comunicazione del rischio

Molte allerte, nessuna allerta?

L’EFFICACIA DEI SISTEMI DI ALLERTA RAPIDA DIPENDE IN GRAN PARTE ANCHE DA ASPETTI SOCIALI E COMUNICATIVI. LA COMUNICAZIONE DEL RISCHIO IN TEMPO DI PACE È UN ELEMENTO CARDINE E SU QUESTO ASPETTO MOLTO RESTA ANCORA DA FARE IN ITALIA. LE CONOSCENZE VANNO MESSE A SISTEMA E INTEGRATE NELLE POLITICHE DI TUTTI GLI ATTORI IN CAMPO.

Editoriale

Il processo di accentuazione – proprio della nostra epoca – della “crisi-discontinuità” nella “trama delle relazioni complesse che i sistemi storici hanno instaurato con i sistemi naturali” (Beato, 1993) ha determinato rilevanti modifica-zioni nella natura stessa dei rischi che, combinandosi con i processi di differenzia-zione sociale e individuale degli stessi rischi, hanno profondamente modificato il rapporto tra individui, sistemi sociali e ambiente, ridefinendo radicalmente le condizioni sociali attraverso cui i rischi sono percepiti, riconosciuti, compresi e gestiti.

Rischio e comunicazione. Teorie, modelli, problemi

Il concetto di rischio sta diventando una cornice culturale unificante che dà forma al quotidiano senso d’incertezza e smarrimento dell’individuo tardo moderno, legando fenomeni sociali molto diversi tra loro. Disastri tecnologici, terremoti, abitudini alimentari, gravidanze, viaggi e investimenti economici sono il soggetto e l’oggetto di pratiche sociali sempre più rilevanti per individui e gruppi.

Le sfide per la comunicazione del rischio in ambito sanitario

Risk communication has often been understood as an instrument of persuasion, or as a transfer of information from an expert and authoritative source to lacking of scientific expertise individuals. The rise of multiple risk cultures, developed by various social groups and organizations, has made unidirectional communication models obsolete, urging a new approach.

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma