
La capacità di apprendere e mettere in atto sequenze di azioni ci permette ogni giorno di portare a termine compiti complessi. Una volta appreso che per far partire un¿automobile dobbiamo prima accendere il motore, poi ingranare la marcia quindi dare gas, siamo sia in grado di pianificare le nostre azioni alla guida che valutare l¿esito di azioni di altri al volante. Possiamo per esempio predire che l¿omissione di un passaggio, o l¿inversione tra due dei passaggi previsti terrà l¿automobile ferma al parcheggio. L¿apprendimento seriale è la capacità cognitiva che permette di mettere in relazione informazioni, inquadrandole in schemi mentali organizzati. Molte specie animali, al pari degli esseri umani, sfruttano questa abilità per costruire delle rappresentazioni ordinate di vari aspetti dell¿ambiente in cui vivono. Specie che vivono in gruppi organizzati secondo una gerarchia, come i primati non umani, riescono a costruire delle rappresentazioni mentali della struttura gerarchica del gruppo. Questo permette ad individui di rango basso di evitare scontri potenzialmente letali con animali di rango più prossimo al dominante per accedere a risorse alimentari o accoppiarsi. Queste conoscenze acquisite dalla psicologia comparata, messe a disposizione delle metodiche della neurofisiologia comportamentale permettono di formulare delle ipotesi sul funzionamento del cervello umano e testarle sperimentalmente. Con in mano questi strumenti teorici e metodologici, il presente progetto si prefigge lo scopo di decodificare i segnali neuronali responsabili di questa capacità cognitiva di alto livello, dei quali si ignora al momento la natura. Tali conoscenze oltre ad approfondire la nostra comprensione sul funzionamento del cervello, contribuiranno allo sviluppo di nuove metodiche terapeutiche mirate al perfezionamento delle tecnologie di interfaccia tra cervello e macchine.
Il continuo dialogo tra la neuropsicologia, le neuroscienze comparative e i diversi approcci sperimentali allo studio dei correlati fisiologici dei processi mentali ha incrementato negli anni le nostre conoscenze sull¿evoluzione del cervello e sulle capacità cognitive di ordine superiore. Tutto ciò ha alimentato la spinta verso sviluppi tecnologici pionieristici, portando alla realizzazione di sistemi di interfaccia tra sistema nervoso e sistemi robotici con l¿obiettivo di restituire alle vittime di gravi deficit neurologici, piccoli gesti di quotidianità, come afferrare un bicchiere per bere in autonomia (20). Un ruolo di rilievo nell¿acquisizione delle conoscenze necessarie allo sviluppo di tali tecnologie è stato giocato dall¿elettrofisiologia comportamentale in primati non umani, che ha provveduto a decodificare i segnali nervosi sottostanti la coordinazione motoria (21). Analogamente a quanto fatto per il sistema motorio, si rende necessaria la decodifica dei codici neurali alla base di funzioni cognitive complesse, anche esse soggette a deficit neurologici di origine traumatica o degenerativa. Approfondire la comprensione sul modo di funzionare delle complesse reti di neuroni responsabili di capacità intellettuali complesse si rende indispensabile se si vogliono sviluppare nuove metodiche terapeutiche e tecnologie rivolte al recupero da danni neurologici, oppure alla conservazione di un¿autonomia cognitiva, ad esempio in individui anziani, in crescente aumento nella società.
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