L'obesità rappresenta attualmente un problema di salute pubblica. La sua prevalenza a livello mondiale è quasi triplicata negli ultimi quarant'anni, e interessa ormai non solo il mondo occidentale, ma anche i paesi in via di sviluppo. L'obesità si associa ad un aumentato rischio cardiovascolare e ad un'aumentata incidenza di diabete mellito di tipo 2, ipertensione arteriosa e dislipidemia, nonché ad aumentata suscettibilità alle infezioni e allo sviluppo di cancro. I soggetti obesi possono presentare una riduzione della qualità della vita e alterazioni del sonno, che possono contribuire al peggioramento dell'eccesso ponderale e delle sue complicanze metaboliche. La dieta chetogenica è una dietoterapia che mima il digiuno, e che si è rivelata molto efficace per il trattamento dell'obesità severa. È infatti in grado di determinare un decremento ponderale piuttosto rapido, con preservazione della massa magra. Lo scopo del nostro studio è quello di indagare alcuni effetti della dieta chetogenica, ponendola a confronto con una dieta bilanciata isocalorica, su parametri non ancora studiati in maniera esaustiva, come la qualità della vita e del sonno. La ricerca riveste un particolare rilievo in quanto va ad indagare degli effetti potenzialmente molto rilevanti di una dietoterapia le cui potenzialità si stanno rapidamente rivelando negli ultimi anni. I risultati di questa ricerca potrebbero aprire nuovi interessanti orizzonti per la gestione dell'obesità e delle patologie metaboliche.
Lo studio proposto presenta diversi caratteri di innovatività. Nessun autore ha ancora studiato l'impatto della dieta chetogenica sul miglioramento della qualità della vita e del sonno a confronto con una dieta bilanciata isocalorica. L'impatto fortemente positivo della dieta chetogenica sul profilo metabolico dell'individuo obeso o affetto da patologie metaboliche è stato recentemente dimostrato, ma non è stato ancora verificato che questa dieta- che viene considerata una vera e propria terapia metabolica- possa incidere positivamente anche a livello della qualità della vita percepita dei soggetti obesi rispetto ad una dieta bilanciata. Sappiamo che i soggetti obesi hanno una qualità della vita fortemente compromessa, ed il calo ponderale si può associare ad un suo miglioramento. La dieta chetogenica induce generalmente un decremento ponderale più rapido rispetto alle diete bilanciate, ed inoltre preserva la massa magra del paziente. Si può ipotizzare che l'effetto della dieta chetogenica sulla qualità della vita possa essere ricondotto non solo al decremento ponderale, ma anche alla sua peculiare composizione. I corpi chetonici, infatti, potrebbero essere determinanti nel miglioramento della sensazione di benessere dell'individuo. La dieta mediterranea rappresenta da sempre il gold standard per la perdita di peso, sappiamo però che alcune categorie di pazienti con obesità grave traggono un grande giovamento nel loro fenotipo metabolico dalla somministrazione di una dieta chetogenica. Inoltre, vogliamo studiare se la modifica dei macronutrienti della dieta sia in grado di alterare il sonno ed i ritmi circadiani. Lo studio del sonno assume una particolare rilevanza in quanto la maggior parte dei soggetti obesi sperimenta alterazioni del pattern del sonno, e alterazioni del ritmo sonno-veglia. Molteplici studi, inoltre, hanno dimostrato come tali alterazioni possano portare, o peggiorare, l'obesità stessa e le sue complicanze.
Identificare una dietoterapia in grado di influire positivamente sui disturbi del sonno, e migliorare alterazioni metaboliche e qualità della vita, sarebbe estremamente interessante e potrebbe avere risvolti pratici molto importanti per la gestione del paziente obeso. Il gruppo di ricerca del prof. Gnessi di cui faccio parte studia da molti anni la dieta chetogenica e il mio progetto si pone l'obiettivo di confrontarne gli effetti su qualità della vita e del sonno con una dieta isocalorica bilanciata e studiandone gli effetti anche su un altro campo ai suoi albori e particolarmente promettente, la cronobiologia. Riteniamo che tale studio sia altamente innovativo e i risultati potrebbero aprire nuovi interessanti orizzonti per la cura della obesità e delle patologie ad essa associate.