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Il saggio affronta il problema della disciplina applicabile ad alcune nuove forme di garanzia e della loro congruenza e compatibilità  con l'ordinamento italo-europeo. Si rifugge da astratte qualificazioni e sussunzioni, foriere di forzature e incapaci di cogliere le peculiarità  funzionali e strutturali dei singoli atti di autonomia. Si evitano, altresi, talune generalizzanti contrapposizioni, spesso riscontrabili in letteratura, tra la causa come "funzione economico-sociale" e la causa come "funzione economico-individuale".

Attraverso alcuni casi e figure sintomatiche si propone di dimostrare che la ragionevolezza, di là dai significati assunti volta per volta nelle singole disposizioni legislative, è un criterio ermeneutico da storicizzare e da non confondere o sovrapporre alle mere clausole generali.

Il saggio tratta la questione del rapporto tra creatività e regole a partire dalla riflessione di Emilio Garroni, messa a confronto con il Wittgenstein del "Ramo d'oro di Frazer".

Nel presente scritto, sulla base di una analisi della dottrina, della giurisprudenza e della
legge, l'a. sostiene essere riscontrabile nel diritto privato un modello di ragionamento che procede
dal disegno di "figure sintomatiche" di violazione di doveri, e si interroga sul nesso che può
instaurarsi nello studio del diritto privato tra questo modello e quello della fattispecie.