Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2260554
Anno: 
2020
Abstract: 

Nel corso del 2018, a seguito del recesso degli Stati Uniti dall¿Accordo sul nucleare iraniano (JCPOA), il Presidente Donald Trump annunciava la reintroduzione completa, entro la fine dell¿anno, delle misure sanzionatorie americane nei confronti dell¿Iran, ivi incluse quelle di natura extraterritoriale. Proprio quest¿ultima decisione, adottata anch¿essa in modo unilaterale dagli Stati Uniti come lo stesso recesso, ha riportato in superficie uno dei maggiori punti di frizione tra questo paese e l¿Unione europea in materia di politiche sanzionatorie. In tal senso, sebbene si possa riscontrare una costante e generale analogia nelle misure restrittive adottate in numerosi contesti da entrambi i soggetti, più volte essi si sono visti scontrare su un punto specifico: le sanzioni secondarie o extraterritoriali americane. Poiché la liceità delle misure extraterritoriali, in particolare i profili relativi a tale esercizio della giurisdizione statale, non sia condivisa internazionalmente, numerose sono state negli anni le reazioni degli Stati colpiti da tale strumento.
In particolare, come accaduto nel 1996, nel caso delle sanzioni contro Cuba, anche nel 2018 l¿Unione europea ha deciso di reagire a tali sanzioni attraverso il Regolamento delegato (UE) 2018/1100 (1) della Commissione, che ha modificato l¿allegato del regolamento (CE) n. 2271/96 del Consiglio, del 22 novembre 1996, relativo alla protezione dagli effetti extraterritoriali derivanti dall¿applicazione di una normativa adottata da un paese terzo, e dalle azioni su di essa basate o da essa derivanti, anche noto come Blocking Statute. Tale strumento, inizia oggi ad essere invocato in casi discussi dinanzi alle corti nazionali di alcuni Stati europei, trovando così la sua prima attuazione in alcune rilevanti pronunce del giudice nazionale, che richiedono di essere analizzate nel dettaglio al fine di poter comprendere in modo più chiaro la portata dello strumento adottato dal legislatore europeo.

ERC: 
SH2_4
SH2_5
SH2_1
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2867991
Innovatività: 

Il progetto di ricerca che qui si propone, rileva di un particolare carattere innovativo dettato dall¿attuale mancanza in dottrina di analisi complete riguardanti l¿inquadramento del regolamento adottato dall¿Unione europea, così come un vuoto critico rispetto ai profili dell¿attuazione. In tal senso, sebbene sia possibile riscontrare numerose fonti critiche rispetto a questioni generali, relative ai rispettivi sistemi sanzionatori, europeo e statunitense, in quanto principali soggetti in tale settore, nessuna analisi è specificamente destinata all¿aspetto dell¿implementazione di quella che potremmo definire una contromisura ad una sanzione illecita. Sebbene ciò possa apparire in prima battuta dettato da motivi di scarsità di casi giurisdizionali che vadano a comprovare criticità nel sistema di attuazione dello Statuto di Blocco, con uno sguardo più attento si nota piuttosto una lenta bensì progressiva attuazione realizzata non solo attraverso l¿adozione di norme interne, ma anche per mezzo delle pronunce del giudice nazionale in diversi Stati Membri dell¿Unione. Attualmente, è infatti possibile riscontrare alcune rilevanti pronunce adottate dalle corti olandesi, francesi, tedesche, inglesi e, non da ultimo, italiane.
Un¿analisi puntuale delle disposizioni, in combinato disposto con le decisioni giudiziarie, può indubbiamente permettere una comprensione più adeguata, chiarendo dunque la portata della normativa europea.

Codice Bando: 
2260554

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma