Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1485617
Anno: 
2019
Abstract: 

Italy Builds Abroad 1945-1989 è il primo tentativo di rappresentare e riconoscere il carattere dell'architettura italiana al di fuori dai confini nazionali. L'intenzione è individuare i modi e le ragioni di un'attività di progettazione ampia e diversificata rispetto a uno scenario politico e culturale in profonda trasformazione, una partita globale solcata da profonde tensioni ideologiche e diffuse ambizioni di crescita in cui l'Italia avrebbe giocato un ruolo non secondario. A fronte della necessità di inquadrare un fenomeno transnazionale complesso, lo spazio della ricerca si muoverà entro due termini distinti: da un lato figure come Pietro Belluschi, Romaldo Giurgola, Pietro Belluschi e Paolo Soleri, che hanno trovato oltre i confini nazionali una patria d¿adozione dove reinventare la propria pratica progettuale, confrontandosi con le condizioni culturali che la terra straniera proponeva loro; dall'altro progettisti che hanno individuato nell'esportazione e nella manipolazione dei modelli elaborati in Italia una chiave per ridefinire la propria attività professionale - basti pensare a Luigi Moretti in Nord America, Luigi Pellegrin in Medio Oriente, Giò Ponti in America Latina e Asia, Marcello d'Olivo in Africa- . Italy Builds Abroad offre una inedita prospettiva di indagine sulla cultura italiana del progetto, rivolgendosi ai protagonisti che ne hanno consentito la diffusione su scala globale. L'obiettivo è comprendere in che modo il discorso italiano sull'architettura si sia confrontato con il mondo: le traiettorie e i temi sviluppati saranno analizzati attraverso le storie dei progettisti e il carattere delle loro opere. L'esito finale consisterà in un primo inventario-atlante delle architetture realizzate e no, una tassonomia tematica che restituisca il grado di complessità ulteriore che l'incontro con una cultura altra comporta, evidenziando l'intreccio fra condizioni storiche, istanze culturali e ambizioni individuali di cui ogni progetto è espressione.

ERC: 
SH2_9
SH6_10
SH6_13
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_1974289
sb_cp_is_1939834
sb_cp_is_2112553
sb_cp_is_2025737
sb_cp_es_269991
sb_cp_es_269992
sb_cp_es_269993
sb_cp_es_269994
sb_cp_es_269995
Innovatività: 

Italy Builds Abroad 1945-1989, primo atlante critico dell'architettura italiana fuori dai confini nazionali, esplora un terreno di indagine nuovo. Con l'obiettivo di rappresentare in maniera esaustiva l'insieme delle opere realizzate e i progetti, la ricerca descriverà i molteplici aspetti e le declinazioni di un fenomeno complesso e articolato, che la comunità scientifica ha avvicinato finora solo parzialmente, senza approfondirne in pieno le contraddizioni.
Per rompere definitivamente l'equivoco fra identità nazionale e limite territoriale, Italy Builds Abroad affronta il tema in campo aperto, rivolgendosi a un periodo storico - il secondo dopoguerra - in cui i particolarismi locali hanno lasciato presto il posto a una nuova consapevolezza globale. La ricerca raccoglie dunque la complessità storico-politica e la trasferisce sul piano della critica e della teoria architettonica, cercando di capire le forme assunte dalla pratica italiana all'estero.

Un primo e fondamentale strumento che la ricerca vuole costruire è un inventario-atlante, base di conoscenza essenziale per qualunque ragionamento critico.

L'orizzonte geografico planetario che Italy Builds Abroad stabilisce rappresenta di per sé un'innovazione: repertori e inventari di architettura si sono sempre rivolti, infatti, ad un "interno" geografico - basti pensare alle guide all'architettura prodotte negli ultimi trent'anni - e mai al suo "esterno": tentare di rileggere l'architettura italiana guardando alle architetture oltre confine costituisce, quindi, un ribaltamento di prospettiva potenzialmente innovativo e fertile; un corto circuito che promette di innescare riflessioni critiche non convenzionali, legate a temi mai affrontati in maniera comprensiva ed esaustiva.
Al di là dell'innovazione rappresentata dall'inventario-atlante delle opere, infatti, Italy Builds Abroad si propone di colmare uno scarto critico. In ordine di priorità, l'innovazione potenziale introdotta dalla ricerca consisterà in:
a. nella possibilità di includere nel dominio dell'architettura italiana non soltanto l'opera pensata e costruita per il territorio nazionale, ma tutto il corpus di progetti e realizzazioni che gli architetti italiani hanno realizzato altrove;
b. nel guardare a questo corpus come a una realtà aumentata - individuando il valore aggiunto risultante dall'incontro con una cultura altra - attraverso cui rileggere l'identità e il carattere della pratica progettuale italiana;
c. nell'identificare, infine, il ruolo dell'architettura italiana nella costituzione del nuovo ordine mondiale che l'esito della Seconda Guerra Mondiale aveva reso necessario. In altre parole, la ricerca vuole capire in che misura l'Italia abbia contribuito alla configurazione di alcuni luoghi della modernità e postmodernità e all'avanzamento del discorso globale sull'architettura.

Due sono i fronti su cui confrontarsi:
- da un lato attraverso gli architetti italiani che, insediatisi in pianta stabile all'estero, hanno portato la cultura italiana del progetto all'interno dell'establishment mondiale (si pensi a Pietro Belluschi e Romaldo Giurgola, che ricoprono ruoli di rilievo nelle università e nei centri di ricerca statunitensi, ma anche a Vittorino Garatti, che progetta per Cuba socialista, o Arturo Mezzedimi, che con i suoi edifici incarnerà il sogno panafricano di Haile Selassie);
- dall'altro attraverso gli esperti che, di base in Italia, hanno innescato processi di transnational design and planning, circolazione del sapere tecnico che l'ordine del secondo dopoguerra aveva reso sempre più necessario: Luigi Pellegrin in Medio Oriente, Marcello d'Olivo in Africa, i tecnici dei grandi raggruppamenti industriali come Fiat, Olivetti o Italconsult in tutto quel che era stato definito "terzo mondo".
In questo senso, Italy Builds Abroad porta alla luce temi ancora inesplorati, rintracciabili soltanto inquadrando l'architettura italiana nella prospettiva di sviluppo mondiale che il secondo dopoguerra e la sua contrapposizione in blocchi aveva imposto.

Codice Bando: 
1485617

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