Anno: 
2017
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_683078
Abstract: 

Il dispositivo architettonico che prevede l'associazione topografico-strutturale di moschea congregazionale e palazzo del governo costituisce uno dei fenomeni più eloquenti, eppure meno indagati, della retorica monumentale protoislamica. La tradizione storiografica abbaside individua nel misr (città di guarnigione) di Kufa la prima attestazione del dispositivo la cui comparsa sarebbe da ricondursi a una mera necessità di protezione del tesoro pubblico (bayt al-mal) intrapresa, a seguito di una diretta prescrizione califfale, nella decade immediatamente successiva alla conquista musulmana dell'Iraq (ca. 638-640). Questa visione, significativamente contaminata da interpolazioni, topoi ed espedienti narrativi retrospettivi caratteristici della propaganda anti-omayyade della storiografia di X secolo, ha fortemente condizionato il dibattito scientifico sulla questione prevenendo, ad oggi, la realizzazione di uno studio sistematico e storicamente attendibile della realtà di complesse stratificazioni architettoniche portata alla luce dagli scavi condotti nel centro iracheno fra il 1938 e il 1956. Il presente progetto mira alla possibilità di progredire nel dibattito concernente l'evoluzione del linguaggio monumentale dell'élite omayyade attraverso una rilettura scientificamente coerente sia delle evidenze archeologiche della dar al-imara (palazzo del governo) di Kufa sia del suo rapporto con la moschea congregazionale.

Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_861104
Innovatività: 

L'innovatività della ricerca proposta risiede nel fatto di costituire il primo tentativo di rilettura sistematica delle evidenze archeologiche della dar al-imara di Kufa e del suo rapporto con la moschea. Come precedentemente accennato, lo stato lacunoso della documentazione archeologica edita relativa al sito ha finora scoraggiato qualsiasi tentativo di reinterpretare cronologicamente le fasi del palazzo, comportando di contro l'avallo delle datazioni proposte dagli scavatori nonostante la loro evidente arbitrarietà (Mustafa 1963:60-1). Uno dei problemi fondamentali nel processo interpretativo delle rovine di Kufa è stato infatti l'utilizzo acritico di alcuni resoconti storici di X secolo (dunque di due secoli posteriori rispetto agli eventi narrati) sul primo sviluppo urbano della città (in particolare Tabari I: 2481-2496): un errore metodologico che ha comportato che la fonte scritta prevalesse sull'evidenza materiale con una serie di implicazioni che hanno condizionato considerevolmente l'attendibilità della datazione del complesso. Uno degli aspetti innovativi della ricerca proposta è proprio l'impiego di un approccio integrato che combini, con lo studio sistematico delle evidenze archeologiche, un'analisi critica delle fonti scritte condotta su basi scientifiche al fine di garantire un processo reinterpretativo oggettivo ed epurato da ingenuità metodologiche.
La potenzialità di realizzare un avanzamento delle conoscenze rispetto allo stato dell'arte si articola, dunque, su tre piani differenti:
1. Da un punto di vista storiografico verrà realizzato un corpus di tutte le fonti scritte inerenti al primo sviluppo urbano della città di Kufa. Si provvederà a tradurre dall'arabo le fonti per le quali non esiste un'edizione in lingua europea. Per quanto riguarda invece le opere tradotte, le traduzioni edite verranno messe a confronto con le originali versioni in arabo e, quando necessario, si realizzerà una traduzione letterale delle stesse eliminando eventuali interpolazioni o rese arbitrarie del traduttore che potrebbero inficiare il processo di interpretazione della storia materiale del sito.
2. L'attuazione del progetto consentirà inoltre la realizzazione di un'esaustiva documentazione grafica e fotografica dei resti visibili dell'edificio che andrà significativamente a integrare le lacune dell'edito fornendo una base fondamentale per indagini future.
3. Infine, la ricerca proposta apporterebbe un contributo fondamentale al dibattito sulla situazione architettonica del primo periodo islamico. Il palazzo di Kufa rappresenta infatti uno dei rarissimi esempi di dar al-imara urbani archeologicamente indagati (senza dubbio il più antico) e l'aspetto esteso e stratificato delle sue rovine, unito all'importanza geopolitica della città durante tutto il periodo protoislamico (638-760), lo rendono un casus studi cruciale per la ricostruzione del primo linguaggio monumentale musulmano e dei significati politici e simbolico-propagandistici a questo linguaggio sottesi. La reinterpretazione, su basi scientifiche più solide, delle fasi edilizie della dar al-imara di Kufa e del suo rapporto con la moschea congregazionale potrebbe concorrere a gettare una luce inedita sull'evoluzione della concezione del ruolo califfale e sulla sua espressione monumentale nei secoli di affermazione e formazione dell'Islam 'imperiale', contribuendo a correggere una serie di visioni stereotipate che hanno considerevolmente afflitto la storia degli studi sull'argomento.

Per la bibliografia si veda: "Descrizione delle attività e dei compiti dei partecipanti".

Codice Bando: 
683078
Keywords: 

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