amministrazione condivisa

Verso un sistema chiamato Amministrazione condivisa

L'articolo coglie una serie di novità che si verificano sia sul piano normativo sia sul piano organizzativo che vanno nella direzione di coordinare in sede territoriale le amministrazioni che stanno sperimentando il regolamento per la cura e gestione dei beni comuni urbani. Questo progressivo addensamento degli strumenti di coordinamento, unito anche a un processo di coordinamento che è sviluppato dalle aggregazioni sociali porta a concludere che dal basso si sta costituendo un nuovo modello amministrativo, denominato Amministrazione condivisa.

Le novità del decreto semplificazioni

Il saggio mette in evidenza i profili di interesse per l'amministrazione condivisa derivanti dalla conversione in legge del c.d. decreto semplificazioni (legge n. 120 del 2020), con particolare riferimento all'introduzione di nuovi principi nella legge generale sul procedimento amministrativo, la responsabilità contabile e penale dei funzionari pubblici, il coordinamento tra codice dei contratti e codice del terzo settore e, infine, la nuova disciplina degli usi temporanei di edifici e aree urbane.

Lezioni per il diritto amministrativo dalla riforma del terzo settore

Il saggio analizza le implicazioni della sentenza della Corte Costituzionale n. 131 del 2020 sui rapporti tra pubbliche amministrazioni ed enti del terzo settore e raffronta tali esiti con quelli derivanti da una precedente giurisprudenza amministrativa che risale al 2018. L'occasione è utile per verificare i limiti di compatibilità del diritto amministrativo tra influenza della costituzione e influenza del diritto europeo.

Sicurezza e amministrazione condivisa: i cittadini attivi non sono dipendenti!

Il saggio affronta il tema delicato del rapporto tra cittadinanza attiva e norme che disciplinano la sicurezza nei luoghi di lavoro. L'autore sostiene che nei casi in cui a trasformare l'uso di beni e spazi urbani in disuso siano dei volontari, la disciplina sulla sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere applicata nei limiti in cui si dimostri compatibile con le esperienze originali di cittadinanza attiva, pena la sua definitiva scomparsa.

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