Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2680460
Anno: 
2021
Abstract: 

Le rovine moderne e industriali si inseriscono in modo camaleontico nello skyline delle metropoli che viviamo. Allo stesso tempo, ne denunciano le lacerazioni all'interno del loro tessuto, venendo percepiti spesso come grandi vuoti urbani. Ma, che impressioni e immaginari suscitano all'interno della collettività e come, questi due sistemi -architettura industriale e società-, interagiscono nel quotidiano?
Il ruolo che questi luoghi svolgono nella memoria storica della società in cui si stagliano, fa sì che essi si convertano in una componente sensibile e attiva da proteggere nell'ambito del progetto complesso. Memoria che rappresenta tutti quegli aspetti tangibili e intangibili che caratterizzano la sostenibilità di una città resiliente.
Individuata l'urgenza socio-urbana nella ri-funzionalizzazione della stratificazione industriale di Roma, al pari delle altre metropoli contemporanee, riscontriamo un notevole contrappunto 'spontaneo' di azioni bottom up, informali, a quelle promosse e pianificate dalle istituzioni, ovvero, top down. In linea con l'ormai consolidata idea del 'diritto alla città' e dell'uso dei 'beni comuni' a servizio della società, anche l'archeologia industriale dismessa - spesso in stato di abbandono - diventa l'occasione di sviluppo di forme d'espressione di ri-appropriazione del territorio.
La caratteristica comune a questi spazi industriali 'alternativi', nati da presupposti differenti, è lo strumento comunicativo dell'arte. Si decide, pertanto, di focalizzare l'attenzione sulle potenzialità delle pratiche artistiche nel riuso del patrimonio industriale dismesso di Roma formulando l'ipotesi che la 'colonizzazione' dell'arte, nelle sue molteplici e contemporanee declinazioni, sia un veicolo attivo di rigenerazione architettonica e urbana, un dispositivo comunicativo e mezzo in grado di svelare e valorizzare questi luoghi altrimenti lasciati nell'oblio.

ERC: 
SH5_6
SH5_8
SH5_7
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3411008
Innovatività: 

Nella letteratura esistente riscontrata, emerge la mancanza di un'indagine esaustiva rispetto al riuso e il riciclaggio dell'archeologia industriale di Roma per fini culturali.
La ricerca si pone il proposito di fornire una visione unitaria ed integrata del tema in questione sul territorio della capitale, con l'obiettivo di apportare uno sviluppo alle teorie delle ricerche in corso.
Tra gli obiettivi della ricerca si propone la creazione di un vero e proprio censimento degli impianti dismessi, fornendo al lettore degli strumenti per conoscere la storia di questi edifici, l'evoluzione e i processi che hanno subito. Attraverso una mappatura dell'evoluzione dell'archeologia industriale di Roma si intende alimentare un nuovo approccio verso la presa di coscienza di questi elementi presenti sul territorio che integri con rigore le azioni dell'arte nello studio storico-architettonico. In questa mappatura si presenta per la prima volta quella che viene definita "radiografia dell'abbandono", ovvero una visione dinamica che contempla anche impianti industriali che non sono stati ancora oggetto di pubblicazioni, i modo di poterli "ridonare" -attraverso il ri-disegno e dunque la loro conoscenza- alla città.
Il carattere della ricerca è ibrido, sia nella tematica - la contaminazione tra architettura, arte e società - che nella struttura della tesi.
In prima istanza, si basa su un apparato teorico che aiuta a comprendere gli aspetti storici, architettonici, urbani, nonché sociali, economici e politici dei fenomeni che hanno accompagnato i processi di transizione degli impianti dismessi. L'apparato teorico si lega costantemente ad un'analisi basata su un approccio storico-critico delle pratiche rinvenute, classificabili come "casi studio". Questo metodo operativo permette di fissare su carta l'analisi percettiva del paesaggio industriale, ricostruendone le trasformazioni che si sono susseguite nel tempo.
L'aspetto poliedrico della proposta, come è stato sottolineato, abbraccia diverse branche della ricerca. Questa caratteristica della ricerca e i primi risultati in termini di formulazioni teoriche, hanno portato alla dimostrazione di interesse da parte di alcuni Forum internazionali: lo scorso settembre si è presentato l'intervento "Alternative museum in Rome. Industrial architecture heritage colonized by XXI century's art" al XVIII International Forum 'Le Vie dei Mercanti' titolato "World heritage and contamination", in seguito pubblicato nella rivista di classe A dallo stesso titolo. Lo studio tratta l'importanza della commistione tra l'architettura industriale e l'arte contemporanea come strumento non convenzionale di conoscimento e valorizzazione del patrimonio.
Nel contesto del XIII Congreso Internacional de Museos Inclusivos (Libona, 03/05 settembre 2020) si è intervenuti con una presentazione dal titolo "El arte contemporáneo como catalizador de regeneración urbana: intervenciones bottom up en los espacios industriales de Roma", anch'esso pubblicato dal Common Ground Research Networks. L'intervento focalizza il tema proposto mettendo in discussione la definizione classica di museo, in un tentativo di inglobare gli spazi 'altri' individuati a Roma come spazi alternativi di trasmissione dell'arte a completamento dei circuiti classici del turismo, evidenziandone le ripercussioni socio-urbane nel contesto delle esperienze internazionali.

Codice Bando: 
2680460

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