Il progetto di ricerca è volto a documentare e analizzare le decisioni e le iniziative italiane in relazione ai rapporti con il regime libico di Gheddafi (1969-2011) in un periodo caratterizzato da tensioni e criticità come furono gli anni Settanta e Ottanta del Novecento; l'interesse non è solo di natura scientifica e storiografica, ma anche di carattere più generale, al fine di favorire una riflessione più approfondita su temi che si affacciavano allora all'attenzione dell'opinione pubblica e che sono ancora di grande attualità, quali la sfida del terrorismo internazionale, l'instabilità della riva africana del Mediterraneo, l'approvvigionamento energetico dell'Italia e dell'Occidente, oltre che il rapporto dell'Italia con il vicino paese libico.
Dato il mantenimento del segreto di Stato sulle fonti governative, si è già accennato alla carenza di studi fondati su documentazione originale, sia in Italia che all'estero, e all'opportunità che si offre oggi agli studiosi italiani di analizzare la politica estera italiana attraverso fonti nuove, solo di recente messe a disposizione degli studiosi: in particolare il fondo del Consigliere diplomatico della presidenza del Consiglio che copre il periodo fino al 1985 (fondo reso disponibile nel 2019) e, soprattutto, l'Archivio di Giulio Andreotti, autentica e inesplorata miniera di documentazione. Come detto, scopo della pubblicazione è quello di pubblicare dei saggi e, soprattutto, una raccolta contentente documenti inediti sia sui rapporti tra i governi italiani e il regime di Gheddafi, sia sui rapporti intercorsi a proposito del caso libico tra Italia e alleati, Stati Uniti in primis. Si può offire così, per la prima volta, agli studiosi a livello internazionale un innovativo corpus di fonti, sistematico e originale, che metta in luce in dettaglio due decenni di rapporti italo-libici, fugando consolidate tesi preconcette e strumentali, così come troppo facili critiche venute da altri paesi alleati alla politica estera dei governi italiani verso la Libia di Gheddafi.