A partire dall'età augustea, alcuni processi di trasformazione tanto delle tradizioni civiche quanto degli spazi pubblici di Roma si legano alle pratiche del culto imperiale.
Con esiti differenti sino alla fine dell'Impero, si assiste a un meccanismo di ridefinizione in chiave politica e ideologica di diversi luoghi della città, che si manifesta, non solo concettualmente, entro una dimensione religiosa collettiva declinata su scala urbana.
Come noto, un elemento cardine del programma politico-ideologico di Augusto è la riorganizzazione sacrale dello spazio urbano, attuata in prima istanza mediante la sostituzione dei Lares Compitales con i Lares e il Genius Augusti, venerati pubblicamente con un sistema capillare diramato presso i vici. Oltre che per la sua natura fortemente programmatica, la rivoluzione augustea si contraddistingue per il notevole impatto socio-culturale, che si riverbera anche nel mutamento di percezione dei luoghi dedicati allo svolgimento della vita civile e religiosa.
Quello di Augusto, tuttavia, è soltanto il primo passo verso la creazione di un vincolo ideale tra l'imperatore e l'Urbs, reso ancor più saldo e radicato dalla diffusione del culto dei Divi.
Tale legame è enfatizzato dalla concezione e dalla creazione sia di prassi rituali sia di spazi, luoghi ed edifici dedicati alla venerazione degli Augusti e delle Auguste divinizzati, spazi e riti che pervadono il paesaggio monumentale e religioso di Roma conferendovi un nuovo valore semantico.
Con l'apporto delle fonti letterarie, epigrafiche ed iconografiche, questa ricerca intende analizzare forme, tempi e pratiche del culto dei Divi, soffermandosi sui luoghi e sui contenuti del cerimoniale, al fine di valutare l'incidenza di tale manifestazione religiosa sull'immagine materiale e simbolica della città imperiale e per una più ampia riflessione sul fenomeno in termini di storia urbana.
Recuperando la dimensione del fenomeno su scala urbana, il progetto di ricerca propone un ripensamento di prospettiva rispetto al tema in esame, suggerendo al contempo di allargare lo spettro di valutazione di un processo (politico, sociale e religioso) capillare e determinante nella evoluzione e nello sviluppo della città imperiale, non solo dal punto di vista monumentale, ma soprattutto nei termini di definizione semantica dello spazio in virtù delle pratiche politico-religiose che vi si svolgono e dei valori politico-ideologici che lo investono, a fini celebrativi, rappresentativi e programmatici.
Si tratta di un argomento significativo e tuttavia rimasto a latere delle riflessioni sul culto imperiale, ma che consente di approfondire la conoscenza di un capitolo centrale nella storia urbana di Roma antica, in rapporto alle manifestazioni della religione pubblica e alle espressioni del potere imperiale.
La semantica dello spazio urbano è un argomento trasversale in grado di aprire diverse finestre di approfondimento tematico. Una di queste, di interesse nel progetto, riguarda la relazione che attraverso la prassi religiosa si stabilisce tra gli individui che prendono parte alle cerimonie e gli spazi di culto caricati di valori simbolici tali da contraddistinguere la stessa immagine della città, che si identifica a sua volta nel messaggio che veicola. Se attraverso l'architettura monumentale il potere disegna la forma urbana, mediante le pratiche devozionali e le liturgie celebrative (elementi del linguaggio religioso) ridefinisce concettualmente i luoghi sostanziandone l'identità politica e sociale nella quale gli individui si riconoscono.
Questa impostazione di ricerca deriva da un approccio interdisciplinare che tenta di coniugare l'istanza storica a quella archeologico-topografica puntando al recupero di ogni possibile informazione per riconoscere luoghi e spazi del culto imperiale disseminati nei diversi quartieri urbani e complessi monumentali.
In aggiunta all'impostazione interdisciplinare e alla domanda storico-sociale di fondo, rispetto allo stato attuale delle conoscenze sul tema il progetto di ricerca intende aggiornare e restituire il profilo materiale della città imperiale elaborando anche una cartografia articolata in diversi livelli tematici (monumenti, spazi, templi, culti dei vici, crocicchi, sacrari, altari) e cronologici, nella quale verranno localizzati e graficizzati i differenti luoghi di culto dei Divi. Del tutto inediti, infatti, sono la cartografia archeologica tematica e il quadro di unione topografica che si intende realizzare e che costituirebbero un valido e necessario supporto grafico alla stessa ricostruzione storico-topografica e archeologica dell'articolazione spaziale della città dei Divi. Questi strumenti, in parallelo alla interpretazione storico-archeologica che si propone, consentirebbero inoltre un'analisi di dettaglio e di lungo periodo degli elementi di continuità e discontinuità nelle espressioni (comprese quelle monumentali), nei comportamenti e nelle manifestazioni del fenomeno in esame, avvicinando alla comprensione della realtà storica e della forma urbana (materiale e concettuale) della capitale dell'Impero.