Il progetto di ricerca ha come nucleo principale un complesso e originale insieme di testi dei secc. XIII e XIV costituito dalla tradizione odeporica, cioè da quel patrimonio culturale comune composto da testi letterari scritti e tradizione orale (resoconti di viaggio, progetti di crociata, trattati geo-etnografici, spesso sconfinanti nelle letteratura di intrattenimento) e da itineraria picta - portolani, mapae mundi, atlanti - che nel tardo medioevo formano una preziosa collezione di manufatti illustranti l'emergere di nuove interrelazioni tra lingue e culture diverse nel Mediterraneo occidentale e orientale. Due temi sono particolarmente importanti quando si considera questo momento di eccezionale creatività culturale nelle corti principesche e nella curia papale come nelle città: il multilinguismo e la cultura visiva. Nell'area mediterranea, il primo è al centro di dinamiche culturali complesse e fortemente incisive. La seconda ha offerto ai laici l'opportunità di attingere alla memoria collettiva della tradizione cristiana e ha facilitato la circolazione del sapere e la formazione delle idee, anche con l'elaborazione di strumenti librari destinati alle pratiche della devozione, come i Libri d'ore, raccolte di uffici, preghiere e testi devozionali di vario genere, destinati alla preghiera individuale, ulteriore nucleo di ricerca del nostro team. Il progetto si concentrerà essenzialmente su opere fondate sulla confluenza e sulla dialettica tra sapere codificato, legato alla latinità e alla tradizione enciclopedica medievale, e i nuovi apporti alla conoscenza provenienti da Oriente. Questa ampia prospettiva permetterà l'analisi filologica di molteplici canali di fruizione e l'apertura a nuovi orizzonti culturali tracciati in particolare dal binomio viaggio condotto e raccontato / viaggio scritto e dipinto, con lo scopo di affinare la conoscenza di nuovi codici comunicativi.
Il progetto ha l'ambizione di offrire una visione innovativa anche in termini di oggetti di ricerca: A) sarà privilegiato lo studio di opere di narrativa storica-odeporica e delle loro fonti (con particolare riguardo alla versione catalana della Flos di Hayton di Gorigos, a quella occitana del Compendium di Paolino Veneto e a quella latina - con forti venature italiane - del Liber di Marino Sanudo) congiunto all'analisi di alcuni portolani e planisferi trecenteschi catalani, provenzali e italiani (in particolare l'Atlante catalano, il portolano di Avignone e le mappae mundi di Pietro Vesconte), oggetti preziosi e di grande rilevanza storico-culturale che esaltano lo stretto connubio tra itineria scripta e itineraria picta e riflettono il fervore di scambi culturali e linguistici vivacissimo nel tardo medioevo mediterraneo. La loro complessa stratigrafia necessita di una rinnovata e approfondita analisi filologica e linguistica e un accesso sistematico ai dati di questa tradizione pressoché inedita sotto questo profilo. Lo studio delle nuove concezioni nella rappresentazione dello spazio richiederà anche l'apporto scientifico di geografi e storici della cartografia.
B) Così come nella produzione transalpina, uno dei caratteri precipui dei Libri d'ore è la loro natura di work in progress, continuamente accresciuti e modificati nei testi e nei corredi illustrativi a seconda delle esigenze dei destinatari. È dunque necessario riprendere lo studio di questo tipo di manoscritti nel contesto delle miscellanee di contenuto devozionale miniate in Italia nel s. XIV; in questo particolare ambito, inoltre, uno studio congiunto di testi e immagini appare assai promettente. La volontà è quella di convogliare i risultati in un database relazionale e in una mostra virtuale.
Il progetto ha inoltre l¿ambizione di partecipare alle attività internazionali congiunte previste dall¿accordo interuniversitario «the Mediterranean Transnational Campus», stipulato da Sapienza Università di Roma, Aix-Marseille Université, Universitat de Barcelona e Universidad Autónoma de Madrid, per il programma dedicato ai «Mediterranean Studies».