La ricerca mira ad approfondire, in un'ottica giuridica ed economico-aziendale, il fenomeno della remotizzazione del lavoro, prendendo le mosse dalla regolamentazione di alcune forme di lavoro a distanza, come il telelavoro e, da ultimo, lo smart working, disciplinato dalla legge 22 maggio 2017, n. 81.
Si tratta di un fenomeno che nel corso dell'esperienza più recente ha fatto registrare un progressivo incremento, a ben vedere più nelle realtà aziendali di maggiori dimensioni che nelle piccole e medie imprese. Un incremento dovuto non solo al ricambio generazionale, da cui consegue una maggiore attitudine al cambiamento, ma anche alle mutate condizioni di contesto socio-economico e all'irrompere di un imponente processo di innovazione tecnologica.
Per opinione unanime, l'evoluzione di questo fenomeno ha subìto un'importante accelerazione in risposta alla recente emergenza economico-sanitaria.
Ed infatti, il distanziamento sociale e l'isolamento domiciliare imposti dalla pandemia scoppiata negli ultimi mesi hanno indotto un ripensamento del lavoro in un'ottica più smart, non solo attraverso una diversa modalità di espletamento della prestazione lavorativa, ma soprattutto mediante la riorganizzazione strutturale del lavoro e dei processi produttivi.
Il carattere innovativo della ricerca consiste sia nella scelta di un tema sul quale la letteratura, non solo giuridica, è sinora approdata a conclusioni solo preliminari, sia nell'approccio prospettico, comparativo e interdisciplinare che guiderà il lavoro.
Il recente ricorso massiccio al lavoro da remoto offre infatti un'opportunità senza precedenti per valutare la tenuta giuridica della disciplina vigente e le possibili diverse declinazioni, nonché la compatibilità degli attuali modelli organizzativi con il quadro produttivo, economico e sociale che si va profilando nel nostro Paese.
Ciò soprattutto nell'ottica delle necessarie riforme che, anche sulla scorta delle esperienze straniere, potranno contribuire alla costruzione di un sistema di lavoro più equo e coerente con le esigenze non solo pandemiche del terzo millennio, tenendo altresì in considerazione i vantaggi e gli svantaggi che potrebbero derivare dall'adozione di un lavoro da remoto su larga scala.