
La ricerca è dedicata all'individuazione dei metodi di costruzione dei tracciati prospettici su superfici dipinte, piane, curve e a doppia curvatura, teorizzati e sperimentati in Europa fra il XVI e il XVII secolo.
Le metodologie di costruzione della prospettiva sulle superfici architettoniche sono una applicazione diretta dei principi proiettivi alla base della prospettiva stessa. Alla definizione di questi principi, fondamento teorico della scienza delle proiezioni, corrisponde un affinamento progressivo delle metodologie di costruzione. La questione è di interesse trasversale nella storia della prospettiva e ha ricadute in tutte le sue applicazioni, dalla esecuzione delle quadrature e delle anamorfosi, alla realizzazione delle prospettive sulle quinte delle scenografie teatrali, alla costruzione delle linee orarie degli orologi solari catottrici.
Non sono molte le fonti interamente dedicate alla costruzione dei tracciati prospettici, così come non lo sono gli studi critici contemporanei. Tra Rinascimento e Barocco l'argomento è generalmente affrontato da teorici e sperimentalisti insieme alle problematiche legate alla costruzione delle "prospettive dal sotto in su" o alla costruzione delle scenografie teatrali. Fra i contributi più significativi, per citarne soltanto alcuni, si segnalano i quelli di Ignatio Danti, Guidobaldo Del Monte, Girard Desargues, Abraham Bosse e Andrea Pozzo.
Questo studio intende esplicitare le relazioni che legano le teorie proiettive alle costruzioni pratiche, rintracciando, nelle diverse applicazioni della prospettiva, un filo conduttore comune che vede sperimentare e validare i progressi teorici della scienza delle proiezioni nella pratica costruttiva dei tracciati. La ricerca sarà articolata in diverse fasi: una ricognizione storica, l'analisi critica dei contenuti, la validazione delle ipotesi formulate, la divulgazione degli esiti anche attraverso linguaggi visivi digitali.
Come precedentemente introdotto, non sono stati condotti studi sistematici interamente dedicati al problema della costruzione dei tracciati prospettici sulle superfici architettoniche.
La ricognizione proposta, che passa attraverso una rilettura critica trasversale della storia delle costruzioni prospettiche in Europa tra Rinascimento e Barocco, accomuna tutte le declinazioni che la prospettiva assume in quegli anni, delineando un filo conduttore condiviso che legittima i progressi teorici della scienza delle proiezioni nelle sperimentazioni di volta in volta diverse della prospettiva pratica.
Un esempio significativo in tal senso è costituito da uno studio che il proponente ha al momento in corso, relativo alla restituzione dei procedimenti costruttivi di una scenografia teatrale descritti nel 'De Scenis', sesto libro della 'Perspectivae libri sex' scritta da Guidobaldo del Monte nel 1600. I principi proiettivi teorizzati in questa celebre opera trovano diretta applicazione nella scenografia teatrale, dove il controllo ineccepibile della gestione dei piani proiettanti consente di costruire le prospettive dei fondali sulle quinte senza l'ausilio di funi o candele, come era invece consuetudine del tempo, ponendo gli occhi di un osservatore direttamente sul piano proiettante in maniera tale da traguardare la retta che si intendeva proiettare (come si può vedere nel modello ricostruttivo del procedimento in fig. 5).
La gestione dei piani proiettanti testimoniata da Del Monte, ma ancor prima da Danti è un esempio particolarmente significativo delle ricadute della teoria nella pratica prospettica, ed è un presupposto teorico da cui derivano, in quegli anni, diverse metodologie di tracciamento.
Ulteriori aspetti innovativi della ricerca riguardano l'uso di alcune tecnologie applicate da pochi anni allo studio delle superfici dipinte, che riguardano sia le fasi di rilievo di queste superfici, sia le fasi di restituzione ed esplorazione digitale delle stesse.
Oggi con tecniche fotogrammetriche digitali, è possibile eseguire rilievi in alta risoluzione di superfici dipinte di grandi dimensioni, piane o voltate, attraverso la costruzione di immagini Gigapixel dotate di valenza metrica o di modelli tridimensionali Image Based ad alta risoluzione (queste metodologie sono state sperimentate dai componenti del gruppo nell'ambito della ricerca PRIN 2010, "Prospettive Architettoniche: conservazione digitale, divulgazione e studio", coordinamento scientifico Riccardo Migliari). Entrambi questi tipi di rilievo, grazie all'alta risoluzione, rendono leggibili i segni della costruzione dei dipinti, come le incisioni, le giornate, gli spolveri nel caso degli affreschi, rivelando un contenuto informativo non visibile ad occhio nudo se non, come precedentemente anticipato, ad una osservazione ravvicinata del dipinto. Su questi modelli è possibile ricostruire, direttamente nello spazio, mappe tematiche tridimensionali dei tracciati nascosti, come sperimentato dal proponente sul modello Image Based del corridoio della casa Professa del Gesù di Andrea Pozzo a Roma, dove è stata ridisegnata, direttamente sulle incisioni in 3D, la graticola usata per il trasporto del bozzetto sulla superficie curva della volta (come si può vedere dalla immagine allegata del modello del corridoio in fig. 6). La graticola di Pozzo è visibile anche sulla immagine rettilineare Gigapixel che mostra la volta della chiesa di S. Ignazio a Roma (fig. 1).
Sulla base di rilievi ad alta risoluzione sarà condotta su alcuni campioni selezionati la lettura sistematica dei segni della costruzione del dipinto.
Fra gli strumenti preposti al rilievo delle pitture di cui dispone il Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell'Architettura si considerano in quest'ambito anche le camere per acquisizioni multispettrali, la cui efficacia sui diversi tipi di pittura è ancora in fase di sperimentazione, il cui utilizzo potrebbe tuttavia consentire una lettura ulteriormente approfondita dei tracciati nascosti sotto le superfici dipinte.
Un'altra possibile applicazione riguarda la navigabilità dei modelli tridimensionali degli ambienti che ospitano le pitture. L'esplorazione diretta del contesto pittorico attraverso prospettive dinamiche interattive facilita la comprensione dei procedimenti proiettivi di costruzione dei tracciati favorendo l'intellegibilità e la divulgazione dei relativi contenuti teorici.