Esquilino

“Esquilino chiama Roma”. Conoscenza integrata, condivisa e applicata per la rigenerazione urbana grazie ad una heritage community

Among the richest and most problematic districts in Rome, the Rione Esquilino is marked by very dense historical and archaeological evidence that highlights the city’s grandeur. Here, the complicated overlapping of monuments and late XIXth century urban fabric intertwines with a multi-ethnic social structure. This combines old and new residents, Italians and Europeans, tourists attracted by cheap accommodation, economic operators, mostly Asian and moreover engaged in non-legal activities, and numerous homeless.

Il suburbio tra Santa Maria Maggiore e le mura

Contributo scientifico alla costruzione di un quadro sistematico dello sviluppo urbano di Roma nel primo Seicento - anni che coincidono in buona parte con quelli del pontificato di Paolo V Borghese (1605-1621) - sulla base della veduta assonometrica di Roma concepita e incisa da Matthäus Greuter nel 1618, e di fonti documentarie di prima mano. Il settore urbano analizzato (XII) è fortemente segnato dal grande sistema di rettifili portato a termine circa trent’anni prima di questa raffigurazione.

Introduzione

Il contributo costituisce l'introduzione generale al volume, di taglio transdisciplinare, dedicato al Rione Esquilino di Roma. Il saggio propone alcune riflessioni di carattere teorico e metodologico, soffermandosi sulla rilevanza sociale, politica e scientifica del territorio oggetto di studio. Inoltre, vengono esplicitati gli obiettivi del libro, esito di un progetto di ricerca finanziato da Sapienza Università di Roma.

Il Rione Esquilino di Roma. Letture, rappresentazioni e pratiche di uno spazio urbano polisemico

Il volume racconta il Rione Esquilino di Roma utilizzando non solo documenti storici, dati statistici e cartografie, ma anche le rappresentazioni che ne sono state fornite (sotto forma di immagini, articoli della stampa periodica, film, opere letterarie, manifestazioni artistiche) e le auto-rappresentazioni di abitanti e attori locali.

La presenza immigrata

L’Esquilino ha storicamente conosciuto, più di ogni altra zona di Roma, la
presenza dell’alterità. Se sul finire dell’Ottocento il rione richiamò consistenti flussi immigratori
dalle regioni italiane, a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, in coincidenza
con la redistribuzione insediativa della popolazione romana, esso ha iniziato ad accogliere
un crescente numero di immigrati, provenienti soprattutto dal continente asiatico, che
nel corso del tempo ha generato una notevole trasformazione del volto e del tessuto relazionale
del rione.

Dinamiche demografiche

A partire dall’epoca post-unitaria, l’Esquilino ha conosciuto intense fasi di popolamento
e spopolamento, in stretta connessione con le dinamiche urbanistiche e demografiche
di Roma, così come con i processi migratori nazionali e internazionali. Rispetto
alle altre aree centrali di Roma, l’Esquilino ha registrato comunque livelli di spopolamento
più contenuti e ancora oggi è il rione più abitato della città, grazie alla presenza straniera
e ai romani/italiani che hanno scelto di vivere in questo caratteristico spazio urbano.

L'evoluzione amministrativa

L’Esquilino costituisce un’unità topografica storicamente definita, le cui
radici affondano nell’exquiliae, termine che nella Roma pre-augustea indicava il territorio
posto al di fuori dell’abitato vero e proprio. Nel corso del tempo, i suoi confini e
la sua riconoscibilità sono variati notevolmente. L’attuale configurazione iniziò a delinearsi
in epoca post-unitaria: il rione Esquilino nacque infatti nel 1874 dal distacco
della parte orientale del rione Monti, e nel 1921, con lo scorporo dell’area di Castro
Pretorio, acquisì i suoi attuali confini.

Narrazione, memoria, senso del luogo

Il contributo presenta un progetto in corso di realizzazione volto all'analisi delle rappresentazioni attraverso cui il Rione Esquilino di Roma è stato narrato e descritto. Utilizzando più fonti (letterarie, giornalistiche, cartografiche, artistiche cinematografiche, ecc.), il progetto punta alla realizzazione di un ipermedia che connetta i testi raccolti, elaborati e interpretati per l'occasione, oltrepassando i limiti dell'esposizione lineare e consequenziale.

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