Goethe

Mito e civiltà: la lettura adorniana della Ifigenia di Goethe

The essay focuses on Adorno’s interpretation of Goethe’s Iphigenia and on its relation with the themes developed by Adorno and Horkheimer in the Dialectic of Enlightenment. The central issue at stake is the relationship between myth (understood by Adorno as an endless chain of faults and expiation) and the conciliation that breaks this chain, rescuing thereby human beings from their subordination to mythical destiny.

Amleto verso Weimar

Fu la riscoperta di Shakespeare ad aprire in Germania la grande stagione del teatro e della poetica dello Sturm und Drang; e fu sotto il suo impulso, su suo modello, che avrebbero visto la luce le grandi opere drammatiche e letterarie del Romanticismo.In tale contesto, gli Shakespeare di Goethe a Weimar, nel passaggio fra sette e ottocento – e particolarmente le tre messinscene di Amleto del1792, 1795 e 1809 – appaiono l’emblema tanto del rapporto particolare che legava l’elisabettiano al teatro e alla cultura tedeschi, quanto delle stesse concezioniteatrali di Goethe, che proprio nel conta

L'art dramatique à Weimar

La idealistische Schauspielkunst, che prese forma negli anni del sodalizio con
Schiller fu il frutto di un ripensamento globale, da parte di Goethe, della
concezione illumistico-borghese della natura dell’arte (come del rapporto
fondamentale fra arte e natura), dei suoi scopi e della sua funzione.Arte e natura, bellezza e verità e le loro interrelazioni sono i parametri
fondamentali, gli interessi primari dell’attività goethiana a Weimar, attorno cui si

Goethe, l'Antico e l'Attore

Goethe conserva al teatro la funzione educativa di cui era stato investito
dall’Illuminismo, che lo aveva elevato a “forum della borghesia”; ma non
esercitata, certo, attraverso la diffusione e la propaganda di nuovi valori sociali e
conoscenze31. Il teatro ha valore formativo poiché, in quanto forma d’arte, così
come faceva l’arte antica, può e deve educare progressivamente il genere umano
al bello assoluto, nella riconquista di una perfezione perduta, di una “naturale”
unità tra ideale e reale, razionale e sensibile, immediatamente vissuta e

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