
Il Padiglione rappresenta ancora oggi un ambito di ricerca architettonica e spaziale di notevole interesse, non solo come campo di sperimentazione di spazi, linguaggi e tecnologie innovative ma soprattutto come terreno di anticipazione di linee di ricerca e temi progettuali emergenti dell'architettura contemporanea.
La transitorietà dell'opera, l'agilità e la reversibilità costruttiva, la sostenibilità ambientale, la fattibilità economica, rappresentano alcuni degli aspetti centrali che caratterizzano il Padiglione contemporaneo, esportabili ad una più estesa realtà progettuale.
La temporaneità della costruzione consente di verificare nuove metodologie di approccio al progetto, nuove idee spaziali e nuovi strumenti espressivi, enunciando fermenti culturali, variazioni del gusto, fabbisogni sociali.
Il Padiglione, rappresenta un "effimero radicato", un'architettura temporanea che, dalla modernità ai giorni nostri, sembra aver segnato in modo permanente la pratica dell'architettura.
Esso incarna un processo progettuale e un esito rappresentativo situato tra arte e scienza, che assume molto spesso un valore iconico, esemplificativo di nuove tendenze.
La ricerca vuole ripartire dallo studio del Padiglione, come indicatore del tempo - latore di significati ed esigenze, divulgatore di posizioni di avanguardia - come efficace medium per leggere il presente in una prospettiva storica, al fine di comprendere problemi e processi in corso e ipotizzare futuri scenari della ricerca progettuale contemporanea.
La ricerca vuole partire dallo studio del Padiglione, nella storia e nella contemporaneità, per verificare temi e questioni progettuali che possano essere trasferite nella pratica dell'architettura.
La sua rilevante dimensione iconica, le straordinarie potenzialità comunicative, il forte carattere simbolico, l'importante componente tecnologico-strutturale, divengono l'occasione per il progettista per mettere a fuoco e sperimentare nuovi campi di indagine.
Oggi il Padiglione sembra interpretare le sfide progettuali proprie del nostro tempo e sollecitare l'architettura contemporanea, soprattutto per quel che riguarda la fattibilità della costruzione in termini di:
- risposta alla preoccupazione di benessere fisico e ambientale delle nostre città e dei nostri territori, attraverso l'uso equilibrato delle risorse: tecnologie reversibili, materiali riciclabili, riduzione consumo di suolo, ciclicità dei processi. La pratica costruttiva sta evolvendosi in un processo che prevede non solo l'esecuzione dell'opera ma anche la sua evoluzione nel tempo, nelle forme e negli usi, fino alla sua demolizione, programmata e selettiva;
- nuovi indirizzi dell'abitare temporaneo, che si lega a calamità naturali ma anche a fenomeni sociali e politici: le emergenze per le popolazioni terremotate, le prime accoglienze per i grandi flussi migratori, il nomadismo come condizione esistenziale;
- possibilità di mettere a punto soluzioni architettoniche, tecnologiche, spaziali per sviluppare configurazioni tipo-morfologiche e trame aggregative, come fondamenti di un costruire possibile;
- reperimento di finanziamenti per la realizzazione del manufatto, tramite contributi economici o sponsor, facendo fronte alla sempre più esigua disponibilità di risorse economiche;
- consenso sociale e avvicinamento dei cittadini al ruolo e al valore dell'architettura:
- consolidamento del "place attachment": senso di appartenenza, riconoscibilità, identità;
- superamento dei vincoli di tutela architettonica e ambientale in ambiti storici o di salvaguardia, per la temporaneità e reversibilità dell'opera;
- volontà dell'architettura, al pari di tutte le espressioni della cultura dalla moda al cinema, dalla pubblicità al teatro, dalla musica alla fotografia, al design, alla danza - di rinnovare le proprie metodologie espressive, dialogando con le altre forme della ricerca e della comunicazione e ampliando il proprio raggio di azione.
Il Padiglione incarna una forma processuale, supportata e incoraggiata oggi dalle continue innovazioni tecnologiche, dalla sviluppata dimensione mediatica e dall'imprescindibile valore dell'informazione e della comunicazione.
Esso sembra inoltre manifestare una mutata esperienza antropologica dello spazio e del tempo.
Da una parte l'architettura è chiamata a colmare la distanza dal vivere sociale e recuperare il senso della relazione tra persone e luoghi, attraverso: il coinvolgimento diretto degli individui nell'esperienza fisica ed emotiva dello spazio; la capacità di rispondere ai bisogni e alle preoccupazioni di benessere ambientale e di emergenza sociale.
Dall'altra, nella dimensione interattiva e immateriale del mondo globalizzato, l'architettura sta spostando sempre più oltre la soglia del reale, il limite dell'esperienza materiale, divenendo essa stessa strumento di comunicazione, determinando nuovi e inediti significati della disciplina stessa.