La ricerca intende studiare i recenti sviluppi e trasformazioni del sistema democratico in Italia, con particolare riguardo alle diverse modalità con cui si va configurando il rapporto tra democrazia deliberativa e partecipativa nelle diverse sedi e livelli in cui promana la sovranità popolare.
Oggetto dello studio sarà in particolare l¿analisi delle numerose riforme istituzionali proposte o attuate negli ultimi cinque anni, e il mutamento di paradigma da queste indotto sui caratteri distintivi del modello di rappresentanza e partecipazione politica nel nostro Paese: si tratta di interventi che, a partire dagli esisti della respinta revisione costituzionale del 2016 e passando per la legislazione elettorale, la riforma dei regolamenti parlamentari, e l¿individuazione di nuove possibilità di coinvolgimento del corpo elettorale nell¿iniziativa legislativa (c.d. referendum propositivo), si sono orientati alla rimodulazione di quegli elementi cardine del sistema, in grado di incidere sia sulla rappresentanza politica e territoriale, che sull¿autonomia del parlamentare e in generale sul rapporto fra sovranità popolare, indirizzo politico e organi di garanzia.
Se la crisi del modello basato sulla centralità dei partiti politici è ormai risalente nella letteratura scientifica costituzionalistica, ancora parzialmente inesplorati sono infatti i profili di più ampia portata di questa crisi, e quali siano le risposte e le trasformazioni approntate o possibili per il sistema democratico attuale.
In tale contesto, la vicenda italiana si inserisce in modo peculiare e al tempo stesso paradigmatico di tendenze riflesse anche nel livello europeo (e nelle tensioni di tipo c.d. sovranista e populista), ove particolarmente urgente appare ¿ ai fini stessi del processo di integrazione tuttora in corso ¿ il tentativo di fornire una risposta all¿interrogativo se ci si trovi di fronte a una crisi effettiva della democrazia o piuttosto a un momento (ulteriore) di trasformazione profonda.
Dallo stato dell'arte così come nel punto precedente descritto, è facile rendersi conto della mancanza, anche in considerazione della natura in fieri del processo che si vuole indagare, di una sistematizzazione organica dei più recenti tentativi e propositi di riforma del sistema della rappresentanza in Italia e delle linee di trasformazione più o meno consapevolmente perseguite dal decisore politico.
La ricerca ha indubbiamente ad oggetto tematiche di stretta attualità, se non urgenza, rispetto alle quali si propone non solo una puntuale ricognizione e analisi delle più incisive riforme in corso e degli istituti coinvolti al fine di evidenziarne la ratio e il riflesso sul dibattito politico-istituzionale attuale, ma anche l¿obiettivo della loro riconduzione a una visione sistematica in grado di confrontarsi con i tradizionali paradigmi costituzionali della democrazia, della rappresentanza, della sovranità popolare, nelle diverse modalità in cui sono declinati nel testo costituzionale e vivono nel sistema attuale.
Ben al di là dunque della cronaca politica, si tratta di un banco di prova della terminologia e delle categorie consolidate del diritto costituzionale di fronte alla retorica della crisi del sistema democratico, i cui fattori scatenanti vanno dalla globalizzazione alla crisi dei mercati, alla difficoltà di offrire risposte adeguate a una realtà sempre più multiculturale e multietnica e soggetta a crescenti disuguaglianze socio-economiche, fino alla perdita di consenso delle istituzioni e alla inadeguatezza dei partiti politici ad assolvere al ruolo ad essi tradizionalmente ascritto, ad essere, cioè, credibili canali di trasmissione delle domande che provengono dalla società all¿interno del circuito rappresentativo. Ne sono coinvolti, ancora, il rapporto fra controllo democratico e apparati burocratici e fra cittadini ed esperti, nonché le nuove possibilità di informazione ma anche il rischio di eterodirezione dei cittadini, fino al problema della ¿disintermediazione¿ (ovvero la perdita di funzione dei partiti come luogo ruolo di formazione del consenso e della volontà popolare) in quella che è stata declinata come crisi della post-democrazia ¿ o come democrazia passiva o consensuale (M. Luciani, L¿antisovrano e la crisi delle istituzioni, 1996; D.G. Bianchi, F. Raniolo, Limiti e sfide della rappresentanza politica, 2016).
Se sono stati finora principalmente gli studiosi del pensiero politico ¿ da Rousseau a Michels, da Bobbio a Pasquino, da Meny e Surel a Crouch e Bauman ¿ a presidiare il tema, è evidente infatti come gli aspetti e gli elementi implicati non possano più essere trascurati dall¿indagine costituzionalistica, proprio in ragione della alterazione che ne deriva dei tratti caratteristici dello stato costituzionale, a causa della privazione degli strumenti tradizionali della decisione politica, nonché nella prospettiva di individuare nuovi strumenti di regolamentazione e intervento per governare processi che se lasciati privi di orientamenti validi rischiano di condurre inevitabilmente a degenerazioni della democrazia.