Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_926411
Abstract: 

All'inizio, negli anni `80 del secolo scorso, la politica urbana dell'UE nasce e si sviluppa come una priorità della politica ambientale; oggi, nella nuova agenda urbana dell'UE, sono le aree metropolitane i motori dell'economia europea e i catalizzatori di creatività e innovazione. Il lavoro di ricerca avrà i seguenti obiettivi:
1. Mappare gli interventi realizzati a sostegno dell'inclusione degli immigrati a valere sui programmi cofinanziati dai Fondi SIE e collocarli nelle tipologie di intervento previste dal Toolbox:
2. Mappare gli interventi realizzati sullo stesso territorio a valere su altre fonti, nazionali, comunitarie o internazionali (ad esempio, interventi realizzati in seguito a bandi dell'Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni, UNAR e simili).
3. Selezionare ed esaminare da vicino, tramite casi di studio empirici, un numero limitato di progetti realizzati tramite entrambe le tipologie di fonti di finanziamento. Tali casi di studio saranno mirati alla identificazione dei punti di forza e delle criticità degli interventi e alla valutazione della rilevanza, dell'efficacia e dell'utilità degli interventi.
4. Trarre lezioni di policy che possano servire alle amministrazioni a migliorare il policy design degli interventi a supporto degli immigrati, con una doppia ottica:
a. Lezioni sull'attuazione per i servizi delle amministrazioni regionali e/o locali responsabili dell¿attuazione degli interventi, nell'attuale periodo di programmazione.
b. Lezioni sul quadro di policy e sull'impianto regolamentare per la
Commissione europea, che possano contribuire al dibattito in corso
sull'impianto dei Fondi SIE per il periodo post 2020.

ERC: 
SH3_3
SH6_11
SH3_1
Innovatività: 

Il flusso di migranti verso i paesi dell'Europa occidentale nell'era post-seconda guerra mondiale è in genere spiegato da un aumento della domanda di lavoratori nei paesi ospitanti, da un lato, e da una grande offerta di forza lavoro nei paesi di origine dall'altro. Questa accresciuta domanda di lavoratori nell'Europa occidentale è attribuita alla rapida crescita economica, all'aumento dei livelli di istruzione e al declino della fertilità, unita alla riluttanza della popolazione locale a prendere umili status di basso livello, a basso reddito, posti di lavoro nel mercato del lavoro domestico. La domanda di lavoratori (principalmente per lavoro a basso costo) è stata soddisfatta dalla fornitura di immigrati e lavoratori migranti provenienti da paesi poveri e in via di sviluppo in Asia, Nord Africa, Africa sub-sahariana, Medio Oriente e America Latina, nonché da Europa. A partire dalla metà degli anni '80, i paesi dell'Europa occidentale hanno anche registrato aumenti significativi nel flusso di richiedenti asilo e migrazione dei rifugiati, oltre a non documentati e migrazione "illegale", principalmente dal Medio Oriente, dall'Africa e dalle repubbliche costituenti dell'ex Jugoslavia. Di conseguenza, la dimensione relativa della popolazione straniera nell'Europa occidentale è cresciuta costantemente, passando dal 9 al 16% nella maggior parte dei paesi alla fine del primo decennio del XXI secolo.
L'incorporazione degli immigrati nella società non solo è diventata una delle questioni più dibattute e dibattute in Europa, ma anche un importante tema di ricerca per gli scienziati sociali.
Il presente lavoro si unisce alla crescente letteratura sull'argomento concentrandosi sulle modalità di integrazione degli immigrati nel mercato del lavoro, con particolare enfasi sul ruolo svolto dalla generazione (immigrati e discendenti di immigrati), dalla regione di origine e dal genere su due aspetti del lavoro. Risultati del mercato: stato della forza lavoro e risultati professionali. Il primo riguarda la probabilità di essere impiegato, disoccupato o fuori dalla forza lavoro; il secondo riguarda la probabilità di impiego in un lavoro di alto livello (professionale, tecnico e manageriale). I due aspetti sono interdipendenti. Unire la forza lavoro economicamente attiva è una condizione necessaria per il raggiungimento di una posizione occupazionale.
Per quanto riguarda più propriamente le aree urbane europee sono cinque le sfide che le accomunano:
economiche
ambientali
climatiche
demografiche
sociali
Per affrontarle, la nuova programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei destina, fino al 2020, il 5% delle risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR): solo in Italia, significa che i programmi operativi, nazionali e regionali, stanziano circa 21 miliardi di euro per finanziare i progetti delle 14 città metropolitane e delle 105 città medie italiane.
Il presente progetto contribuirà a sostenere lo scambio di esperienze tra centri urbani (attraverso l'individuazione del caso di studio romano, non trascurando però l'aspetto internazionale del fenomeno) sull'individuazione, il trasferimento e la diffusione di buone prassi, in relazione allo sviluppo urbano sostenibile, compresa la tematica dei collegamenti tra aree urbane e rurali.
Attraverso lo studio empirico si vorrà contribuire alla conoscenza e cercare una soluzione alle problematiche relative alla povertà urbana (con particolare attenzione per i quartieri più disagiati);
integrazione di migranti e rifugiati.

Codice Bando: 
926411

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