A partire da un'indagine sui testi scientifici presenti (ed eventualmente postillati) nella «Raccolta Salfi» della Biblioteca Civica di Cosenza, il progetto mira alla valorizzazione di un patrimonio librario fino a questo momento inesplorato, composto da circa 12.000 volumi appartenuti a Francesco Saverio Salfi (Cosenza, 1759 - Parigi, 1832) e ai suoi eredi. La varietà dei testi conservati, che spaziano dalla trattatistica scientifica ai capolavori della letteratura italiana e straniera, da Galilei ad Alfieri, ci restituiscono una rete di saperi che si intrecciano, influenzandosi reciprocamente. La biblioteca di Francesco Saverio Salfi rappresenta dunque un osservatorio privilegiato per la ricostruzione della cultura scientifica di un uomo di lettere europeo, osservatorio che assume tanto più valore alla luce del ruolo di passeur culturel tra l'Italia e la Francia svolto da Salfi negli anni del suo esilio parigino (1815-1832). Il progetto si propone dunque di seguire le tracce di lettura di Salfi, nella loro accezione materiale (postille mute e parlanti, segnalibri, piegature delle pagine) e immateriale, ossia nell'influenza che i testi presi in esame ebbero sulla genesi della sua produzione.
Il presente progetto si propone in primo luogo di contribuire a un avanzamento dello stato degli studi su Francesco Saverio Salfi. La presenza di determinati testi scientifici nella sua biblioteca potrebbe aprire nuove piste di ricerca, sia in merito alla ricostruzione delle fonti utilizzate per la sua produzione, sia per quanto concerne la ricostruzione delle sue reti sociali.
Il progetto potrebbe poi offrire nuovi strumenti per lo studio della circolazione delle idee in Europa tra Sette e Ottocento. La presa in considerazione dell'orizzonte della ricezione è fondamentale per comprendere come determinate teorie e idee siano state interiorizzate in una particolare dimensione geografica o socioculturale, nella cornice di un preciso arco cronologico. La ricezione ci dice qualcosa non soltanto sul lettore, ma anche sull'opera stessa, guidandoci nella ricostruzione di reti che resterebbero altrimenti invisibili. A questo proposito, significativa è la presenza nella «Raccolta Salfi» dei volumi della "Zoonomia, ovvero leggi della vita organica" (1794) di Erasmo Darwin nell'edizione milanese del 1803-1805 tradotta dal medico giacobino Giovanni Rasori. Le tracce di lettura, che si presentano nella forma di tratti di lapis blu, testimoniano l'interesse di Salfi per il testo. Le sottolineature si fanno particolarmente fitte nel volume III, nella sezione XXXIX sulla generazione, nella quale il medico scozzese espone la sua teoria, avveniristica per l'epoca, del "perfezionamento successivo delle specie animali". L'adesione di Darwin, come anche di Rasori e di Salfi, alle logge massoniche ci permette di inquadrare tale teoria e la sua circolazione all'interno di un preciso orizzonte della sociabilità, che, facendo propria la teoria della perfettibilità indefinita, leggeva la storia dell'umanità come un susseguirsi di catastrofi (naturali e morali) e rinascite. La reciproca influenza dei saperi in questo caso è evidente, ed è testimoniata dal fatto che Salfi citi la teoria di Darwin all'interno delle sue "Lezioni sulla Filosofia della Storia", instaurando un parallelo tra storia naturale e storia delle civiltà.
La messa in linea dell'inventario dei testi scientifici appartenuti a Salfi rappresenterebbe inoltre il primo passo di un processo di valorizzazione di un patrimonio librario fino ad adesso trascurato, di grande rilievo sia da un punto di vista quantitativo, sia per la rarità delle edizioni dei testi presenti.