Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1764634
Anno: 
2019
Abstract: 

La ricerca propone lo studio storico-architettonico di quattro basiliche alto-medievali della città di Capua e le contestuali analisi della vulnerabilità e del rischio antropico e ambientale elaborate nell'ambito del SIT (Sistema Informativo Territoriale) Carta del Rischio.
Dal punto di vista storico-architettonico si intende chiarire, proseguendo una ricerca in parte già avviata, quale sia la specificità del patrimonio capuano costruito nel periodo longobardo, chiarirne il ruolo all¿interno di un contesto culturale complesso ed eterogeneo spesso trascurato dalla storiografia. Si intende prendere a riferimento quattro chiese, tutte nella città di Capua: Santi Rufo e Carponio e Sant¿Angelo in Audoaldis, San Salvatore a Corte e San Michele a Corte, scelte perché rappresentative di una cultura molto locale e poco celebrativa. Tale scelta è guidata dall¿intenzione di indagare la tradizione costruttiva nei suoi aspetti più autentici e radicati, lasciando in secondo piano i grandi cantieri di rappresentanza politica.
L¿idea di affiancare alla lettura storico-architettonica di tali edifici, l¿analisi del rischio cui tali edifici son sottoposti, è sollecitata dalla diffusa disinvoltura con cui la prassi operativa appare alternare disorganicamente interventi diversi, orientati tanto alla trascuratezza quanto all¿interventismo inconsapevole. In questo quadro la ricerca intende sviluppare una consapevolezza del valore del patrimonio culturale inteso nella sua complessità materiale e valoriale, considerando dunque lo stato di conservazione fisico ma anche l¿entità delle trasformazioni vissute nel tempo e l¿autenticità stessa della materia che lo costituisce. L¿intenzione di impiegare la Carta del Rischio risiede nella volontà di corroborare un tipo di tutela del patrimonio storico basata sulla cura ed il monitoraggio costante nella consapevolezza che anche gli interventi di manutenzione se non attentamente calibrati possano essere inaspettatamente invasivi.

ERC: 
SH5_8
SH5_12
SH5_6
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2243497
sb_cp_es_306553
Innovatività: 

L¿innovatività della ricerca risiede nella doppia chiave di lettura che si intende sviluppare e negli strumenti considerati.
Da un lato lo studio storico-critico teso a far luce su un patrimonio culturale, finora solo parzialmente indagato dal punto di vista architettonico, dall¿altro lo studio della vulnerabilità e del rischio cui tale patrimonio è esposto articolato non solo sull¿importanza della conservazione materiale ma anche sulla tutela delle specificità costruttive e figurative messe in luce dall¿indagine storico-architettonica. Si intende cioè sviluppare una modalità di lavoro che inneschi un circolo virtuoso tra costante approfondimento della conoscenza e monitoraggio dello stato di conservazione fisico e funzionale (compatibile con le peculiarità dell¿edificio) ma soprattutto dei caratteri di autenticità che l¿architettura storica porta ancora su di sé.
Rispetto allo stato dell¿arte e alle ricerche già pubblicate sugli argomenti oggetto di studio si crede di poter approfondire la conoscenza e la comprensione critica degli edifici identificati nonché estendere il campo di indagine finora sviluppato in materia di analisi del rischio.
In particolare per quanto riguarda le chiese capuane non esistono studi specifici su tali edifici e pochi lavori che abbiamo tentato di inserirle in un quadro storico generale dal punto di vista architettonico.
In riferimento alla parte sull¿identificazione della vulnerabilità e del rischio, si otterrà da un lato l¿implementazione di un sistema che trova efficacia proprio dalla densità delle indagini svolte perché elaborata su base statistica, comparativa territoriale (rispetto ad aree definite e circoscritte, che presentano caratteri ambientali simili) e su valutazioni quanto più possibile reiterate; dall¿altro si definiranno le modalità di estensione della valutazione alle trasformazioni subite dagli edifici.
Tale ultimo obiettivo appare quanto mai urgente ai fini conservativi perché intende ulteriormente sviluppare una consapevolezza del valore del patrimonio culturale inteso nella sua complessità materiale e valoriale, considerando dunque lo stato di conservazione fisico ma anche l¿entità delle trasformazioni vissute nel tempo e l¿autenticità stessa della materia che lo costituisce. Troppo spesso la prassi operativa appare disorganicamente orientata tanto alla trascuratezza quanto all¿interventismo inconsapevole. L¿idea di impiegare la Carta del Rischio risiede, oltre che nell¿intento di consolidare l¿efficacia nota di un sistema (M. Acierno, C. Cacace, A.M. Giovagnoli, La carta del rischio: un approccio possibile alla manutenzione programmata. Il caso di Ancona, in ¿Materiali e strutture¿, n.s.III, 5-6, 2014, pp.81-106) anche nell¿intento di svilupparla ulteriormente per corroborare l¿attività di protezione del patrimonio storico basata sulla cura ed il monitoraggio costante, piuttosto che su interventi d¿urgenza, nella consapevolezza che anche gli interventi di manutenzione se non attentamente calibrati possano essere erratamente invasivi.

Codice Bando: 
1764634

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