Con l'introduzione della terapia antiretrovirale (ART), la valutazione dell'HIV-RNA plasmatico rappresenta, insieme alla determinazione del numero dei linfociti CD4, il parametro standard per misurare l'efficacia del trattamento. Grazie alle terapie attualmente disponibili la maggior parte dei pazienti presenta un valore stabile di viremia al di sotto delle 50 copie/mL, definito come soppressione virologica. Tuttavia, è noto che anche in presenza di una terapia soppressiva, quantità minime di virus possono persistere nel plasma (viremia residua, VR). Negli ultimi anni la VR è stata associata al fallimento virologico, all'immunoattivazione e alla progressione della malattia, sottolineando l'importanza di mantenere una soppressione virale completa.
Molti sono gli studi che riportano che la risposta virologica alla terapia ART è influenzata dai livelli di carica virale, dal numero di CD4+ e dal carico di HIV-DNA prima dell'inizio del trattamento, ma ancora oggi rimane da chiarire quali siano i fattori che impediscono ad alcuni pazienti di raggiungere e mantenere la carica virale al massimo della soppressione.
L'obiettivo dello studio è ricercare un possibile marcatore prognostico in grado di predire il raggiungimento e il mantenimento di un valore di viremia non rilevabile durante la terapia ART, studiando le differenze tra i pazienti in completa soppressione virologica e quelli che, nonostante la terapia presentano RV o occasionali/costanti bassi livelli di replicazione virale. A tale scopo, insieme al valore di viremia, verranno analizzati il numero di CD4 iniziali, il tropismo virale, il sottotipo virale, la presenza di mutazioni di resistenza trasmessa, il carico di HIV-DNA, la terapia ART a cui il paziente era stato sottoposto e i livelli di espressione dei geni IFN I.
Ad oggi infatti le dinamiche di abbattimento della viremia non sono state ancora chiarite e il loro studio potrebbe rivelarsi utile nella gestione del paziente HIV+ al momento della diagnosi.
Circa l'80% dei pazienti HIV positivi sottoposti ad ART presenta VR. Nonostante la sorgente di tale VR e le sue implicazioni cliniche rimangano ad oggi ancora sconosciute, essa è stata associata a fallimento virologico, all'insorgenza di eventi AIDS e non-AIDS e ad aumentati livelli di marcatori dell' infiammazione e dell'immunoattivazione.
Il nostro studio si pone l'obiettivo di esaminare alcuni fattori che potrebbero influenzare la risposta virologica alla terapia ART di prima linea e risultare quindi predittivi di una completa soppressione virologica. Ad oggi infatti non è stata ancora chiarita la causa che porta alcuni pazienti sottoposti a terapia a presentare una seppur bassa replicazione virale, mentre altri riescono a controllare completamente l'infezione.
Riteniamo che la forza di questo progetto sia quella di ricercare dei fattori predittivi per il raggiungimento e soprattutto il mantenimento della completa soppressione virologica durante il follow-up in una popolazione naïve alla terapia ART. Il nostro progetto si propone inoltre di investigare per la prima volta la relazione tra i livelli di IFN I, l'abbattimento virologico e il mantenimento della completa soppressione virologica. Questo, al meglio delle nostre conoscenze, rappresenterebbe il primo studio che analizza nella stessa popolazione, distinguendo tra pazienti con VR e pazienti TND, i principali aspetti prognostici della patogenesi di HIV, correlandoli alla risposta virologica e al sistema interferon.
Le dinamiche di abbattimento della viremia in questi due diversi gruppi di pazienti infatti non sono state ancora chiarite e il loro studio potrebbe aiutare a costruire un termine di paragone di efficacia tra i diversi regimi terapeutici disponibili e potrebbe portare ad individuare dei marcatori prognostici utili nel guidare le scelte terapeutiche e la gestione del paziente naïve HIV positivo.