Il concetto di "Sick building syndrome" (SBS), così come definito dall'Organizzazione Mondiale a metà degli anni '80 si è nel tempo evoluto e complessificato alla luce di recenti studi e ricerche che ne hanno ridefinito i contenuti. Ulteriori e più specifiche declinazioni della SBS, come ad esempio la "sindrome da sensibilità chimica multipla" (MCS) o la "sindrome tossica da polvere organica" (ODTS), vanno attualmente ad individuare specifici aspetti, legati alla salubrità dell'ambiente indoor, che concorrono a definire un quadro di problematiche ambientali degli spazi confinati caratterizzato da una crescente complessità, in cui agenti inquinanti di natura chimico-fisica, come i gas di combustione, i particolati aerodispersi, i composti organici volatili, il radon, i campi elettromagnetici; e quelli di natura biologica, costituiti da batteri, virus, funghi, residui biologici, ecc., pongono l'esigenza di individuare risposte tecniche e tecnologiche che si pongano non come risposte ex post, da porre in essere dopo la costruzione dell'edificio ed al manifestarsi della problematica, ma come risposte ex ante incorporate nella dotazione tecnologica dell'edificio ed in grado di prevenire il determinarsi delle problematiche e delle patologie legate all'inquinamento ambientale indoor.
La ricerca si propone di individuare, anche alla luce delle più recenti innovazioni tecnologiche derivanti da nuovi settori ed ambiti della ricerca scientifica, come quello delle nanotecnologie, strategie e soluzioni tecniche di riferimento in grado di fornire efficaci risposte alle problematiche sopra descritte e costituirne efficienti misure di mitigazione, nonché tali da poter essere "incorporate" nella dotazione tecnologica dell'edificio nell'obiettivo di realizzare edifici in grado di adattare la propria prestazione ambientale indoor in funzione dell'azione e del livello di specifici agenti inquinanti.
In rapporto allo sviluppo del quadro organico e sistematico in grado di individuare specifiche strategie di intervento, soluzioni tecniche, tecnologie e materiali in funzione delle differenti situazioni e problematiche di inquinamento ambientale indoor, descritto nel punto 4) dell'illustrazione dell' impianto metodologico nella sezione "Descrizione obiettivi progetto, conoscenza dello stato dell'arte nel tema specifico e impianto metodologico", la ricerca proposta esprime il suo carattere di innovatività, in quanto, come descritto nella stessa sezione sopra citata, lo stato dell'arte della ricerca non evidenzia la presenza di un quadro con carattere sistematico in grado di fornire adeguate e specifiche risposte tecnico-attuative e tale da poter essere assunto come riferimento nelle attività progettuali e specificamente costruttive per l'individuazione di appropriate risposte tecniche e tecnologiche nei confronti della differenti ed eterogenee problematiche in oggetto e fonti inquinanti. Pertanto la potenzialità di fornire un contributo nella direzione dell'avanzamento delle conoscenze rispetto lo stato dell'arte risulta concreta e aperta al conseguimento di risultati innovativi. Tali risultati possono essere funzionali all'introduzione, nei processi tecnico-progettuali rivolti sia alla costruzione ex-novo che alla ristrutturazione edilizia, di un abaco di riferimento in grado di istruire le scelte tecniche e tecnologiche ai fini di mitigare e controllare le problematiche di inquinamento ambientale indoor. L'edificio potrà in tal modo essere caratterizzato da una dotazione tecnologica di base in grado di fronteggiare le criticità ambientali connesse alla presenza, anche sopraggiunta (ad esempio in seguito a variazioni e modificazioni dell'assetto antropico circostante), di fonti di inquinamento ambientale. I risultati della ricerca potranno altresì essere funzionali all'individuazione e all'introduzione, nelle normative di vario livello (regolamenti edilizi comunali, leggi regionali, ecc.), di specifiche indicazioni tecniche funzionali al miglioramento della salubrità e della qualità ambientale degli spazi confinati.