La ricerca ha come oggetto la strada nella Roma medievale, affrontata in un'ottica interdisciplinare e multidisciplinare. L'importanza e la novità del tema nascono dal fatto che gli studi pregressi sull'Urbe medievale e la sua consistenza fisica sono stati più incentrati sull'edificato che sullo spazio su cui esso prospetta, dotato di una peculiare doppia valenza di sacro e profano. Obiettivo della ricerca è quindi l'avanzamento della conoscenza non solo sul piano storico, ma anche su quelli più specifici dei sistemi di lettura e documentazione e della tutela e valorizzazione delle testimonianze autentiche delle vie antiche. La raggiunta maturità della ricerca permetterà l'organizzazione di un convegno internazionale dal titolo "Ante est via publica. La strada a Roma nel Medioevo", diviso in sezioni (storia delle tecniche costruttive, interpretazione delle fonti, lettura delle trasformazioni e loro ricostruzione virtuale, tutela e valorizzazione dei dati materiali e immateriali).
Come detto, l'innovatività consiste principalmente nell'inversione di prospettiva dello studio: dagli oggetti architettonici allo spazio che essi delimitano e dal quale sono a loro volta delimitati con attenzione precipua a tutte le tracce delle reciproche interazioni. Queste avvengono a vari livelli di scala, dalla macroscopica alla microscopica, dalla definizione di percorsi di rilevante interesse politico-religioso o commerciale, agli elementi di dettaglio come le attacaglie degli animali, le cui tracce spesso sono state annullate da interventi poco attenti a tali aspetti. La potenzialità nell'avanzamento delle conoscenze è altissima anche in considerazione del fatto che, come affermato da Chris Wickham (Roma medievale, 2013, p. 23): "Troppo spesso Roma si nasconde in piena luce", ovvero la sua storia in molti aspetti di carattere generale come questo, è stata vista di frequente come un tema troppo ovvio da sviluppare.
La realtà che si tratta di indagare è ancora addirittura spesso fisicamente nascosta, della quale i muri portanti dei fronti stradali medievali sopravvissuti conservano le tracce sotto gli intonaci, mentre altre sono sepolte nel sottosuolo. L'indagine sui dati materiali allo stato attuale si basa su una riconoscibilità a macchia di leopardo, ma il rovesciamento di prospettiva dall'unità edilizia alla strada probabilmente permetterà una lettura molto più ricca, anche avvalendosi di analisi particolari come l'indagine termografica che potrà mettere in luce gli elementi celati dalle trasformazioni della pelle degli edifici.
Ci si aspetta di raggiungere, quindi, oltre alla sistematizzazione e raccolta di dati, un nuovo punto di vista dal quale analizzarli, che dia luogo infine a indicazioni operative per la tutela e la valorizzazione delle testimonianze materiali e immateriali delle vie e piazze che nel medioevo costituirono parte integrante della città e della sua vita. Indicazioni di cui si sente la necessità, in quanto il rischio di perdita di tali testimonianze è sempre in essere, specialmente per l'aggressività delle opere di trasformazione da parte dei privati. Si cercherà quindi anche di dare indicazioni per una futura raccolta virtuosa dei dati non solo archeologici classici ma anche postclassici tramite una lettura stratigrafica, da operare durante gli interventi sugli edifici e nelle fasi di scavo impiantistiche, come la ripresa di quote altimetriche dei livelli pavimentali o la documentazione delle canalizzazioni come elemento indicatore degli spazi pubblici.