
La ricerca si propone di studiare la politica estera italiana dalla rottura con le grandi potenze occidentali a seguito della crisi etiopica fino alla caduta del fascismo, inquadrandola nell'ambizione velleitaria del regime di fare dell'Italia una potenza globale a partire dall'acquisizione dell'egemonia nel Mediterraneo. L'analisi partirà dai risultati della storiografia fin qui raggiunti per estendere il quadro delle ricerche ai tentativi di penetrazione culturale ed economica sia negli spazi europei che extraeuropei.
Si può affermare che non è stato ancora affrontato in maniera sistematica ed esauriente il problema, cruciale nella politica dell'Italia fascista, della creazione di un "nuovo ordine" mondiale. Mussolini progettava la costruzione di un grande spazio imperiale dominato politicamente ed economicamente dall'Italia, al cui interno avrebbero convissuto la grande potenza imperiale, i piccoli stati protetti ed egemonizzati, e le colonie sotto il diretto dominio italiano. Al di fuori di questo spazio, l'Impero italiano avrebbe dialogato con altri grandi aggregati, come la Germania e i suoi domini, il Giappone e la sua sfera d'influenza in Asia. I vertici politici, economici e culturali del regime si impegnarono a partire dalla seconda metà degli anni trenta in una vasta opera di riflessione e in un vivace dibattito sulle forme concrete e i principi direttivi che questo progetto imperiale avrebbe dovuto assumere, ma anche sulla proiezione dell'Italia fascista a livello globale. Larga testimonianza di ciò è facilmente riscontrabile nella stampa e nella pubblicistica dell'epoca e negli archivi italiani. Poco sappiamo sui progetti concretamente elaborati dalla classe dirigente fascista relativi alla sistemazione definitiva dell'Europa balcanica e del Vicino Oriente in caso di vittoria nella guerra mondiale. Quale sistemazione sarebbe stata data alle nazioni balcaniche? Quale sarebbe stato il futuro delle colonie e dei mandati musulmani francesi e britannici? Che tipo di rapporti si sarebbero instaurati tra l'Italia e i piccoli Paesi giunti all'indipendenza grazie all'azione fascista? Come sarebbero state organizzate le relazioni economiche e finanziarie all'interno dello spazio imperiale? Che peso avrebbe avuto il razzismo di Stato nelle relazioni tra Italiani e i popoli balcanici, asiatici e africani, che si sarebbero venuti a trovare direttamente o indirettamente sotto il controllo delle autorità fasciste? Che ruolo avrebbe avuto il partito fascista nella politica internazionale dell'Italia? Che tipo di rapporti si sarebbero instaurati con altri movimenti ispirati in qualche modo al fascismo, come il peronismo e quelli latino-americani più in generale?
La risposta a questi interrogativi consentirebbe di mettere a fuoco aspetti scarsamente o mai indagati in precedenza e di dare una raffigurazione storica meno consueta della società e della classe dirigente italiane dell'epoca.