La blockchain promette di rivoluzionare la fornitura di servizi della Pubblica Amministrazione (PA) offrendo in un contesto decentralizzato una trasparenza, sicurezza e tracciabilità senza precedenti .
Tuttavia, due elementi essenziali della blockchain sovvertono il presupposto fondativo delle PA: la disintermediazione e l'orizzontalità della legittimazione. Infatti, le PA e il diritto amministrativo, si fondono sulla necessità della mediazione, che permette di ponderare interessi pubblici con interessi privati, e sulla legittimazione a priori, che si basa sul circuito democratico rappresentanza-legge-provvedimento o accordo.
L'obiettivo principale del progetto è quello di studiare il giusto compromesso tra l'esigenza di adattare la tecnologia blockchain agli ecosistemi esistenti nella PA e la necessaria trasformazione di processi, organizzazioni e strutture esistenti per poter sfruttare appieno il potenziale di questa tecnologia.
Per raggiungere questo obiettivo, il progetto prevede un approccio multidisciplinare in cui esperti di diritto e della PA si confrontano apertamente con esperti di tecnologia.
Si partirà da un'indagine delle attuali esperienze di impiego della tecnologia blockchain nella PA in modo da evidenziare i benefici attesi ed i principali ostacoli al suo pieno utilizzo. Questo studio si baserà sulla letteratura esistente e servirà a condividere una base di conoscenza comune del gruppo di ricerca. A esito di questa prima valutazione si procederà all'identificazione di un caso d'uso significativo che verrà approfondito durante il progetto con un duplice obiettivo: da una parte studiare in che modo adattare la tecnologica alle esigenze delle attuali procedure della PA, dall'altra proporre evoluzioni delle attuali procedure per sfruttare a pieno le potenzialità della blockchain.
La sintesi dei due obiettivi, condurrà alla realizzazione di un un proof-of-concept capace di dimostrare la fattibilità tecnologica delle soluzioni proposte.
Allo stato attuale, la quasi totalità dei servizi digitali PA si basa su servizi centralizzati, i cosiddetti portali. Alcuni servizi sono offerti anche sotto forma di App, che di fatto però nel back-end dove vengono collezionati e analizzati i dati di cittadini e imprese, si configurano comunque come sistemi centralizzati. Come da disposizione del Codice dell' Amministrazione Digitale (CAD), ciò comporta una serie di vincoli realizzativi in termini di creazione di canali sicuri, di utilizzo di meccanismi di protezione della privacy e di sistemi di disaster recovery, oltre alla necessità di adottare profili semantici interoperabili per la gestione delle informazioni. Questi interventi possono risultare onerosi e quindi non sono facilmente realizzabili da tutte le amministrazioni, specialmente le PAL. Inoltre, le specifiche di interoperabilità, requisito essenziale per la condivisione dei dati tra pubbliche amministrazioni, non sempre sono di facile attuazione, sia per la mancanza di vocabolari di riferimento, sia per la preesistenza di sistemi informativi per i quali andrebbe effettuata una conversione semantica, un'operazione che può avere costi di analisi ed implementazione non banali.
Lo sviluppo proposto dal progetto verso un mondo di servizi decentralizzati è attualmente oggetto di investigazione da parte della comunità scientifica, come dimostra il progetto SOLID (Social Linked Data) [https://solid.mit.edu/], diretto da Tim Berners-Lee, professore del MIT e creatore del WWW, che propone un sistema in cui i soggetti siano i diretti gestori dei propri dati, mettendoli a disposizione dei servizi web grazie a regole di interoperabilità.
Lo studio che si vuole condurre nell'ambito di questo progetto mira ad affrontare le stesse finalità di disintermediazione sfruttando la tecnologia innovativa della blockchain, vedendo in essa uno strumento che garantisce nativamente la possibilità di garantire il pieno controllo dell'informazione da parte di cittadini e imprese. Inoltre, la natura decentralizzata della blockchain consente di condividere i costi della infrastruttura aprendo scenari innovativi anche negli investimenti per la realizzazione dell'infrastruttura digitale della PA. La decentralizzazione, garantirebbe peraltro il naturale abbattimento (o almeno la drastica riduzione) delle barriere di interfacciamento attualmente presenti nelle soluzioni centralizzate.
Per quanto riguarda gli studi giuridici, è da notare che al momento il livello di riflessioni sull'impatto della blockchain è ancora limitato. I primi lavori che si osservano sul rapporto PA e tecnologie sono concentrati sull'uso degli algoritmi e dei big data, mentre sostanzialmente ignoti risultano spunti sull'uso della tecnologia blockchain. Deve essere considerato, infatti, che la tecnologia blockchain, più degli altri elementi di innovazione tecnologica, sovverte il presupposto fondativo delle pubbliche amministrazioni: la disintermediazione e l'orizzontalità della legittimazione. Infatti, le pubbliche amministrazioni e il diritto amministrativo, si fondono sulla necessità della mediazione, che permette di ponderare interessi pubblici con interessi privati, e sulla legittimazione a priori, che si basa sul circuito democratico rappresentanza-legge-provvedimento o accordo. Da diversi anni c'è piena consapevolezza che le pubbliche amministrazioni e il diritto amministrativo stanno vivendo delle trasformazioni, che li obbliga a ripensare i fondamenti. Ci sono disegni e modelli che raffigurano la pubblica amministrazione sempre più soggetto di rete più che che soggetto dispensatore di equilibri tra interessi pubblici e interessi privati, così come si diffondono sempre più modelli di collaborazione invece di autorità. Premesso che alcune funzioni resteranno in capo alle pubbliche amministrazioni e potranno essere esercitate solo con strumenti tradizionali, la ricerca permetterà di capire in termini giuridici se:
a) i modelli di blockchain possono essere utilizzati dalla pubblica amministrazione per rinnovare servizi attraverso nuove forme di collaborazione;
b) se le pubbliche amministrazioni possono aiutare i sistemi di blockchain ad avere uno sviluppo inclusivo;
c) se tutto questo segnerà invece la fine delle pubbliche amministrazioni o, comunque, una forte riduzione e, nel caso, se tutto questo può coesistere con un sistema democratico.