Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2826607
Anno: 
2021
Abstract: 

L'inibizione permette agli individui di orientarsi nella vita e perseguire obiettivi regolando emozioni e comportamenti, pertanto rappresenta una funzione altamente implicata nel benessere psicologico e nel successo sociale e scolastico.
Un deficit a livello di controllo inibitorio in età evolutiva porta a utilizzare strategie disadattive di regolazione emotiva causando problemi di natura esternalizzante e internalizzante, con conseguente impoverimento delle relazioni interpersonali. La causa di tali difficoltà comportamentali risiederebbe nell'incapacità di regolare emozioni negative e di controllare il comportamento: una ridotta capacità di inibire la rabbia e la frustrazione porterebbe ad agire verso l'esterno queste emozioni, mentre un eccessivo controllo inibitorio porterebbe a non esprimere emozioni quali l'ansia, la paura e la tristezza.
Riconoscere precocemente difficoltà nel controllo inibitorio negli adolescenti, permetterebbe di proporre degli interventi mirati vólti a migliorare l'inibizione comportamentale e cognitiva, permettendo loro di raggiungere in età adulta uno sviluppo sociale ed emotivo quanto più positivo. Pertanto, questo studio si propone di valutare il controllo inibitorio comportamentale (o autocontrollo) e la sua relazione con il controllo inibitorio cognitivo in ragazzi dai 13 ai 18 anni.
A tal fine verranno utilizzate alcuni subtest dell'Intelligence and Development Scales for Children and Adolescent (IDS-2) che permette di valutare lo sviluppo globale, incluse le competenze socio-emotive e l'inibizione, di ragazzi dai 5 ai 20 anni. Per approfondire le competenze emotive verranno proposti test standardizzati quali il Reading the mind in the Face e il Reading the Mind in the Eyes, nonché la Toronto Alexithymia Scale-20. Lo Stroop Task e l'Emotional Stroop Task verranno somministrati per valutare in maniera più accurata l'inibizione cognitiva e l'interferenza degli stimoli con valenza emotiva nella risoluzione di conflitti cognitivi.

ERC: 
SH4_1
SH4_3
SH4_2
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3616353
Innovatività: 

L'autocontrollo, o inibizione comportamentale, è ciò che consente all'uomo di perseguire obiettivi a lungo termine, senza farsi dissuadere dalla tentazione di svolgere attività più piacevoli e interessanti o dalla gratificazione immediata (Diamond, 2013).
Diversi studi hanno evidenziato come bambini con migliori competenze sociali ed emotive presentino migliori prestazioni nei compiti d'inibizione della risposta cognitiva (Vuontela et al., 2013; Pnevmatikos & Trikkaliotis, 2013; Eisenberg et al., 2001; Tabibni, et al., 2011). Di contro, un basso controllo inibitorio sembrerebbe essere implicato in una varietà di problemi di natura esternalizzante e internalizzante (Cole et al., 1996; Barkley, 1997), influenzando tanto le relazioni sociali, quanto il successo accademico (Gligorovic & Buha Durovic, 2012; Benavides-Nieto et al., 2017). Queste difficoltà possono persistere in età adulta, pertanto valutare precocemente e contemporaneamente queste componenti può, attraverso interventi mirati, favorire il raggiungimento di un piano di vita il più possibile positivo.
In quest'ottica, l'inibizione rappresenta una componente principale delle funzioni esecutive e una strategia che permette di gestire e controllare le proprie emozioni e comportamenti, consentendo di porsi obiettivi realistici a lungo termine e creando i presupposti che inducono ad agire per raggiungerli (Halle & Darling-Churchill, 2016). Per queste ragioni risulta particolarmente rilevante valutare l'inibizione negli adolescenti che, per la loro vita futura, devono pianificare scelte e obiettivi prima scolastici e poi universitari e/o professionali.
In particolare, in questo studio verranno utilizzate alcune prove delle IDS-2, le quali permetterebbero di individuare difficoltà nei processi di inibizione, intesi sia come capacità di inibire risposte automatiche al fine di raggiungere un obiettivo (subtest Denominare i colori degli animali e Stroop Task), sia come possibilità di allontanare pensieri, ricordi e riflessioni in modo che non interferiscano con il raggiungimento dell'obiettivo (subtest Regolazione emotiva e Competenze sociali). Un limite che questo studio si propone di superare è quello legato alla valutazione delle competenze socio-emozionali attraverso questionari self-report o questionari la cui compilazione è demandata a genitori o insegnanti, i quali potrebbero non permettere di individuare alcuni aspetti delle abilità emotive a causa di limiti legati alla desiderabilità sociale, all'interpretazione delle domande e alla possibilità di non riconoscersi in nessuna delle risposte proposte. In questo senso, le IDS-2 prevedono invece prove che implicano la descrizione diretta, da parte del ragazzo, di come reagirebbe a certe emozioni e come si comporterebbe in certe situazioni, permettendo quindi di valutare diversi aspetti implicati nelle competenze emotive e sociali attraverso un ¿punteggio di performance¿.
In particolare, nel subtest Regolazione emotiva delle IDS-2 si chiede al ragazzo di fronteggiare emozioni quali la rabbia la tristezza e la paura, ossia quelle emozioni maggiormente associate a difficoltà comportamentali. Poter specificatamente individuare eventuali differenze nell'adattività della risposta in funzione del tipo emozione, potrebbe essere d'aiuto per comprendere quale sia lo stile di regolazione emotiva del partecipante. In questo senso, un ragazzo che di fronte a emozioni negative tende sistematicamente a ritirarsi potrebbe risultare più a rischio di sviluppare problemi di natura internalizzante, mentre uno che reagisce in maniera aggressiva, potrebbe essere più suscettibile a disturbi esternalizzanti.
D'altro canto, nel subtest Competenze sociali ai ragazzi viene richiesto di descrivere come si comporterebbero in situazioni in cui è implicato la risoluzione di un conflitto o il comportamento prosociale in interazione con pari ed estranei. Questo perché essere ¿socialmente competente¿ dipenderebbe dall'efficacia della propria risposta sociale, la quale è influenzata tanto dal contesto in cui la situazione si verifica, quanto dalla competenza sociale dell'altra persona coinvolta e dalla relazione che si ha con gli attori dell'interazione.
Valutare, durante lo sviluppo, la relazione tra l'inibizione affettiva e cognitiva, riuscendo a rilevare informazioni riguardo tutti gli aspetti coinvolti nelle competenze sociali ed emotive potrebbe aiutare a circoscrivere eventuali difficoltà dei ragazzi, proponendo quindi interventi mirati in grado di agire primariamente sull'emozione maggiormente disregolata, sulla strategia disadattiva maggiormente messa in atto o sull'efficacia nella gestione di specifiche situazioni e interazioni. Valutare questi aspetti con uno strumento veloce, ma esaustivo, come le IDS-2, rappresenterebbe un vantaggio per quelle realtà cliniche (come le ASL) che si trovano a confrontarsi continuamente con un sempre maggior numero di richieste e un tempo sempre minore per poterle soddisfare.

Codice Bando: 
2826607

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