Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2456298
Anno: 
2021
Abstract: 

Il progetto intende dare una configurazione della complessa posizione della Corte costituzionale con particolare riguardo all'efficacia temporale delle proprie decisioni. Per via delle continue evoluzioni e i rilevanti caratteri di innovatività dell'attuale fase della giustizia costituzionale, si ritiene, infatti, che, pur essendo un "topos" degli studi in materia, il tema sia tale da suscitare nello studioso interrogativi sempre nuovi, divenendo un punto di vista privilegiato per comprendere l'approccio - sempre più elastico - dello stesso organo di garanzia al processo incidentale, e per riflettere sul rapporto del giudice delle leggi con i suoi interlocutori: i giudici comuni, le Corti sovranazionali ed il legislatore.
L'analisi delle tecniche giurisprudenziali volte ad allontanare gli effetti della pronuncia nel tempo - allorquando si rilevi un'area di competenza del decisore politico - consente così allo studioso di concentrare la propria attenzione sul complesso dialogo tra la Corte e l'organo rappresentativo.
Questa dialettica si traduce, talvolta, in un "vicolo cieco" della cooperazione istituzionale, poiché il legislatore non dà seguito al monito; soprattutto, sempre più di frequente, è scandita da ritmi serrati, poiché rimodellata da parte dell'organo di garanzia mediante l'utilizzo di una tecnica decisoria basata su pronunce ad efficacia temporalmente definita. Proprio attraverso la lente peculiare del fattore "tempo", la riflessione proposta aspira da un lato a comprendere i profondi mutamenti insiti nella giustizia costituzionale e il significato che assume il crescente e attuale protagonismo della Corte nelle dinamiche della forma di governo; dall'altro, valuterà, più pragmaticamente, l'inserimento di nuovi meccanismi di raccordo fra la l'organo di garanzia e il legislatore, nell'ottica di una più efficace leale collaborazione fra organi costituzionali.

ERC: 
SH2_4
SH2_1
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3257966
sb_cp_is_3143462
sb_cp_is_3244491
sb_cp_is_3254592
sb_cp_is_3310924
sb_cp_es_451785
sb_cp_es_451786
sb_cp_es_451787
Innovatività: 

L'innovatività della ricerca risiede nel tentativo di affrontare un tema classico della giustizia costituzionale, quale quello dell'efficacia temporale delle decisioni dell'organo di garanzia, mediante l'adozione di una duplice originale prospettiva. La ricerca procederà, infatti, attraverso un approccio "teorico-istituzionale", da un lato, e uno "concreto-normativo dall'altro. Ambedue le direttive di indagine, profondamente intrecciate e in grado di condizionarsi reciprocamente, si presentano più complesse e stratificate di quanto potrebbe apparire, aprendo al loro interno una pluralità di interrogativi e rivelando un'analisi potenzialmente ricca e multi-prospettica. Lo studio delle tecniche temporalmente manipolative viene inserito nell'ambito di una lettura diacronica che, procedendo dal 1956 ad oggi, analizza i caratteri costitutivi delle soluzioni manipolative elaborate dalla Consulta: dalle decisioni monitorie soft a interventi più sofisticati quali quello dell'ordinanza di rinvio a data fissa. Da una condotta di self-restraint, la Corte ha maturato un'attitudine proattiva, orientata verso un tempestivo ristoro della legalità costituzionale. La «rinnovata sensibilità» della Corte non esaurisce però la complessità del sindacato, le cui oscillazioni fra una vocazione oggettiva e una sfumatura soggettiva sembrano permanere, come si tenterà di porre in luce, anche nell'attuale fase della giustizia costituzionale.
La pluralità degli interrogativi che il tema apre consente di riflettere sulla trasformazione delle caratteristiche strutturali del giudizio di legittimità e del processo costituzionale. Ma, più in generale, induce ad interrogarsi sulla stessa essenza e funzione della giustizia costituzionale all'interno di un'architettura istituzionale nella quale il tradizionale principio della separazione dei poteri rappresenta sì un pilastro fondamentale dello Stato di diritto, nel quale però l'organo di garanzia - e il potere giudiziario più in generale - esercita sempre di più una funzione anticipatoria e sollecitatoria nei confronti della legge. Uno dei quesiti nodali sottesi alla ricerca concernerà, dunque, il crescente protagonismo acquisito dall'organo di garanzia. I connotati che tale azione assume spingono a domandarsi se si sia in presenza di una fisiologica espansione, motivata dalle carenze e disfunzionalità osservate sul versante legislativo; oppure se la Corte abbia dato luogo a «sconfinamenti» e a una forma di supplenza che non trovano corrispondenza né precedenti nelle dinamiche della forma di governo. In questo contesto, dunque, non può che trovar spazio anche una riflessione più generale sulla trasformazione dei "modelli" e sul ruolo proattivo esercitato dalle Corti nella dimensione nazionale e sovranazionale. Dall'altro lato, mediante una visione più pragmatica, si valuterà se gli strumenti formali e informali di raccordo risultino idonei a recepire gli indirizzi ed i moniti della Consulta e a favorire un tempestivo seguito legislativo, procedendo oltre i cortocircuiti e le tensioni istituzionali sinora sperimentate e ipotizzando se sia possibile una più solida base giustificativa alle soluzioni giudiziali elaborate per via pretoria. Verranno esaminate, de iure condendo, ipotesi di riforma, da una più ambiziosa proposta di revisione dell'articolo 136 comma 1 - volta a superare l'identità temporale fra l'annullamento e la perdita di efficacia dell'atto dichiarato incostituzionale - fino a interventi più puntuali concernenti l'articolo 30 della legge n. 87 del 1953 e le Norme Integrative. In tale ottica verrà altresì valutata l'opportunità di potenziare ulteriormente i meccanismi di raccordo contenuti nei regolamenti parlamentari (139 R.S. e 108 R.C.), magari mediante l'eventuale introduzione di una procedura di urgenza che imponga la calendarizzazione immediata della discussione di decisioni di accoglimento contenenti moniti. Alternativamente, saranno anche prese in considerazione opzioni che, de iure condito, permettano di coordinare la procedura di adozione di una decisione della Corte con il successivo intervento parlamentare, ai fini di creare forme di modulazione temporale "a Costituzione invariata". Si partirà dalle classiche proposte di riforma a carattere c.d. "procedimentale" immaginate da autorevole dottrina per procedere poi verso ipotesi nuove. L'approccio bidirezionale permetterà di promuovere uno studio a tutto tondo del tema e di sfruttare gli elementi di novità concernenti "l'efficacia temporale" come fattore propulsivo per "sbloccare" una riflessione per lungo tempo ancorata all'osservazione dello status quo. Tale duplicità della riflessione concernerà anche la dimensione soggettiva, mantenendo sullo stesso piano il punto di vista e del legislatore e della Corte, nella consapevolezza che il differente apprezzamento del fattore "tempo" rimane condizionato dalle diverse priorità politico-funzionali e dai differenti meccanismi di azione dei due organi costituzionali.

Codice Bando: 
2456298

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