palatino

Archeologia, analisi dei monumenti antichi e progetto di conservazione. Il caso della Valle del Colosseo e Palatino nord-orientale

La ricerca, nata dallo svolgimento di un assegno di ricerca presso il dipartimento, responsabile scientifico il prof. Carbonara e la prof.ssa Esposito poi, è stata realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza, nell’ambito del programma Grandi Scavi Archeologici con la direzione della prof.ssa Clementina Panella.

L’area archeologica del Palatino nordorientale. Restauro, riqualificazione e valorizzazione di una rilevante compagine architettonica

Le indagini sulle pendici nordorientali del Palatino, occupate da un insieme di complessi edilizi straordinariamente conservati e ancora in parte inediti, hanno arricchito di nuovi dati un contesto urbano già estremamente denso di memorie, fornendo elementi essenziali per la comprensione delle dinamiche insediative di quella che è una zona fondamentale per la topografia della città storica.

[Recensione a] Johannes Lipps, Die Stuckdecke des oecus tetrastylus aus dem sog. Augustushaus auf dem Palatin im Kontext antiker Deckenverzierungen, TübingerArchäologische Forschungen 25, Rhaden/West. (Verlag Marie Leidorf GmbH), 2018

La recensione ridiscute le plurime controversie legate alla cd. casa di Augusto sul Palatino a partire da un recente libro di Johannes Lipps dedicato alla sua decorazione in stucco.

A. Carandini, P. Carafa, M.T. D’Alessio, D. Filippi (a cura di), Santuario di Vesta, pendice del Palatino e via Sacra

Lo scavo alle pendici settentrionali del Palatino è stato avviato nel 1985 all'interno del Parco Archeologico del Foro Romano - Palatino. Si tratta di un progetto di scavo estensivo, volto all'indagine stratigrafica e alla ricostruzione del tessuto urbano sviluppatosi alle pendici settentrionali del Palatino, tra l’Arco di Tito e il Foro Romano, sino a comprendere il fondovalle che le divide dalla Velia, percorso dalla Sacra via.

Uno sguardo oltre la parete della modernità: forme del classico, archeologia e arte contemporanea

Con la cd. arte povera gli artisti saccheggiano con determinazione l’anima più profonda dei resti e dei termini di quello che l’antichità ha tramandato: rilievi, occhi sottratti al corpo, mani, colonne spezzate, icone di bellezza. Giulio Paolini ad esempio si fa archeologo quando porta alla superficie immagini remote ricollocandole nella cornice di una rappresentazione fatta di rimandi e di interpretazioni ricche di riferimenti al passato. Da questo passato l’artista recupera le forme che un tempo esprimevano armonia e proporzione, disponendole nello spazio in forma frammentaria.

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