altaria

Dall’oggetto alla dedica. Le res sacrae e i formulari giuridico-sacrali necessari a una corretta consecratio/dedicatio

Per una corretta consecratio/dedicatio, si dovevano recitare con precisione i sollemnia verba contenuti nella lex che poteva essere definita lex consecrationis o dedicationis oppure, ancora, lex arae o aedis.
Tale lex veniva in seguito trascritta sull’ara, su tabulae poste nel fanum o su cippi delimitanti l’area sacra. Due di questi documenti relativi ad altari si sono conservati e permettono di ricostruire i formulari giuridico sacrali necessari a una corretta consecratio/dedicatio.

L’altare nel sacrificio a Roma. Una nota

Sono presentate alcune riflessioni sviluppate nel volume in corso di stampa Arae e altaria romani. Lo studio affronta diversi aspetti legati agli altari quali: la loro variazione morfologica nel corso del tempo (dal periodo arcaico a quello imperiale); la differenza semantica tra i termini ara e altar; le norme rituali e giuridico-sacrali seguite per consacrarli e che ne definivano la posizione; i loro diversi utilizzi a Roma; il rapporto che essi avevano con gli edifici pubblici; la loro valenza simbolica e il loro utilizzo come veicoli di messaggi da parte dei committenti.

Arae e altaria. Una possibile differenza morfologica

The Romans used the terms arae and altaria to refer to altars. These two terms were often used without distinction although folk etymology suggests a difference (morphological and in use) between the two objects. In a recent study, Valentino Gasparini advanced the hypothesis that the altaria, faithful representation of which could be seen in a Pompeian painting preserved in the sanctuary of Isis, were transportable objects.

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