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L’uso come progetto. Palazzo Venezia: dialogo tra antico e nuovo

L’edificio rinascimentale di Palazzo Venezia a Roma ospita il museo nazionale omonimo ed una serie di istituzioni pubbliche ma, nonostante la sua posizione, nel corso del tempo si è allontanato dai circuiti turistici ed ha chiuso le proprie porte alla città. La pubblicazione illustra il progetto di servizi aggiuntivi proposto come tesi di laurea con l’obiettivo di raccontare la storia di questo luogo ed ospitare un nuovo futuro vitale che trovi spazio nell’antico e ne ri-costruisca la memoria.

L’uso come progetto. Palazzo Venezia: dialogo tra antico e nuovo

L’edificio rinascimentale di Palazzo Venezia a Roma ospita il museo nazionale omonimo ed una serie di istituzioni pubbliche ma, nonostante la sua posizione, nel corso del tempo si è allontanato dai circuiti turistici ed ha chiuso le proprie porte alla città. La nuova direzione del museo ha avviato dal 2016 una serie di iniziative di valorizzazione: in quest’ottica si inserisce l’oggetto della tesi, il progetto di servizi aggiuntivi al piano terra e nei sotterranei del Palazzo.

Dalle cucine di un grande Restaurant allo spazio domestico

Lo spazio per la preparazione del cibo è stato investito dallo sviluppo degli apparecchi e degli arredi che la caratterizzano che, negli ultimi anni, ha raggiunto livelli e traguardi impensabili. È utile notare come da un punto di vista distributivo e funzionale l’evoluzione tecnologica degli arredi, degli elettrodomestici, degli utensili ? così come l’introduzione di materiali innovativi e di sistemi digitali (domotica) ? abbiano influito superficialmente sulla conformazione dello spazio e sul suo significato.

Allestire e raccontare le armi a Palazzo Venezia e Castel Sant'Angelo

Il testo in catalogo descrive le strategie progettuali attuate per l'allestimento della mostra "Armi e potere nell'Europa del Rinascimento", tenutasi a Castel Sant'Angelo e Palazzo Venezia da luglio a novembre 2018. In particolare ci si sofferma sulla necessità di impostare un dialogo tra opere esposte e contenitore architettonico che consenta la lettura degli ambienti ospitanti, di importante valore storico-artistico e monumentale e sottoposti ad imponenti flussi di visitatori, mentre gli oggetti esposti ad essi contemporanei trovano una nuova "casa".

La scala delle azioni

Se il progetto deve essere centrale nei corsi di laurea, come dovrebbe, non solo il confine tra discipline contigue come quelle degli icar 14, 15 e 16 dovrebbe essere aperto e transitato, ma anche quello tra il progetto e le altre discipline come le tecnologie e le strutture dovrebbe essere riorganizzato nel segno di un’effettiva e percepibile – da parte di studenti e docenti – convergenza di quest’ultime verso il recupero del ruolo centrale di sintesi dei saperi che il progetto ha perduto nell’insegnamento degli ultimi anni.

Una stazione non è un museo

La città di Roma pone continuamente sfide sul tema della conservazione. Da una parte c’è la ricchezza, ancora non del tutto conosciuta, del suo patrimonio storico, archeologico, urbano. Dall’altra la vita di una città che da secoli insegue la modernità e paradossalmente è rimasta in qualche modo prigioniera della sua stessa ricchezza, la quale non è mai riuscita a diventare compiutamente una risorsa.

Tempo. Camere oscure, orizzonti luminosi

L’insofferenza per la reclusione e la nostra casa è lo specchio di una pulsione alla dimensione pubblica e condivisa dello spazio; ma qualè la qualità degli spazi che condividiamo ogni giorno come naturale complemento e completamento della nostra casa?
Bramiamo tornare in quegli spazi condivisi che, come le nostre case, abbiamo trascurato e oggi pongono con urgenza questioni che non abbiamo voluto vedere.

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