Albertano da Brescia

Due nuovi testimoni dei volgarizzamenti del "Liber de doctrina dicendi et tacendi" di Albertano da Brescia

Two additions to the previous censuses of Albertano da Brescia’s
Liber de doctrina dicendi et tacendi vernacular tradition · This paper
offers two additions to the previous censuses of Albertano da Brescia’s
De doctrina dicendi et tacendi vernacular tradition given by Angus Graham,
Giulio Vaccaro and Paolo Divizia. The essay focuses on the bilingual
quotations from the Liber transmitted by the ms. MA 465, ex Σ iv
36, of the Biblioteca Angelo Mai of Bergamo (cc. 46r-78v) [Bg], dated

I volgarizzamenti toscani del Liber de doctrina dicendi et tacendi. Status quaestionis e prospettive per lo studio della tradizione

La comunicazione verterà sui volgarizzamenti del Liber de doctrina dicendi et tacendi (1245) di Albertano da Brescia. In area italoromanza si possono distinguere due diverse stagioni di versioni vernacolari: la prima, tardoduecentesca, sollecitata dagli ambienti comunali toscani e connessa all’attività politica cittadina; la seconda, che si conclude intorno alla metà del Trecento, rivolta a un pubblico devoto e ispirata a intenti moraleggianti.

"Le maistre dit: qui ne set taire ne set parler". L'insegnamento della retorica nel "Liber de doctrina dicenti et tacendi" di Albertano da Brescia

Il contributo mette in luce l’influenza del Liber de doctrina dicendi et tacendi
di Albertano da Brescia su Brunetto Latini, che incorpora nel suo Tresor una
versione francese del trattato latino. Questo studio fornisce elementi per
dimostrare la dipendenza della traduzione di Brunetto dalla più antica traduzione volgare italiana del Liber, quella compiuta da Andrea da Grosseto nella seconda metà del XIII secolo, attraverso il puntuale confronto di alcuni loci.

Retoriche del conflitto: Albertano da Brescia e Iacopone da Todi

In Italia, il basso Medioevo è contraddistinto da una conflittualità costante e trasversale: la mobilità sociale
che caratterizza il periodo di iniziale costituzione e sviluppo dell'istituzione comunale genera dinamiche di
rivalità tra ceti emergenti ansiosi di accaparrarsi o preservare i propri privilegi. Gli attriti sociali si sommano
agli aspri contrasti politici tra fazioni, tumulti intestini che si innestano nell'àmbito delle guerre tra comuni
concorrenti per la supremazia e l'espansione territoriale. In questo clima di profonda tensione, l'impiego della

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