Il saggio analizza la rappresentazione che alcuni scrittori (Giovanni Comisso, Mario Carli e Léon Kochnitzky), volontari fiumani, diedero della loro esperienza a Fiume durante i sedici mesi in cui, dopo la fine della Grande Guerra, la città fu occupata dai legionari di Gabriele D’Annunzio. Dal settembre 1919 al dicembre 1920 si recarono a Fiume futuristi, intellettuali e artisti d’avanguardia vivendo una vita-festa trasgressiva e senza regole, che con Michail M. Bachtin possiamo definire “carnevalizzata”.