L'alto numero di istituti di pena italiani costituisce un patrimonio edilizio in scarso stato di manutenzione, in condizioni igieniche non sempre adeguate e con una generale carenza di spazi dedicati ad attività sociali, ricreative o lavorative.
Di questi,il 20% sono stati costruiti prima del 1900. Il 5% della popolazione carceraria vive in strutture costruite prima del 1800, il 9% in edifici costruiti tra il 1800 e il 1900.
Il sistema è in crisi per sovraffollamento e fatiscenza delle strutture, incidendo sulla qualità di vita di operatori e detenuti: di questi una PARTE CONSISTENTE È RECLUSA IN EDIFICI STORICO MONUMENTALI che hanno il vantaggio di ESSERE SITUATI NEI CENTRI URBANI e contenuti in luoghi le cui spazialità E BELLEZZA POTREBBERO GIOCARE UN RUOLO IMPORTANTE NELLA RIABILITAZIONE.
La proposta individua come campo di analisi la RIABILITAZIONE DI SPAZI E PERSONE in un'ottica interdisciplinare (progettazione architettonica, restauro architettonico, progettazione degli interni e diritto dell¿esecuzione penale) e di dialogo con associazioni e con 3 carceri del Lazio- Regina Coeli a Roma, Civitavecchia, Paliano- con evidenti problemi manutentivi e di organizzazione funzionale degli spazi.
Obiettivo generale è la messa a punto di LINEE GUIDA PER INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE E RESTAURO DEI FABBRICATI, con particolare riguardo alle celle e agli spazi di attività sociali, ricreative o lavorative.
Sulla scorta dell'esperienza maturata nella ricerca finanziata nel 2018 di pensa di operare attraverso un COINVOLGIMENTO DIRETTO DEI DETENUTI e di mantenere un CONFRONTO CONSTANTE CON LE NORME che ne determinano i modi d'uso. Il punto di partenza della presente proposta è che anche il carcere merita progettazione e che la adeguatezza degli spazi incide sul comportamento e la vita dei diversi utenti, prima tra tutti i detenuti.
Il carattere innovativo risiede sia nel CAMPO DI INDAGINE, sia nell'APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE.
Sono pochi gli studi applicati al settore carcerario, specie nel contesto italiano,in cui convergono competenze proprie della progettazione architettonica, insieme al restauro architettonico e al diritto penale.
Quelli sviluppati finora hanno per lo più affrontato il tema della modellistica di nuovi spazi carcerari - come i prototipi modulari proposti dall'amministrazione al Salone della Giustizia, 2008 - che sono ora un orizzonte lontano: molto più urgente è una riflessione sulla "ri-edizione" dell'esistente.
L'interesse di questa ricerca e la sua innovatività stanno proprio nel concentrare l'attenzione SUL PROGETTO DI RECUPERO DEL PATRIMONIO ESISTENTE e sul coinvolgimento diretto degli utenti finali (detenuti e operatori) attraverso processi di co-design.
Le carceri storiche, abitualmente considerate semplici contenitori, devono recuperare la dimensione di monumento e testimonianza storica, e permettere che il plus-valore architettonico possa essere un benefit anche per i detenuti.
Per la PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA il contributo innovativo è nel promuovere un progetto che, nel rispetto dei requisiti di legge, lavori sulle prerogative spaziali come elementi che possano apportare un plus-valore in termini di benessere e comportamenti umani positivi. Luoghi che siano strumenti di socializzazione e quindi di recupero e reinserimento sociale.
Per il RESTAURO ARCHITETTONICO, il contributo innovativo è dato dallo studio e catalogazione di beni spesso sfuggiti alla normativa di tutela e salvaguardia, dalla individuazione di funzioni idonee e compatibili con il bene stesso e dalla conseguente definizione di strategie di restauro in grado di rivelarne le qualità architettoniche. Un ulteriore elemento innovativo riguarderà il tentativo di codifica di interventi manutentivi realizzabili dai detenuti in modo tale che il fabbricato diventi un cantiere scuola.
Nel campo degli INTERNI è atteso un contributo innovativo sia da casi studio normalmente inesplorati e poco accessibili, sia dal coinvolgimento diretto degli utenti nella messa a punto di quadri esigenziali e nella realizzazione concreta di piccoli interventi attuabili con risorse e competenze reperibili sul campo.
Co-design e fai-da-te abilitano l'utente come generatore di processi progettuali e realizzativi con l'obiettivo di rigenerare non solo gli spazi, ma anche le persone attraverso l'acquisizione e la pratica di nuove competenze.
DIRITTO PENALE, delle soluzioni proposte verrà fatta un'analisi di impatto tenendo conto delle normative nazionali, primarie (leggi) e secondarie (circolari), nonché delle norme e delle fonti di soft law sovranazionali in tema di detenzione, che raccomandano particolare attenzione alla organizzazione degli spazi della pena, quale momento fondamentale dell'opera rieducativa e delle attività di vigilanza sulle persone recluse. I due piani si intrecciano: la sorveglianza dinamica consente ai detenuti - pur nel rispetto delle esigenze di custodia - una relativa libertà di movimento all'interno delle carceri, utile alla responsabilizzazione e alla risocializzazione.
Altro punto di forza è quello di lavorare secondo criteri di RICERCA-AZIONE. Il caso studio - le carceri del Lazio - permette di affrontare situazioni che riassumono uno spettro significativo di caratteristiche tra cui:
la differenza tra carceri progettati sin per questa funzione (Civitavecchia) e carceri che si sono insediati entro strutture storiche esistenti (Regina Coeli e Paliano);
la differenza tra case circondariali, per detenuti in attesa di giudizio o con pene brevi (Regina Coeli), e case di reclusione (Civitavecchia e Paliano) dove i detenuti scontano pene lunghe.
Il rapporto con lo spazio e le necessità di luoghi deputati a specifiche attività è differente, e i casi studio individuati permetteranno di definire delle linee guida adottabili anche in altri contesti.
Tutto ciò implementa lo stato dell'arte delle conoscenze attraverso il lavoro sul campo svolto dal gruppo multidisciplinare con l'obiettivo di sperimentale, testare e sviluppare specifici strumenti (questionari POE e di UEx) per valutare qualità e usabilità degli spazi detentivi. Tools che potranno essere applicati in altre situazioni con l'aspirazione che diventino un riferimento a livello nazionale, e diffondersi al livello internazionale.
Il gruppo di ricerca opera con un ALTO GRADO DI REALTÀ e potrebbe essere inquadrato come GRUPPO DI CONSULENZA per fornire proposte e soluzioni a problemi di volta in volta sollevati dalla Amministrazione e dagli utenti, in accordo con il Ministero e in costante confronto con l'associazione Antigone.
A livello europeo, durante lo svolgimento della ricerca, il gruppo di lavoro avvierà uno scambio all'interno del network Carceral Geography (https://carceralgeography.com/) con l'obiettivo di costruire una rete e costruire un progetto COST a livello europeo.