiamenti che contrastano il prestigio della Chiesa: la secolarizzazione sul piano scientifico-culturale e politico, l¿accelerazione del pensiero positivista, il sorgere dei nazionalismi e la spinta del colonialismo. A un Orientalismo ¿cattolico¿ del XVI-XVII secolo, si sostituisce un Orientalismo ¿scientifico¿. Attraverso un primo lavoro di ricerca archivistica nazionale e internazionale su materiali e fondi già individuati a Trento, Firenze e Lovanio, contenenti, tra le altre, le carte di Cesare A. De Cara S.J (1835-1905) e Charles de Harlez S.J. (1832-1899), la presente proposta ha come scopo precipuo quello di realizzare una prima mappa topografica dei luoghi, delle figure coinvolte e delle fonti archivistiche che costituiranno in futuro la base di un progetto di ricerca più articolato sull¿Orientalismo gesuita tra Otto e Novecento. La digitalizzazione di opere a stampa rare rappresenterà un punto di avvio per ricostruire il contributo gesuitico nelle nuove discipline emerse in seno agli Studi Orientali: linguistica, filologia e mitologia comparata Indoeuropea.
A fronte delle linee di indagine già intraprese e dei risultati scientifici menzionati nella sezione precedente, il presente lavoro costituisce l¿apertura di un nuovo indirizzo di ricerca il cui obiettivo è anzitutto quello di offrire un quadro di riferimento che possa fornire in futuro le basi da cui muovere per l¿avvio di un progetto più articolato. L¿individuazione di nuove sedi di ricerca (fondi archivistici inediti), la loro collocazione europea, nonché la proposta di analisi attraverso un approccio teorico-metodologico multidisciplinare, costituiscono i punti di forza principali del progetto. Le possibilità di individuare, indicizzare e digitalizzare fonti archivistiche inedite, inoltre, rappresenta un¿opportunità per agevolare la consultazione di materiali ancora ignorati da parte di studiosi provenienti da diversi ambiti disciplinari. L¿emergenza sanitaria causata dalla pandemia da Sars-Covid-19, infatti, ha messo in evidenza il delicato equilibrio tra ricerca storica e accessibilità delle fonti, nonché l¿urgenza di intervenire su tale fronte di ricerca (sul rapporto tra materiale archivistico e capacità di ¿produzione¿ storiografica, si veda infatti la riflessione teorico-metodologica di Jeremy Munday, ¿Using primary sources to produce a microhistory of translation and translators: theoretical and methodological concerns¿, The Translator, 20(1), 2014, pp. 64-80). Le ricadute e i risultati del presente progetto, seppur nei limiti delle risorse economiche e dei tempi previsti, oltre a essere propedeutici all¿elaborazione in futuro di un progetto di ricerca di più ampio respiro, permettono già di allargare il fronte degli interessi disciplinari, coinvolgendo studiosi i cui interessi comprendono gli ambiti storico-religioso, della storia intellettuale e delle idee, della storia dell¿Orientalismo nonché dello sviluppo storico degli studi linguistico-filologici del patrimonio letterario del Sud Asia. Rispetto allo stato dell¿arte, inoltre, l¿obiettivo del progetto è quello di gettar luce su un fenomeno, quello degli studi orientalistici condotti tra Otto e Novecento da gesuiti attivi in ambito accademico, tutt¿ora trascurato e inedito, fornendo le basi affinché in futuro si possa sviluppare e proporre un quadro più articolato dell¿orientalismo nel periodo in esame.